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lei Moro e lei Moro e serrate in un blocco compatto per la difesa ad oltranza intorno a Tunisi e a Biserta La ritirata della I Armata dall'uadi El Akarit all'attuale linea di Enfidaville si è svolta con perfetta regolarità sventando tutti i tentativi nemici di aggirare le nostre forze e di incunearsi tra le nostre Divisioni - Sulle nuove posizioni, che costituiscono il bastione della difesa tunisina, si delinea giàquella battaglia che lo stesso nemico ha pronosticato "durissima e sanguinosa. Bollettino n, 1060 LA SITUAZIONE iilillliilltliiiiililiililliiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiliiiiiim In gara con i com Sul nuovo fronte Roma, 20 aprile. Il ripiegamento dalla linea degli Sciott (Uadi El Akarit) alla linea attuale di Enfidaville ha permesso ^alle forze dell'Asse di serrarsi in un blocco compatto per la difesa ad oltmnza. La radunata è stata possibile solo in grazia della condotta manovriera delle nostre»truppe e del valore combattivo dei reparti di protezione. Tutta la fase del ripiegamento è stata caratteriz-\ tuta dall'incessante sforzo an-\ glo-americano di incunearsi tra le divisioni in movimento e dai continui nostri combattimenti di arresto e di rallenr tamento. Nella mattinata del 6 aprile l'avversario, dopo vivacissima attività aerei e intensa preparazione di artiglieria, attaccava con fanterie e carri le divisioni « Spezia* e « Pistoia» e riusciva a occupare il Qdbel Rumano ed altre posizioni. Successivamente, con un altro poderoso attacco contro la divisione « Trieste » riuscirà a penetrare nel nostro schieramento. Bisognava evitare l'avvolgimento della linea e fu ordinato il' contrattacco, che Ipprtò alla riconqujuttfLdjgJ Qabel [Bumana è ail'atUUirnènto del¬ iiiiiiiii iiiMiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiniiiiii battenti l'urto nemico su tutto il fronte. Quando — sotto la pressione nemica esercitata da ovest, da sud-ovest e da sud — venne deciso il ripiegamento, intendimento del nostro comando fu quello di non logorare le forze in una affrettata imba¬ \ \ slgcVSs- iiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iimiin seconda classe Giovanni Milazzo, il deviatore Salvatore Germano, i guardamerci Ermenegildo Catania e Carmelo Buonafede, con ammirevole slancio e sprezzo del pericolo, durante una incursione aerea staccavano e allontanavano dai veicoli in. fiamme altri carri carichi di. carburante. Infine, il centurione della Milizia ferroviaria Domenico D'Avino, l'ispettore di seconda classe dott. Tommaso Quercia, il macchinista Francesco Sibilio, gli aiuti macchinisti Vincenzo Esposito, Carmine Iorio, Vincenzo Ruocco, Pietro Spiezia, Michele Russo, il capo manovratore Pietro Clementi, i manovratori Giuliano Astarita, Alberto Scarpetto, Raffaele Lippolis, Ferdinando Spasiano, il capo conduttore Francesco Musella, il manovratore Vincenzo Ciotola, e le Camicie nere scelte Marcello Petacca e Giovanni Oliva con pronta azione, senso del dovere e sprezzo del pericolo si adoperavano ad organizzare e ad eseguire l'allontanamento del materiale rotabile minacciato dagli scoppi del deposito munizioni avvenuto a Napoli il 28 marzo Stupidario nemico La flotta italiana, sotto il comando di ufficiali tedeschi Roma, 20 aprile. L'odierno « bollettino dello stupidario nemico » reca: RADIO MOSCA. — «L'agenzia d'informazioni sovietica dice che un ufficiale navale tedesco a nome DUrllrich, membro della missione navale tedesca in Italia, è stato ferito da colpi di pistola da parte di uno- sconosciuto a Napoli. DUrlirich, il quale ha riportato due gravi ferite, è stato portato all'ospedale privo di sensi ». « Si dichiara che 40 membri della missione navale tedesca debbono assumere il comando di molte unità della flotta Ita- liana di superficie e di som mergibili ». ■ Illlllllt Illlllllllllltllltllllllllltllttllllllll prpo ri, ala u mva hé irdo rairirlmpiin el ru di la te na Mei clima di un'ardente • ' concordia nazionale, e meglio, in quello di una solidale convergenza di ideali e. di interessi tra le categorie tutte della produzione, l'Italia proletaria e fascista celebra, oggi accomunate in una sola data densa di presagio, la fondazione dell'Urbe e la festa del lavoro. Non è una fortuita coincidenza e neppure un mero caso che nello stesso giorno si celebri il solco quadrato di Romolo e l'avvento della civiltà del lavoro. All'origine di Roma sta un atto di volontà imperiosa che si estrinseca in una attività manuale; sta un rito propiziatorio che si materializza in una fatica industre. Come a dire che Roma nasce, si accresce, si espande per mezzo di un lavoro intenso, di una dura e feconda . prestazione di menti e di to stitura di linee successive di difesa, ma di concentrarle invece suiti già prevista linea di Enfidaville, evitando di arrivarvi col fiato grosso e con i ranghi assottigliati. Per rendere possibile il lungo ripiegamento era necessa¬ 'iiiiiiiiiimiiiiiiii iiimmiiiiiiimiiiimimii rio però: 1) impegnare frontalmente il nemico sulla linea di El Ouettar e dell'Akarit; 2) contenere il suo tentativo aggirante nel settore di Maknassi; 3) frustrare il tentativo di incunearsi fra Pichon e Fonduk in direzione di Kairnan. • La pressione' dà sud e da sud-ovest divenne più pericolosa per un avvenuto congiungimento delle armate inglesi che facmava grandemente l^CosX f mtd , possibilita Vili armata britannica perche, ai attaglia manovrata al ne- SiiSiT, tilt mic° e 9» si regolò il tempo strade di rifornimento e dette jftSÉwnlte sul ritmò dei nostri basi algerine. Il 7 aprile un-,cannoni „ delle nostre mitra. che ti settore nord del fronte' nUctrid ebbe la sua scossa offensiva. ' '■■ ' ri. ... «i Ultimato con perfetto ordi- Intanto avveniva ,1 ripiega-\ne „ «piegamento sulle posimento della I armata verso il .„„, „. „„j„,.,,„.„ „.„ nord. Il nemico scontratosi. ^ che co" andamento concontro le nostre retroguardie,.tinuoJ.clrcondano'tfon "tt riusciva a realizzare un sens\-\aw * una settantina- di chilobile progresso nella sona nord metri, le piazzeforti di Biserdell'uadi Zarigar ed a raggiun-ta e di Tunisi, le truppe vi sogere l'uadi Buned; un altro alVstenevano ed infrangevano i gli veniva però imposto prima\prtmi'tentativi operati dal viesulla linea della Skirra da do-tmico fra il giorno 11 e il 16 ve, in seguitot Jsi manovrò fi- con l'intento di conseguire un no alle posizioni a nord del risultato decisivo, quadrivio di Asci.icina. ■ | Il giorno 9, jhentre si coni- i Su -queste posizioni, che coI stituiscono il bastione della di- -dotta a Mahares, mentre una \dura battagliainfunava-, fra \Fonduk e PiOhwi sul '■ /<%nr^ I dell'armata. Una penetrazione\ mini nniiiniiiiiiiiiiimiMiiMiiiiiitiiiiii nemica avvenuta presso Fondute portava a serrare i tempi e a ripiegare definitivamente nella zona di Enfidaville. Anche più a nord l'avversario tentava il successo rinnovando gli urti in direzione di Megez-El-Bab per aprirsi il varco fra Biserta e Tunisi; ma, dopo secondari successi locali, veniva validamente con- | i 9ueHa faglia, che lo stesso nemico ha pronosticato «du *. «d^ttoosa >v;::;f^j:ii Su -queste posizioni, che coI stituiscono il bastione della di- (Stefani) i umimiimiiiimiiimiiiiimiiiiiiiiMiimii i • Una nota precisa come si sia svolto il ripiegamento della I Armata dalla linea degli Scioltt alla linea attuale di Enfidaville. L'attacco frontale dell'ottava Armata di Montgomery avrebbe potuto essere contrastato molto più a lungo se non si fosse delineata la minaccia sul fianco occidentale: è stata questa la posizione di costante inferiorità che ha reso fatali e necessarie le due successive, ritirate. Resistere ad oltranza sulla linea di Mareth o su quella di El Akarit avrebbe significato esporsi troppo al piano nemico di sezionare le truppe dell'Asse con puntate su Sfàx e Susa. Si è dovuto quindi procedere all'abbandono di un vasto territorio in cui la superorità anglosassone in uomini e in materiali avrebbe potuto manifestarsi con manovre di aggiramento, per salvare quello che nella guerra conta soprattutto, cioè le forze combattenti. Gli ambiziosi progetti dell'avversario non sono stati realizzati e le unità italo-germaniche hanno potuto stabilirsi sulle posizioni fissate intorno a Tunisi e a Biserta sur un raggio difensivo ad una media di 70 km. dalle due città. Senza dubbio giuoca a nostro sfavore l'angustia dello spazio ; ma il fatto presenta anche il vantaggio che c'è la possibilità colle truppe a disposizione di presidiare efficientemente tutta la linea di resistenza.. Inoltre il terreno montagnoso impedisce ai nemici di sfruttare la loro superiorità in mezzi meccanici aia terrestri che aerei. Questa è la guerra delle sorprese e non è il caso di abbandonarsi a dei pronostici; ma appare probabile che le armate anglo-americane dovranno affrontare una, lotta ! dura e sanguinosa per raggiungere gli obiettivi finali. Forse la fase ' della guerra che si sta aprendo in Tunisia sarà molto differente dalle precedenti campagne africane. Ma Roosevelt e Churchill non lesineranno incitamenti e aiuti pur di far presto, pur di non restare troppo indietro nei calcoli del programma di Casablanca. • L'attacco della Pravda al governo fantasma di Sikorski ha un valore più che per il fatto contingente perchè esso dimostra come il Cremlino non accetti alcuna critica ed alcun limite al suo programma egemonico che non si arresta all'Europa orientale. E la pedata a Si korski è un ammonimento ai governi di Londra e di Washington i quali, riconoscendo ufficialmente l'attività dei fuorusciti polacchi, ne sono i naturali protettori: guai se inglesi e americani si attenteranno di ostacolare i piani di Mosca nella sua zona di influenza che non ha confini come non ne hanno le ideologie bolsce viche ! • In parecchi stati dell'America latina è un formico lare di iniziative dirette a sobillare la lotta contro il regime falangista in Spagna; si radunerà presto una pseudo-costituente che rivendi cherà la continuità della repubblica di Negrin e di Azana. I dirigenti dell'Inghilterra e degli Stati Uniti non partecipano apertamente a tale lavorìo ma sottomano lo favoriscono con tutti i mezzi perchè sperano di servirsene come un'arma di ricatto contro Franco finché dura la guerra. Se poi i plutomassonici dovessero vincere allora il giuoco verrebbe condotto a carte scoperte senza alcun compromesso contro il Falangismo reputato un nemico da sopprimere col ferro e col fuoco alla pari del Fascismo e del Nazionalsocialismo. E allora, in una simile deprecabile evenienza, nemmeno Salazar troverebbe pietà tra i rabbini e i venerabili delle logge. a. ». iiiiHiHiiiimiimiiiiiHiimmimiiiimimiiiiiiii Un fortino fra le dune su IIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII