TAPPE DÌEILIL

TAPPE DÌEILIL TAPPE DÌEILIL Prima tappa (1904) nali sono pieni di guerra russo-giapponese. Battaglia di MuUden nella corrispondenza di Luigi Barzini. L'J/Iwtl) azione Italiana dedica una pagina a colori alla fine dell'incrociatore Validi/, che ha combattuto solo contro una intera squadra. Nivaslo Dolcemare, le mani fuori del lenzuolo, regge per i margini il grande fascicolo di carta patinata. Ecco come nascono gli errori: i grandi errori della Storia. « Le mani fuori del lenzuolo :» ha generato l'Idea che Nivusio Dolcemare è a letto. Errore. Nivaslo Dolcemare non è a letto ma dal parrucchiere e il lenzuolo di cui si parla non è il lenzuolo 1 nel quale l'uomo ogni sera si avvoll?e per allenarsl al sudario che" un giorno lo avvolgerà per sempre, ma' il lenzuolo in mezzo al quale il parrucchiere isola la testa de! cliente come uno scoglio in mezzo al mare spumeg- i »n ui inni ^ --t'i"ii^E giante, per lavorarselo con comodo e a dovere. L'dncrociatore morente ritratto in mezzo alla pagina nell'atteg gjamento del cervo circonda f0 dai cani, ha quattro fu • maioli altissimi dai quali l'anima se ne va in forma di vapore leggero, e Nivaslo pensa che la nave sbanda meno per i colpi del nemico che per colpa di quei quattro fumaioli sproporzionati che gii hanno fatto perder l'equilibrio. Del resto perchè no? Cerne noi per abbandonarci al sonno pieghiamo la guancia sul guanciale, così le navi per riposare dovrebbero piegare il fianco sull'acqua che è il lóro guanciale, e di notte i mari lisci e tranquilli sarebbero pieni sotto la luna di navi coricate che galleg- giano con la chiglia e le an 1 tenne orizzontali. NivaBio ora ! C^gtn^aTfe^ 1 fumaiolo e con degli scaccia ! fumo orizzontali sul fianchi ripiegati indietro come i moncherini delle foche, nelle quali immaginazioni si può anche riconoscere il principio della forrqa aerodinamica. Ma non bisogna farci caso: sono immaginazioni « da i stazione dal parrucchiere». i , Le idee più assurde, più straordinarie, più acute altresì ci vengono mentre slamo sotto le mani del parrucchiere. Effetto della posizione costretta e del pnneipium tormentorum. In fondo noi che scriviamo le nostre idee sarebbero molto più folgoranti se ci abituassimo a lavorare in a I posizione di tortura ritti su un piede solo come gli uccelli -1 da oppure agganciati e, per je gambe alla traversa di I un'altalena; e a letto, per far , & S£ o j vremmc> cedere alla tentazio- o ne dì scioglierci da una posi¬ zione incomoda per passare a una posizione comoda, perchè libertà e comodità « imbor- fheslscono » il pensiero. D'un ratto un'ombra oscura lo sguardo di Nivasio Dolcemare: con un colpo di pettine il parrucchiere gli ha ribaltato il ciuffo sugli occhi. Nel buio, dei suoi capelli (« come una Maddalena » pensa Nivaslo Dolcemare) i pensieri gli si fanno pi,: fitti e puntuti, una densa foresta di pensieri che buttano scintille. Poi la forbice altrettanto repentinamente recide il ciuffo e la luce ritorna negli occhi di Nivasio Dolcemare. Chi è quel bell'adolescente che gli sta di fronte, il viso bianco e opaco, gli occhi pensosi nell'ombra delle orbite, la densa capellatura che scende a onde nere e turchine sulla pallida fronte? Una ghirlanda di fiori dipinti in diagonale dissimula la frattura dello specchio. Nivasio sente un profondo intenerimento, un profondo compiacimento di se come se latte tepido e dolce gli si spandesse nelle vene. Torno torno la bottega del parrucchiere scintilla di specchi che si moltiplicano uno nell'altro. Lo stesso profumo delle lozioni, il fiato dei vaporizzatori in azione soccorrono. E' principio d'estate. E' sera che dolcifica il giorno. D'un tratto si accendono le luci nella città. Si odono, le voci dei passanti, scorrono garrule voci femminili tra lo scampanio dei tram e il te-te te-te delle prime vetture senza cavalli. Nivaslo Dolcemare si vede « cosi » come ora si vede in quello specchio screziato sotto i fiori dipinti, si vede nel suo avvenire di musico, 1 successi, le donne e un amore che è una variante più bella dell'amore di Wagner per Matilde Wesendonk. (Culti il sipario). Seconda tappa (1924) NI- sio sta seduto sul divano accanto a Matilde. Costei non è l'allor sognata variante di Matilde Wesendonk e del resto non sarebbe il caso, considerato che nel maggio del 1915 Nivasio Dolcemare ha abbandonato la musica e si è dedicato alle lettere. Nivasio e Matilde tacciono, ma fino a pochi minuti prima Nivasio teneva a Matilde discorsi fittissimi, i quali del resto non erano se non la continuazione di molti altri discorsi altrettanto fitti e di tante passeggiate fatte assieme per le strade e 1 parchi cittadini, e di tante lettere scritte col cuore palpitante nel cuore della notte. Ma arrivato è 11 silenzio tanto desiderato, tanto temuto, e Nivasio Dolcemare sente con una certa quale apprensione (cui manca però ogni senso di sorpresa, tanto sperimentata è ormai la sua irrimediabile ti¬

Persone citate: Cerne, Luigi Barzini, Matilde Wesendonk, Nivusio Dolcemare, Tappe