Galleria di figure

Galleria di figure Galleria di figure della Napoli romantica i ' morbosi spasimi in una sua casalinga, superficiale sensibilità, cui forse meglio si confaceva lo stile del civettuolo languido Ineffabile Pietro Paolo Parzanese. Nessun tema romantico 11 Parzanese lasciò Intentato; arcadico e metastasiano, egli fu a volta a volta, e a modo suo, patetico, biblico, vaporoso, tetro, ingenuo; e scrisse II moro di Cuba e Caino che fugge, Un pugnale e 71 Castello del Gargano, e quel Oiuramento, cui fa da sfondo il generico Oriente di maniera, allora In voga Tacito, Irrequieto Kelt'ora del tramonto, All'ombra di un palmeto In riva all'Ellesponto. Sedea Rupetto, e l'avido Occhio spingendo in mar, Vedea di luce roeea I fluiti scintillar... Tremendissimi gH argomenti, e bislacche e barocche le arditezze dell'immaginazione; ma: «Descrivere una bella primavera in gioventù a Napoli par di dipìngere un brillante », diceva la Codemo. Be nedetto sole, benedetti temperamenti; in quella « primavera» ci senti davvero letizia, gioia di vivere, effusa felicita. Il romantico avvolto di ne ri panni ci fa la figura del barbagianni, sperduto nella gran luce del mezzodì. Questo Et genere, per la società borghese e intellettuale, con 1 suol caffè, il Molo, Le Due Sicilie, con 1 salotti e le conversazioni, In casa di Francesco Ricciardi, della poetessa Giuseppina Guaccl, di donna Lucia de Thomasis, del Mancini, e le riviste, e i giornali letterari, e le «strenne» poetiche, L'iride, Mergellina, lo Zeffiro, La sirena... Le signore leggevano Giorgio Sand, le sartine Paul de Kock. Se qualche giovinetto esaltato, osserva il Clone, giunse per vie*ramanti che al suicidio, il romanticismo per quasi tutti fu più che altro un'intenzione, un vagheggiamento; la realtà era bonaria e modesta, come quei trattenimenti nei quali si ascoltava la musica del pianista Ernesto A. L Coop, Notturni, Réveries, Pensieri lugubri, e si ballava la polka. L'angoscioso dissidio della generazione del '30 I veri romantici, innovatori, promotori del futuro, erano poi naturalmente uomini di ben diverso respiro. Nel confronti della letteratura napoletana la crisi romantica è strettamente collegata, dice il Cione, all'angoscioso dissidio della generazione del '30 che, « affacciatasi alla vita piena di fiducia e di speranza », dovette poi rinunziare ad ogni attiva, partecipazione politica, < e si sentiva perciò morire di « desideri rientrati ». Tanto meglio se ne accentua 11 serio carattere. Già nominammo il De Sanctis; superfluo insistervi. Egli che scrisse le sue opere dopo, ma si formò prima del '48, appare tuttavia al centro di quell'Incalzante nuova coltura, cui da terre straniere confluivano la Stael e Chateaubriand. Lamartine e Hugo, Kant e Schiller, gli Schlegel ed Hegel, promovendone e sorpassandone insieme, in una superiore conquista del fatto poetico, fantasia e civiltà, 11 fermento romantico. Domina In certo modo lo sforzo metafisico storico fantastico del tempo l'opera sovrana di Giambattista Vico, onde Luigi la Vista, discepolo del De Sanotis, poteva scrivere: eli miglior commentatore della Scienza Nuova a me pare il secolo nostro tutto ». Ma la filosofia germanica pur non vi ebbe piccola parte, da Pasquale Galluppi e dal Coletti, Interpreti cristiani del rigorismo kantiano, a Bertrando Spaventa. Intanto il senso di quel la che $ forza nuova ottocen tesca, tale da risolvere, in sé i vari aspetti della conoscenza, da identificarsi con la vita stessa, totale, dello spirito, vogliamo dire la storia, è .nettamente affermato, in polemica con la filosofia professorale ormai superata, da Stanislao Gatti: « Perchè ogni verità — egli scrive — è nello spirito, e la storia è appunto la coscienza dello spirito dell'umanità e del suo cammino e delle leggi d'ogni suo progresso». E gli studi storici furono a Napoli coltivatisslmi, e accanto agli studi pur fiorirono in gran copia le opere di amena letteratura storica, romanzi e novelle. Mentre la collezione di romanzi storici dell'editore Vaspandoch: Antologia storicoromantica, faceva posto a traduzioni da Walter Scott e Al fred De Vigny. pullulavano le opere originali e indigene: Ceccarella Carafa, Il figlio del proscritto, Maria ed Ernesto Montebruna, Angiola della Rocca, La figlia adottiva di Venezia (Bianca Cappello), e queir Ultimo d& Caropani a Bari, storia del secolo XI il cui autore, « caporal foriere al sesto reggimento di linea Farnese », sfidava a singoiar tenzone chiunque dubitasse del coraggio dei suol compatrioti». Le allodole del Re e una bottata di Cammarano Ma nel gran moto romantico, ch'ebbe ideali di patria, e libertà, di nazione e di « primato », vanno in certo modo comprese molte altre cose. Il nazionalismo filosofico, ad ea empio, di Saverio Baldacchini, che tendeva al ritorno di antichi filosofi, Telesio Bruno Campanella Vico, e della «scuola spiritualistica fondata dal magnifico Lorenzo e da Cosimo suo padre ». E lo stesso purismo linguistico — per quanto il Puoti definisse 11 romanticismo < ultima rovina» degli studi —, non poteva essere del tutto estraneo agli spiriti romantici: sia nel gusto dei primitivi e di una candida religiosità — l'aureo Trecento —, eia per quell'amore del linguaggio antico e nostro, e pur sempre vivo dai secoli remoti, per quel senso perenne e geloso della patria fantasia, che si esprimeva, si, con pedantesco esclusivismo, ma anche con presentimenti di sensibilità e idealità nuove. Il che è ben colto dal Cione. L'indagine si estende di molto, ad ogni forma d'arte e di pensiero; rilevando nello stesso teatro dialettale un interesse derivati, da romantiche Ideologie. A noi. del famosissimo « San Carlino », place ricordare un vecchio dialogo, che il Cione riporta, tra Vincenzo Cammarano detto Giancola e il Borbone. Re Ferdi-

Luoghi citati: Bari, Cuba, Napoli, Venezia