UNA TREGUA DI DUE SETTIMANE tra minatori e governo

UNA TREGUA DI DUE SETTIMANE tra minatori e governo UNA TREGUA DI DUE SETTIMANE tra minatori e governo Roosevelt è agitatìssinio - L'equilibrio economico e la produzione bellica minacciati Buenos Aires, 3 maggio. Allo sciopero nelle miniere di carbone della Pensilvania e della Virginia secondo gli ultimi accertamenti parteci- ffa.no 480 mila minatori su un otale di 523 mila. Sebbene questa precisazione riduca la cifra precedentemente indicata, che era di 503 mila, la differenza è scarsa e lo sciopero è quasi generale. E' noto òhe gli operai chiedono un aumento di salario di due dollari al giorno e rifiutano di rimettersi alla decisione del Consiglio della mano d'opera di guerra che essendo un organismo ufficiale non può far altro che attenersi alle tariffe stabilite da Roosevelt. La richiesta degli operai è basata sul fatto che il loro salarlo non era stato adeguato al costo della vita prima che il presidente bloccasse i prezzi e le remunerazioni. La categoria dei minatori non è la sola a trovarsi in questa situazione, che d'altra parte tende ad aggravarsi per il fatto che la stabilizzazione dei prezzi ha avuto per conseguenza una rarefa' fazione di molti articoli che non possono essere trovati se non sul mercato nero. Se Roosevelt cedesse ai minatori sarebbe obbligato a cedere a moltissime altre categorie di lavoratori, ciò che l'oDbllgherebbe ad accettare un nuovo rialzo dei prezzi. Il pericolo dell'inflazione che il Presidente riteneva scongiurato si ripresenterebbe di nuovo. Egli si è lasciato prendere da una terribile agitazione allo scoppio di questo sciopero che minaccia l'equilibrio economico e che se si prolungasse getterebbe all'aria tutto il programma della produzione bellica. Il suo appello lanciato sabato ai minatori perchè riprendessero il lavoro svelava la sua concitazione. Egli ha invocato il loro patriottismo dicendo di avervi piena fldu eia. Ma quando ha definito lo sciopero come un sabotaggio della guerra ha in sostanza attribuito ad esso uno scopo politico. Frattanto, come sapete, ha ordinato l'occupazione milita' re di tutte le miniere. Ma se i minatori non lavorano altro che in .tuia infima percentuale questo provvedimento è de> sfinito a lasciare il tempo che trotti. In tempo di guerra 480 rni'ja minatori non si sostituì-' io cosi facilmente. Questo grave conflitto ha f*ande significato sia perchè -eoa mettersi in rapporto con l'impopolarità della guerra negli Stati Uniti, sia perchè dimostra la fragilità della situazione economica. All'ultima ora si annuncia da Washington che il presidente desia «Minatori Riuniti» John Lewis ha comunicato che è stato raggiunto con il Go vdq♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦ verno un accordo della durata di due settimane, in seguito al quale è terminata la sospensione del lavoro nelle miniere. Il potere di Roosevelt in gioco Lisbona, 3 maggio. In una corrispondenza da Washington si rileva che nella questione dello sciopero dei minatori degli Stati Uniti, la posta vera del gioco è il potere di Roosevelt e la sua capacità di regolare la situazione in modo soddisfacente senza, allontanare da sè 1 lavoratori industriali che costituiscono il grosso dei suoi elettori, dato che i finanzieri e i datori di lavoro sono repubblicsni e i fattori che hanno aderito a Roosevelt nei primi anni della sua presidenza hanno aderito di nuovo al blocco repubblicano. Cosi se Roosevelt dovesse eseguire la sua minaccia, nel caso che i minatori ignorasse, ro il suo appello, gli appoggi elettorali a lui necessari sarebbero compromessi e con essi tutta la sua politica postbellica. La questione capitale è sapere se i minatori seguiranno i sindacati o Roosevelt e il fatto che un numero cospicuo di essi abbia già abbandonato il lavoro dà un'idea della risposta. Le organizzazioni rivali di Lewis hanno esitato a rompere con Roosevelt sulla formula governativa del blocco dei salari, ma non esiteranno a farlo se Lewis dovesse ottenere vittoria. La forza di Lewis risiede nel fatto che le comunità dei minatori sono cosi scarse che « è difficile estrarre il carbone con le baionette >, secondo la espressione del capo sindacalista in risposta alla minaccia di Roosevelt di inviare truppe nelle regioni minerarie. Gli Stati Uniti e il Sudamerica

Luoghi citati: Buenos Aires, Lisbona, Stati Uniti, Virginia, Washington