Tenderne e aspirazioni della pittura italiana

Tenderne e aspirazioni della pittura italiana Tenderne e aspirazioni della pittura italiana (dal nostro inviato) Roma, 15 maggio Preparata in tempi non .'• 'togio'rniancke più severi, questa quarta Qua- SftES'!. "2S22P ni\n si apre a Roma, domani, aliai presenza del Sovrano, è anzi tutto un atto di volontà tena-\ce pure nel campo che sembrerebbe richiedete maggior calma di consigli, riposo dì decisioni, iaccoglimento nel lavoro. Invece la più parte di queste lJt00 opere (che tante, approssimativamente, pensiamo siano) sono state dipinte e scolpite mentre la guerra sta raggiungendo le sue ore più dure. A centinaia pervennero dalle città sottoposte agli attacchi o alle minacce aeree; moltissime, appena abbozzate, furono a stento messe in salvo in luoghi più sicuri dove gli artisti — tra le difficoltà, le ansie, le preoccupazioni che soltanto gli « sfollati » e i * sinistrati* (biutte parole, crudi neologismi che ormai defi- Romano Cazzerà Ritratto (1939). niscono uno stile di vita e un ammirevole temprarsi dei carattere) conoscono appieno "^^KK Z\a delt'aZ- StataS S Insuccesso G irono „,,P»te sale vittori p imi%?J?»£K. fi,°m " '-ori che han-no lr"tem dispersi in Russia o in Africa, che piangono nei loro intimo un congiunto Caduto, che attendono trepidando notizie di un feiito o di un prigioniero: Eppure li vedi coadiuvare tranquilli quell'esperto e sere no organizzatore delle Qua- ssEnpcgupsrdriennali romane che è Cipria-i no Efisio Oppa, nello atHàiare\la collocatone migliore di\ una statua, nel valutate le pa rentele di colore tra quadro e quadro, le affinità stilistiche fra autcìe e autore nella disposizione delle « pareti »; e controllare dipinti e sculture sulle bozze del catalogo; e pacatamente discutere dei nuovi valori che si affacciano alla vastissima esposizione; e di come si presentano { riconosciuti maestri, e di che si farà domani misurando il presente sul passato. Ora tutto ciò, lasciatecelo dire, è molto bello, molto nobile, molto virile. Se la guerra come fatto concreto, come rappresentazione figurata di drammatica realtà è, in un certo senso, presente quasi soltanto nella sezione dei futuristi, aeropittori di guerra come Afarinetti chiama i suoi pupilli da Tato a Dottori, da Chetossi a Fasullo, da Ambra si ad Acquaviva; come fatto morale e realtà spirituale essa è imperiosamente, solennemente presente in ogni ani ma; e, che è più importante, comincia ad agire (se la nostra non è illusione mossa da un convincimento non di ieri) su quel supremo mezzo di con fessure il proprio modo di co pire la vita che è In creazione artistica e tutto ciò che l'arte contorna: cultura, gusto, critica; e perfino l'atteggiamento che un organizzatore di mo- stre può assumere — in qtie. sto caso specifico Cipriano Efisio Oppa — >ie//o scegliere, nel valutare, nel presentare al pubblico quei pittori e scultori che appaiono gl' interpreti legittimi dei bisogni ideali di un determinato tempo, e sono perciò i veri costruttori della storia artistica, gli autentici rinnovatori di una tradizione. Arte e vita del tempo nostro Preambolo non retorico nel »„f7„ „,.„„ - , „ t^„l^^„^Z^JB^Ua cronaca di una mostra che si inàugura alla vigilia della più dura prova che abbia mai do-( vuto affrontare il nostro paese (e diciamo cronaca che, si badi, pretendere a un particolareggiato esame critico del contenuto di i8 sale nell'avaro spazio di un articolo, e dopo le poche ore concesse alla visita, sarebbe tanto ingenuo quanto fatuo). Preambolo che crediamo rifletta anche il pensiero di Oppa; se è vero che qui si scorgono poche evocazioni pittoriche di episodi bellici, pochissime rappresentazioni simboliche di valore o di sacrificio, e che lo stesso omaggio alla memoria di Bruno Mussolini si limita (e vada lode alla dignitosa sobrietà dello scìiltore Rambellì) al semplice ritratto di quel Cad.uto concisamente modellato, nella conSequamozi ligdalCapricaige stuNopequdi no meracchiusa quadratura fisiono-' a è ae dvetarni rismica, con sintesi plastica possente. E conta meno, allora, che la trincea, il carro armato, l'aeroplano, il sommergibile, la carne straziata o la città ferita appaiano in una o - concréta evidènza illustrativa, quinutilmente rivale della foto- sugrafia, del giornale Luce, del] fofilm documenario, e — fino a dàun certo punto — delia dut-ìuntile aderenza di una descrizio-\zatte letteraria; o che l'astrazio-,glne — puerilmente appunto co-limme in certi futuristi — si sfor-\quzi a identificare con la vesanteìcebrutalità della macchina l'e-\cenergia di chi, guidandola e quscagliandola, l'ha ormai rido! ta a semplice strumento di una volontà svincolata da ogni legame di materiale esistenza. Conta assai più, invece, che l'intuizione dell'artista tetilacleraunsi traduca in una conscia pas-\ticsionalità che gli suggerisca' pemisura di nuovi rapporti franil'arte e la vita: rapporti cheìponasia o e i i o t t s er laofìo ri, o idi e l ra a n ti rele onire o. tidi o di to aalma oui ni on ui la a il fama possono essere espressi con la maggiore efficacia (se sono davvero sentiti) perfino da un accordo cromatico, perfino dal tracciato di un contorno. E' questo che noi intendiamo per « contenuto »: il ca7arsi insomma di una passione, nell'opera, la rinunzia al puro gioco stilistico, al puro dilett.o figurativo, all'edonismo di alcune individuali sensazioni. Gratuite, perchè antistoriche, sono le ipotest dei cosi detti « ritorni ». Neppure in arte indietro non si torna, pena la stasi, la copia, l'accademia, cioè la rinunzia, al proprio essere d'uomo e d'artista. Masaccio non tornò a Giotto, ma ripensò Giotto dopo un secolo. Manet non prese Goya a modello, ma tese l'orecchio ad alcune vetità dette da Goya, me se ne valse per trovare se listesso. L'essenziale è di sen- qtire ciò che oscuramente ma-'rtura, e di farsene allora inter- spreti con fede e coraggio assoluti. E se sbaglio ha da essere, sia almeno sbaglio gene- ■ roso, assai più nobile di ogni evasione soltanto decorativa.1, Cosi sarà molto facile no-\ minare (e chi è tanto cieco bid'antaCmsetelelesal'cfeTo« slagTali non identi/icarie a prima tocchiata sulm sua parete?) le; aascendenze à\ Romano Gazze-}sa: da Delacroix a Goya, da'vRanzoni a Mancini; sema dcontare quel suo fissarsi am- smirato sugli splendori tonali ache i veneziani del Cinquecen-'clo prodigarono al mondo, e quel suo convinto cadere nella efficacia drammatica del chiaroscuro. Nomi; ed anche -■ concediamolo — affa didattica. Questo c'interessa ini Gazzera, oggi per la prima I voita affa ributta di una gran-\ de esposizione dopo il suo cla-t motoso improvviso successo. milanese che accese polenti-1 che ed entusiasmi collezioni-, siici? Per nulla. C'intetessa ili suo empito romantico tradot-\ to in un disegno audace, in! succulenti sughi di tinte, in una beffa polpa di colori. C'in-' teressa la sua franchezza sen-j lim cui ale che non circoscriveì la pittura a linguaggio for-\ male, ma questo impiega a, lievitare, oltre la decorazione, un contenutismo vibrante che è il palpito artistico di un uomo e non di un esteta, di un attore e non di uno spettatore. Vive egli in una cultura e in un sentire che tendono, nella tiayedia attuale, a uno scambio di umane commozioni, a una solidarietà anche in- j tellettuale tta essere ed essere cfie popola questa sciagli-] rata terra? Lo diremmo: per-, fino quando dipinge, non già \ gentilezza di fiabe o pallore tEcia bra r? gi o lla la voi en Io no ororac ria a ca di ì!;„*»S2S!!Slj"I lezione di iJeuoii innamoratoI della carne bionda, delle. boc- che e degli occhi sensuali. Gt-\ zione di episodi cavallereschi ma semplicemente un pollo morto o un mucchio di visceri ancora caldi, oppure appas-\ sionataviente rimormora la1 rate per la Quadriennale, os servate, meditate, confronta-] te. scorgerete pittori c'erto più maturi e sicuri, doti sfili-j stiche tanto più perfette, pos-\ sibilità assai più ingegnose,ambizioni di gran lunga più sottili: ma questo dono di sin-] cerità non teme paragoni, si offre come il valore sommo \ della mostra, appare l'indice di esigenze morali che non ci' stancheremo mai di caldeggia re. Limiti del'e possibilità della pittura d'oggi Quali esigenze? Le abbiamo dette e ripetute. Non quella che esaurì il Novecento (Novecento nel senso lato e noti] solo milanese) in una polemica antiretorica per condurlo pia- Wt&WASf?» j, lunZ'.itutom il teatro, a una nuova,rassegnata retorica: accettata,per/ino dai più pugnaci, come'/T'urti che rifa Appiani con bel-\fissilità bravura, ma forse noni

Luoghi citati: Africa, Roma, Russia