I L'ACCUSAI

I L'ACCUSAI I L'ACCUSAI UIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIItllHIHIIIIIIIIIIIIIMIIII IszEro in casa di Anna Drei il giorno che il marito l'abbandonò. Non fu una scenata. Poche parole fredde, sibilate più che pronunciate. Poi, quando egli uscì e ci ritrovammo soli, un vasto silenzio: come se, staccatisi da Anna Drei e da me, la casa la città gli uomini, tutto fosse scomparso. A me parve che, per rivivere, un miracolo s avrebbe dovuto rianimare quel silenzio. Lo colmò d'un tratto una parola sola, quella che Anna Drei pronunciò guatandomi. Aveva la testa eretta, la schiena'appoggiata alla parete, e nulla di lei si mosse, forse neanche le labbra. Gli occhi soltanto, in uno sguardo torvo, avvamparono. nVoi», disse; null'altro. Null'altro che questa parola breve, che questa parola da nulla: ma ogni accusa era in quell'unica parola. Anche se non potevo rendermene conto, capii che era una parola d'odio. La sentii entrare in'me, ferirmi, strapparmi qualcosa, dentro. Eppure, dopo due anni di assenza, io ero tornato soltanto quel giorno da molto lontano; io non avevo ancora rivisto Marco Drei, non gli avevo ancora parlato, non ero stato io a dirgli che sua moglie lo tradiva. Eppure qualcosa mi avvertiva che non senza ragione io ero corso in casa di Anna Drei quello stesso giorno e a quell'ora; qualcosa mi ammoniva che soltanto io ero la causa di quella sventura. Ero stato ed ero ancora innamorato di Anna Drei. La mia assiduità era stata disperata più ancora che fedele. Anna Drei era bella. Anna Drei celava dietro ad ogni sorriso la più sottile e la più febbrile delle sensibilità. Tutti gli uomini erano entusiasti di lei. Tutti la amavano e la desideravano, e Anna Drei, per difendersi, si rifugiava nel 6Uo affetto per il marito. Lo esaltava di continuo, lo magnificava con ogni lode, lo dipingeva come il più tenero dei compagni, come il più appassionato degli amanti. Di lui ella viveva, e per lui. Ripeteva ohe nulla le faceva mancare, nulla poteva desiderare: non v'era cosa o attenzione che egli, prevenendola, non le offrisse o non le concedesse. A nulla ella poteva pensare all'infuori di lui. Se era lontano, ella mostrava agli amici le lettere ch'egli le scriveva: le premeva con un sorriso estasiato sul seno, e nessuno osava chiederle di leggere una riga sola di quelle lettere, perchè era evidente ed era giusto ohe ella ne fosse teneramente gelosa. Questa era la sua difesa. Chi avrebbe potuto sperare ch'ella tradisse un marito come quello, ch'ella venisse meno al suo affetto, rinunciasse alla sua stima, non fosse degna di tante attenzioni? Finché, un giorno, esasperato, io osai contraddirla. Non le gridai, no, che il marito era indegno di lei, che il marito la tradiva. Sarebbe 6tato aggiungere gelosia suo affetto, e alla gelosia l'orgoglio. E poi, oltre che inganno, sarebbe stato inde gno di me, di come volevo farmi conoscere agli occhi di Anna Drei. Mi sarebbe parso di valermi di un'arma prò ditoria, e io amavo Anna Drei. Darle un dolore sarebbe stato attribuirmi la più a troce delle mortificazioni, in fliggermi la più severa delle punizioni. Esasperato, e inci tato da non so quale diabo lica immaginazione, misi in vece in dubbio che ella lo a masse. Negai che fosse vero quanto ella voleva far credere; l'accusai di mentire a noi i suoi amici, e a tutti, come mentiva a se stesa*. Suo marito, come lei lo dipingeva il suo amore, quello che lei diceva di portargli, gridai che erano soltanto un'invenzione. Erano un'invenzione che ella usava per difendersi ma in verità ella soltanto de siderava dal marito quanto gli attribuiva, e descriveva avvalorava quanto avrebbe voluto che egli le dicesse o le dimostrasse. Sapevo di inventare. A mia volta l'accusavo di una colpa che speravo di riconoscerle, di una menzogna che mi avrebbe consolato, perchè soltanto attraverso quella menzogna, se davvero fosse stata una menzogna, io sarei riuscito a sorprenderla disarmata, disposta finalmente ad ascoltare le mie parole e ad accondiscendere al mio affetto. Ma ella non reagì. Non ammise e non negò. Mi guardò meravigliata e scoppiò in pianto. Fu quel pianto che mi perdette. Quel singhiozzo mi straziò,, e il dolore di esserne la causa, la vergogna di aver mentito, di averla incolpata, di doppiezza e di menzogna, mi avvilì ai miei stessi occhi. Mi convinsi di aver perduto la sua stima, la NsgdsincsppnDmldAvumvOmvaapvmduvvPmecmsqdpacdpomm Isua confidenza, za d'amore, e IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIItllllllllllllllllllilllilliì sua confidenza, za d'amore, e ogni speranper sempre. Non sapendo reggere a quel suo pianto e alla mia vergogna, fuggii. Non la rividi che due anni dopo, quel giorno stesso che il marito, entrato in salotto e riconosciutomi come l'amico più sincero di sua moglie, pronunciò in mia presenza quelle parole irreparabili. Tutto questo io ricordai nell'attimo stesso che Anna Drei mi lanciò quel «voi» come un'accusa. Poi, come se la mia stessa coscienza avesse dato voce alle sue parole, Anna Drei disse : «Voi, voi solo siete colpevole. Avete saputo che io ho un amante. Avete saputo che mio marito conosce la mia vergogna e che mi scaccia. Ora dovete sapere che non ho mai amato mio marito. Dovete sapere che non ho mai amato e che non amo il mio amante. Voi ora dovete sapere che io non ho amato che voi. E' vero: l'amore di mio marito, quello che io dicevo di avere per lui, era soltanto un'invenzione: ma se mi serviva per difendermi, mi serviva soprattutto per amarvi Per farmi amare da voi, come io volevo, sentivo che mi era necessaria anche la stima che voi avevate di me. Te mevo che, se mi fossi concessa, sarebbe diminuita in voi quella venerazione che non doveva invece venir meno perchè voi mi conservaste più a lungo il vostro affetto. An che l'amore che io decantavo di mio marito, e il mio amore per lui, era uno dei modi per farmi più bella ai vostri occhi. La sua tenerezza per me, die era se non la conferma che io meritassi il vostro affetto? E la mia dedizione per lui non testimoniava del mio diritto alla vostra completa ammirazione? Invece, due anni or sono, voi mi denunciaste: a voi e a me stessa. Facendo crollare quanto avevo con tanta fatica e con tanta abnegazione costruito, mi lasciaste senza più alcuna difesa. Ogni mia rinuncia diventò inutile. Che ero io ormai? Scoperta nella mia finzione, spogliata di quella Tra le q