Il Premio della Montagna di Francesco Rosso

Il Premio della Montagna Il Premio della Montagna Madri di prodi alpinino ricevuto il riconosc Cuneo, 21 aprile. Piove. Un cielo basso grava sulla città ,col peso dei suoi nuvoli densi e pare opprima le timide donne, i gravi uomini, le stupite bimbe che, scese dai mlnrmril premio loro assegnato. Per , un giorno della loro vita hanlno abbandonato il lavoro, le e i i , o i a a e e monti, sono venute a ricevere aiprRpmmrlrno solo trasparire un ostinato i orgoglio. E dopo di lei, Mollo Anna | occupazioni cui attendono da anni e sono venuti, tutti in perfetta umiltà, a ricevere pubblica testimonianza dei loro sacrifici cotidiani, della loro instancabile opera di innamorati della montagna. Nel Teatro del Littorio, sul palcoscenico pavesato a tricolore, sono affluiti ad uno ad uno, ed il loro lento incedere può' essere paragonato allo scorrere silenzioso dei limpidi rivi che, incontrandosi e fondendosi, rumoreggiano spumosi e sempre più franchi e baldanzosi. 3 madri, 38 figli, 18 soldati Il Federale Glarey, alpino di buona tempra aostana, che ideò e volle questo « Premio della Montagna » inteso ad esaltare ed a spronare il complesso dei valori morali e fisici della gente dei monti, porge personalmente il premio ed il diploma a tutti i convenuti. Primo premio Anfosso Margherita in LoveTa, da Valdieri. Avanza sotto le luci, timida, sostenuta quasi dai quindici figli che le sono nati, assenti oggi, presenti solo con la forza vitale che da lei hanno preso. Cinque di essi sono alpini. Due sono Caduti in guerra, uno è disperso. Riceve il premio commossa, ma dura nei tratti del volto che nascondono l'intima sofferenza e lascia- in Muò, da Sommanva Perno Quattordici figli, sei saldati, uno caduto. Poi, secondo premio ex aequo, Mellano Agnese in Audisio, da Entraque. Nove figli, sette in grigioverde, uno morto in servizio, un altro ferito in Russia. Altre due mamme ancora, terzo premio ex aequo, Guardo Domenica e Marengo Antonia, portano, come le prime, i , a i o i i o i i a -1 ignoti. Quali misteriosi tesori e | di forza nasconde in sè que-jst'uomo perchè, privo total-|mente delia vista, abbia potu- incisi profondi i segni della,lunga maternità. Traspare da Iesse un raggio di gaudio dolo-iroso, simile all'amore, per lei fiumane di vita che hanno ge- j nerato. Gertoux Giovanni, da Pontechianale, primo premio per ! l'allevamento zootecnico e la coltivazione dei campi in r.lta montagna. Avanza il chiamato, incerto nei passi e nelle movenze, come se la luce delle lampade ed il lampo delle bandiere lo abbagli. Fissa gli occhi, lontano, ad un punto che noi non vediamo. Egli è cieco, completamente. Le sue spente pupille vedono mondi a noi , e - a , a; , l to da un campo incolto, in dieci anni di assiduo lavoro, far scaturire miracoli di vita? Con una spalla un po' più basta dell'altra, come se la borsa della posta ancora gli gravi sull'omero, è la volta del procaccia Fossati Spirito Antonio, da Sambuco, che da oltre quaranta anni percorre dieci chilometri di strada scoscesa perchè anche negli sperduti abituri, abbarbicati sui fianchi dei monti, non manchi la parola di chi, lontano, combatte e lavora. Il poeta che con la sua fervida vena ha celebrato le virtù native dei suoi montanari, le limpide vertiginose altezze dei i, soldati e bimbi hancimento delle loro virtù monti, la loro tristezza a sera, la loro gloria nel sole meridiano, quando ferve la vita operosa, Ernesto Caballo, da Limone Piemonte, è assente per ragioni dì servizio. Gli è stato assegnato il primo premio per il suo lavoro drammatico « Il pascolo dell'alpino Matteo », rappresentato con successo a Róma e trasmesso più volte per radio, in cui il tenace amore dell'alpigiano per il suo monto è espresso in visioni liriche di commovente sincerità. Un prete, dottori, maestre Chiuso nella cotta nera che lo fascia come il ministero di cui è apostolo da oltre quarantaquattro anni, Andreis don Giuseppe rappresenta la schiera innumere ed anonima dei sacerdoti dì montagna che sulle balze dirute, a più diretto contatto con Dio, spiegano la loro umile opera di apostoli della fede, dell'onestà, della probità, dell'amor di patria. I dottori Vigna Giuseppe e Barucchi Francesco, rispettivamente medici condotti a Vinadìo ed a Venasca, hanno avuto il primo premio ex aequo per la loro infaticabile opera. Su pei greppi, nelle povere case, nelle isolate baite essi hanno portato il raggio della loro umanità più che il valore del loro sapere, lenendo sofferenze, accarezzando con l'affetto corpi piagati e cuori feriti. Ponzo Pierina e Fresia Giovanni, insegnanti nelle scuole elementari di Frabosa Sottana e di S. Michele Prazzo, hanno avuto anch'essi il primo premio ex aequo. Ed ecco la piccola italiana Vincenti Maria, da Melle. Ogni i giorno, col sole o con la piog già, la neve o la dimoia, per- | corre i dodici chilometri di strada che la separano dalla scuola per assistere alle lezioni. Non correrà certo come le sue giovani compagne di pianura, garrule come passeri e la cartella roteante in una girandola di esuberante giovinezza; si conquista il suo sapere scalando e scendendo i fianchi del monte, Sfilano, sfilano i montanari dei picchi e delle valli cunee ,si, fieri del premio ricevuto, Idei riconoscimento ufficiale, ima come assenti, presi tutti i dal mondo di pensieri che è j stato per loro fino a ieri, e lo ara ancora domani, la dura realtà da vincere. Quanti sono ancora, mamme, contadini, medici, soldati, militi, ufficiali, procaccia, scolari, che dalla mano del Federale, del Prefetto, delll'Ecc. il Vescovo, del senatore Burgo, del sen. Tua, del Preside della provincia, del Podestà e del Provveditore agli studi in rappresentanza del Ministro dell'Educazione, ricevono la pubblica attestazione del loro silenzioso, caparbio, eroico amore per la montagna! Se lo spazio lo con sentisse, vorremmo dare anche qui, pubblicamente, il loro nome, perchè ne sono ben degni. Il premio, istituito con mirabile comprensione dal Federale Glarey, è al suo secondo anno di vita. Ogni anno, il 21 Aprile, nella ricorrenza del Natale di Roma e della Festa del Lavoro, verrà assegnato e varrà a rafforzare ancora di più, attraverso l'emulazione, le doti native di questi mirabili popolatori delle montagne cuneesi. Francesco Rosso ALFREDO SIGNORETTI Direttore responsabile Tipografia de La Stampa

Luoghi citati: Andreis, Frabosa Sottana, Limone Piemonte, Melle, Pontechianale, Roma, Russia, Sambuco, Valdieri, Venasca