I vegetali non " vegetano „ di Antonio Antonucci

I vegetali non " vegetano „ I vegetali non " vegetano „ Un fungo che sputa i semi verso la chetta in cerca d'amore - / facili costuperchè dei co/ori e del profumo - a e a o a te in un altro gigaro dove il polline farà il suo dovere. Le strette relazioni che corrono tra insetti e fiori sono interessantissime ma qualcuna arriva persino al capriccio, come avvi-ene per la Yucca, pianta tropicale. Da tempo immemorabile, essa ha un patto di mutua assistenza con una farfalla, la pronuba, la quale deposita le proprie uova nei suoi fiori femminili e questi le cedono graziosamente 20 ovuli per ogni larva da alimentare. Ne hanno tanti, e bisogna pure aiutare il pros simo. In cambio, la pronuba va in cerca di polline e glielo porta, mica abbandonandolo al caso ma iniettandoglielo direttamente con la proboscide nel ricettacolo ovarico. Questa pianta fiorisce anche in Europa ma non fruttifica, perchè la pronuba non ha resistito al nostro clima e la sua amante le è rimasta fedele, respingendo gli abbracci della fortuna o di altre farfalle. Il servizio nuziale degli insetti non è mai disinteressato. Attratti dal nettare, è soltanto per combinazione che essi trasportano il polline da un fiore all'altro. Probabilmente la secrezione del nettare è quindi un fatto cosciente, come lo è senza dubbio il chiudersi del fiore quando fa cattivo tempo, o nei periodi durante i quali gl'insetti di servizio riposano. Fecondato da insetti diurni, il fiore del papavero la sera si chiude, mentre il tabacco è dopo il tramonto che spalanca i propri fiori agli insetti notturni, resistendo, come margine di sicurezza, fino a mezzogiorno: Un amore infelice Un sospetto di coscienza si registra pure presso le piante ermafrodite. Polline e ricettacolo femminile si. trovano a poca distanza nello stesso fiore e la fecondazione potrebbe quindi avvenire in famiglia, come tra i Faraoni egiziani. Ma si direbbe che le piante siano al corrente del pericolo relativo al matrimonio tra consanguinei, sicché aspettano l'arrivo del polline straniero portato dagli insetti o dal vento. Ed evitare le tentazioni, in talune piante, come pero e pesco, gli organi maschili maturano prima. Ma se il caso ritarda con lo straniero, allora — soltanto allora — la pianta procede all'autofecondazione. Dove i sacchi del polline sono collocati in basso, come nel colchico, la pianta ne fa crescere i filamenti finché lo portano all'altezza del ricettacolo ovarico. Giustificato dalle circostanze, il maschio si permette una visita al domicilio della sposa. Gli anemoni e la genziana incurvano invece i filamenti femminili fino a raggiungere le capsule del polline. Sono piccole creature che hanno perduto la pazienza. Chi sa se il polline turista si agita per arrivare al fiore desiderato? Può anche darsi, ma è cosi piccolo, così piccolo, più piccolo di un granello di sabbia, e finirà dove il vento crede, magari nelle narici di una signorina delicata, cui procura la febbre del fieno, o nelle zone neutre dove muore. Spesso raggiunge un fiore qualsiasi, ma non è di casa sua e non è ricevuto. Talvolta è la casa di un parente prossimo, come pesco e ciliegio. Allora, il cuoricino del polline si allarga, il germoglio comincia, si allunga, arriva alle labbra femminili dov'è crudelmente respinto. Il che c'insegna che gli amori infelici non sono una malinconica esclusività dell'uomo. La fecond3ZÌone, essendo opera specifica, bisogna proprio appartenere alla stessa tribù per congiungersi. Fa- eccezione l'orchidea. La sua stupidità la rende ambiziosa (o viceversa), onde accetta l'omaggio del primo arrivato, con grande gioia dell'uomo che lo fa apposta e che ricava dalla bizzarria degli incroci fiori sempre più stravaganti. Ma può anche darsi che la buona bocca dell'orchidea sia un risultato della pigrizia. Infatti, essa tiene aperto il proprio flore per settanta giorni, la fecondazione ne dura quaranta, ci vcgHono due o tre mesi perchè spuntino le prime radici e le prime foglie. Quanto poi alla successiva fioritura, bisogna aspettare anni. Un mistero, intaccato soltanto da ipotesi, avvolge tuttora il colore e il profumo del fiori. Sembra che entrambi mirino ad attirare gli insetti. Quel fiore tropicale che imita la putrefazione dei cadaveri per invitare le mosche è certamente un utilitario, ma, e lrtn1v?I-shd Delle persone Indolenti, consuetudinarie, senza sangue nelle vene, suol dirsi che vegetano ma, parlando cosi, si fa torto ai vegetali, la cui vita è tutt'altro che semplice e niente affatto apatica. Basti ricordare che, per alimentarsi, essi abbisognano di dieci elementi; azoto, calcio, carbonio, ferro, fosforo, idrogeno, ossigeno, magnesio, potassio, zolfo, tutta roba che debbono procurarsi sul posto con intelligenza e laboratori chimici. Se fossero liberi, li vedremmo forse agitarsi al par degli uomini attivi, perchè intensa è la loro volontà di vivere. Volontà è una parola un po' frossa ma, in essi, c'è persino taccia di libero arbitrio: le loro radici si spingono verso le zone umide-ma, se provate a mettere nelle vicinanze una soluzione di solfato di calcio, eccole deviare verso queste sostanze più utili. Per quale forza ciò avvenga, non si sa. E di tutte le piante, molt'altro s'ignora, malgrado la scienza sempre più curiosa, dei cui risultati ci parla Elio Baldacci in un volume chiaro, interessante e ricco, edito da Bompiani (Vita privata delle piante). Hanno un'anima? In un certo qual senso, le piante hanno un'anima cosciente, talvolta persino nervosa. A toccare una foglia di mimosa, le vicine rabbrividiscono. Un piccolo fungo, il Pilobus crystallinus, messo in un ambiente con una sola apertura di luce non molto distante, è in questa direzione che sputa i propri semi una volta maturi. Fa insomma, coscientemente, il meglio che può per aiutare i discendenti. Le maigiovie, delle paludi tropicali, non affidano la propria fortuna ai capricci del caso e non lasciano quindi cadere i semi fino a quando le loro radici non sono molto sviluppate. Le vallimerie, piante acquatiche, divorziarono chissà quando tra maschi e femmine, onde alcune emettono solamente fiori maschili ed altri solamente femminili Questi ultimi rimangono attaccati al fusto, mentre quelli maschili, confezionati a guisa* di canotto, si staccano e nuotano verso gli altri cedendo loro per contatto il polline indispensabile alla riproduzione. Subito dopo il prezioso dono, il fiore femminile allunga il proprio picciolo, caccia la testa sott'acqua e s'immerge nella melma' A lasciarsi cadere, si rischierebbe le incognite della corrente, o dei venti dove l'acqua stagna. Cosi, invece, si e sicuri del domani come un agricoltore. Il gigaio è provvisto di organi maschili e femminili situati nello stesso asse carnoso ma divisi da peli che formano una specie di paravento. Nessuna fecondazione diretta è possibile. Ma ecco un insetto attirato dal nettare. L'ingresso è libero. I filamenti di guardia non si oppongono, salvo ad irrigidirsi subito dopo a guisa di trappola. Per uscire l'insetto si agita, si rotola, urta contro le pareti, ond'eccolo tutto coperto di polline'. Che paura! Per fortuna, era cosa da nulla, quindi l'insetto va tranquillamen. ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦ s'avvicinò alla Terra. Vide Carmine Gallone e Clara Calamai, Alessandro de Stefa ni e il piccolo Pucci. Vide orfanelle, sergenti, fornaretti; e l'epa di Mattoli, e i mille volti di Nerio Bernardi, e la commendevole abbondanza di Pappalardo, portiere di Cinecittà. Vide molte persone, ma non vide l'Ottimo produttore. Lo cercò fino al tramonto ; al tramonto volle entrare in una chiesa per raccogliersi nella preghiera. Seduto sui gradini del tempio, vestito di cenci, la mano tesa verso passanti, stava un uomo. L'Angelo riconobbe la sua fronte bassa, il suo viso prognato, le sue occhiaie fosche da malato di fegato. Fate la carità a un povero uomo rovinato — biascicava .lamentosamente Pombec, l'Ottimo produttore. Ma i passanti non gli davano nulla, perchè avevano fretta d'andare al cinematografo. tprincpipqns2spd Adriano Baracco luce - Fiori in bartumi dell'orchidea - Il Chimica sotterranea il o o, a, o n n a a ee i e s a o o ie en a, ea e, le. no. nsi n te è outurda anari eio: si te a a obe a, ni. te lo ra aeal oro ili ao, la nlo, ta nel fiata Gli rmle crta re si, o, di to di ui o e. re gli altri? E' noto che l'ape, la più diligente tra le lavoratrici « la più numerosa, con tutte le sue migliaia .di occhi, non vede 1 colori, se non per 11 loro risalto luminoso sul verde. Al buio, non lavora, ?ulndl, per essa, è ^inutile proumarsi e vestirsi di festa. Prefumo e colore non sono forse civetteria od estetismo, I-altri-due aspetti, cioè, della coscienza? Non per nulla, soltanto le piante superiori hanno fiori. Utilità degli umili Abbiamo accennato ai dieci elementi necessari alle piante per alimentarsi. I peli delle radici, funzionando da pompe aspiranti, utilizzano l'acqua del terreno dove sono sciolti i sali minerali che occorrono. Per il calcio, il ferro, il fosforo, il magnesio, il potassio e lo zolfo siamo dunque a posto. All'idrogeno e al- I ossigeno pensa la respirazione, la quale produce calore e questo scioglie le sostanze zuccherine m anidride carbonica e acqua. L'anidride carbonica, abbondante nell'aria, è assorbita anche dalla respirazione ma ecco, essa incontra la clorofilla che, come tutti sanno, è il verde delle piante. Costei scompone l'anidride carbonica in carbonio ed ossigeno. La pianta si tiene allora il carbonio e restituisce all'aria l'ossigeno che non le serve, motivo per cui nelle sue vicinanze laria è più sottile, più buona. Attenzione, però! La clorofilla lavora solamente alla luce. Se voi tenete piante nelle vostre stanze, durante la notte esse vi sottraggono una parte dell'ossigeno necessaria ella vostra respirazione. Resta ora da procurarsi l'azoto, elemento fondamentale delle proteine, basi della vita. Le radici non lo possono assorbire perchè insolubile nell'acqua, ma ecco preziosi ausiliarii nei funghi e nei'batterii. I funghi spingono i loro sottili filamenti fino alle radici delle piante, dove succhiano zucchero ma finiscono per trasmettere azoto. I batterli, più conosciuti sotto il nome di microbi, lavorano invece gratis e spesso in ambienti infami come l letamai. E' un lavoro febbrile e con mezzi minimi. Dove l'uomo ha bisogno di elettricità ad alto potenziale, di macchine complicate, di altissime temperature e di capitale azionarlo, taluni batterli ossidano con i propri mezzi l'ammoniaca pronta a evaporare nell'aria e la trasformano in anidride nitrosa che altri colleglli ridurranno in nitrati, i quali, solubili nell'acqua, portano l'azoto alla pianta. C'è un piccolo lavoratore, il bacillo radicicolo che si nutre di azoto come noi di ossìgeno. Esso si trova nelle radici delle leguminose e cede sostanze azotate alle piante che lo ospitano. Anche le muffe sono fornitrici di azoto. I coltivatori di orchidee le allevano contemporaneamente e le aggiungono al seme. Esse passano nelle cellule delle radici * rendono possibile la vita, altrimenti frustrata in qual siasi tentativo. Le sfruttatrici Un ultimo sintomo della coscienza delle piante possiamo ti ovario nell'Indisciplina di alcune: le piante carnivore. Per una pianta, è una vergogna non essere vegetariana, eppure... Notissima è la pianta pigliamosche, le cui labbra verdi scattano come mandibole all'arrivo della preda. Ma ce ne sono molte altre. Sanno forse che 11 cibo animale permette fiori più belli ? CI sono poi le sfruttatrici. II l'ischio e il loranto, s'incuneano nelle querele e vivono a loro spese. Hanno tuttavia il pudore di emettere le foglie come se vivessero di vita propria, mentre la cuscuta, terrore del trifoglio e dell'erba medica, non si preoccupa dell'apparenza. Altre, come le eufrasie, spingono le loro radici verso quelle di piante vicine e le derubano delle loro fatiche. Nelle foreste americane, le sfruttatrici abbondano. E ci dispiace di constatare che non godono nemmeno di cattiva Fama. Anzi, per il loro magnifico aspetto, sono tenute in grande considerazione. Dove non le venerano addirittura, le giudicano miracolose nel guarire l'itterizia, nel procurare l'amore della donna cara, nel portare fortuna, vuol nella caccia, vuoi nella pesca, vuoi nelle minori circostanze della vita. Antonio Antonucci ■/,.,..,■,,■„,.„,„ Pillili mussili

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