CENEMA E DANZA

CENEMA E DANZA CENEMA E DANZA Dramma o commedia, scherzo o avventura, quando un film mediocre sta per impantanarsi il suo mediocre regista sfodera la sua trovata: «E io ci schiaffo un po' di ballo ». /I produttore H per li nicchia, vede subito spese pazze, occorrerà un salone, bisognerà metterci un'orchestra, un centinaio di comparse; quando addirittura non si tratti del solito sgargiante tabarino. Ma il regista tien duro. O il ballo o niente. Dirà persino che lui, in quel momento, un po' di ballo 10 «sente». E allora, quando il film s'affloscerebbe fra russe guati sbadigli, ecco intervenire un po' di ballo, o di balletto, o di ballonzolo. (L'espediente vale, e come, anche per film in costume). L'azione ristagna, attende che quei tali abbiano finito; e non ne è im paziente. Intanto lo spettatore si lascia cullare da quel fuente intrecciarsi, da quell'ondoso ancheggiare; le solite comparse passano e ripassano dinanzi all'obbiettivo; e riappaiono le solite inquadrature che riprendono soltanto le estremità inferiori dei ballerini, pedestre audacia che sta al bullo cinematografico come al viaggio cinematografico sta la solita ripresa delle ruote d'una locomotiva. Così la sequenza di due, tre, sei minuti si dipana; con tutte le benemerite intenzioni d'aver rinsanguato un « tempo », primo o secondo non importa; e alla fine anche il produttore non sarà scontento, rassicurato ammetterà che un po' di ballo « ci sta sempre », « va sempre bene ». Surrogato e decorazione Che cosa ha creduto di fare, 11 regista mediocre del film mediocre, incastrando quella sequenza? Di dare un diversivo e un po' di ritmo, almeno in quegli istanti, al suo film che di ritmo era e sarà egual- Li liana Lai ne «e « La prigione ». 1111 r 1111 m 1:1M t f M111111111T11111 r M11M11111 II 11M11 ! IN UN SOLO ANNO mente privo. Poiché quel film non è un film, è teatrino o romanzo malamente filmato, si crede di ravvivarlo con quell'espediente; e perchè altro ritmo non vi si potrà trovare, anche in quel brano, se non quello di una musica seguita più o meno a tempo da compiacenti immagini. Nei casi peggiori e meno peggiori, surrogato di cinema e decorazione posticcia. Sono incastri stanchi e ovvii, inerti malgrado la loro apparente concitazione; anche se avranno a. protagonisti celebri virtuosi della piroetta o del tip-tap. Una danza, sullo schermo, non dipende infatti dall'abilità o dalla fama dei singoli dan zatori; dipende anch'essa, tan to per cambiare, dalla regìa. Date i migliori ballerini del mondo a un regista cane, potrà farveli apparire addirittura quasi maldestri; date dei ballerini qualunque a un ottimo regista, e se questi non potrà farveli particolarmente ammirare, vi darà però frèmiti e impulsi e abbandoni, vi darà insomma non quei ballerini, ma la danza di quei ballerini. Ciò l'avrà ottenuto coti la sua arte, con il variare, il susseguirsi, l'incastrarsi delle inquadrature, a quello scopo predisposte e composte, scorciate e illuminate; e quel ritmo, che con l'aiuto del sincronismo sarà creduto essenzialmente musicale, sarà invece tutto e soltanto cinematografico. Si potrebbe giungere a un apparente assurdo affermando che il film muto di «in valtzer, che per davvero sia cinema (e cioè creato con tutte le risorse di un sapientissimo montaggio), nel rarefatto silenzio esprimerà tali suggestioni ritmiche che lo spettatore sensibile, in una tensione sempre più sottile e imperiosa, si evocherà quasi inconsciamente, le cadenze di una musica che a quel silenziosissimo e indemoniato valtzer possano accompagnarsi. Non per nulla e altrimenti, una sera del lontano 1909, la Dunoan, non potendo sottrarsi ai frenetici inviti di un pubblico, come allora si diceva, in delirio, o avendo i suonatori già abbandonato il teatro, danzò in un sospeso e rapito silenzio, che alla fine puntualmente esplose in quello stesso rinnovato delirio. Danza è soprattutto ritmo, cinema è essenzialmente ritmo. Ne dovrebbe apparentemente nascere una parentela assai stretta. Infatti il Vuillermoz ebbe ad affermare: « /I sincronismo del film sonoro ha permesso di sottomettere tutte le immagini alle leggi di una coreografia superiore ». E' questa invece una semplice e assai generica constatazione; che sembrerebbe togliere parecchi dei suoi innegabili meriti al film muto. Ma questo, plslrirprqdpd M11M h ! 1 < 1111M UIM11 ! IM111 j t M MI! IJ11 ! 111M 11111111 IL fiUOVO ACCADEMICO D'ITALIA pur talvolta tendendo al balletto, aveva saputo giungervi superando la pantomima per la pantomima, e con astratti ritmi tendendo a quello che, in quei film, non sarà esagerato dire un suo lirismo. A ritroso fra i vecchi film Strana coincidenza, quasi... predestinata. La prima apparizione cinematografica fu quella di una danzatrice, che doveva poi conoscere tutte le pedanti attenzioni degli storici dei cinema- Nel isor, Thomas Armat e C. F. Jenkins, in un loro apparecchio chiamato nVitascopio», presentarono infatti la prima figurina semovente, la saltellante Annabella; e da allora in poi sarebbe facile tratteggiare una sommaria cronistoria dello schermo ricordando i suoi successivi connubii con Tersicore. Nei primordi, da Loje Fuller a... Mistinguette. parecchi i documentari avanti lettera; con Cabiria nella « Scena del rito di Molochn. commentata dalla « Sinfonia del Fuoco » la danza ritorna alle sue origini più o meno religiose; Emilio Ghione, in Za la mort, usa la « matchiche »; e ne abusa, per farne un elemento della sua prediletta atmosfera da bassifondi; già prima Mack Sennett aveva presentato i suoi floridi balletti, che si denicottzzeranno voi nelle standardizzate girls delle varie Follie di Broadway; e nel '17 Abel Gance, ne La decima sinfonia inserirà la danza come... strumento di un'altra donna « fatale », la Nazimova, Mentre Lubitsch comincia ad avvicinarsi ai morbidi e preziosi valtzer viennesi, trovando più tardi un èmulo in WiUy Forst, il tango ha la sua serata d'onore con Rodolfo Valentino ne I quattro cavalieri dell'Apocalisse: e comincia il turno dei tabarin, dello shimmy e del charleston. Clair reagisce ( Entracte, 19B%) ricórrendo ai balletti svedesi di Ralf Mare; ed esplode la decantata « scoperta » delle danze negre e polinesiane, da Alleluja e Ombre bianche si arriva a Tabù. Calmatasi la esotica inflazione, se ne diffonde un'altra ancora più invadente, e che delle precedenti è come un sommario: il film rivista. Divo fra i diiH il battaglione di girls. E' l'uno moltiplicato per cento e per duecento, in ritmi ora soltanto meccanici, ora quasi sportivi; le variazioni, sempre più ingegnose, finiscono per apparire sempre più stanche; e se si giunge a sostituire al balletto persino le evoluzioni di decine e decine di pattinatori e pattinatrici, a poco a poco torna a staccarsi da quel vasto e frenetico e ormai malinconico coro l'« a solo »: diventi LUian Harvey addirittura Fanny Ess- tszeadsdmtanrèmA1 11111111111U MI ) T M t i 1111 r 11M1111111 i IM11 ! 111M11 » > f 111111

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