La partecipazione dei marittimi

La partecipazione dei marittimi La partecipazione dei marittimi alla battaglia sull'altra sponda Roma. 15 aprile. tli pMentre le truppe italiane e germaniche' contendono, in impari ed aspra lotta, il territorio tunisino al nemico, va ricordata l'opera di coloro che sulle Insidiate rotte mediterranee e nei porti italiani e della Tunisia, sostengono, per alimentare la nostra difesa, la più violenta delle offensive aeronavali. L'avversario sa che nella battaglia d'Africa l'elemento principale in suo favore è lo squilibrio fra eli opposti mezzi derivante dalle diverse possibilità delle arterie di rifornimento: molteplici per esso, limitate per noi. E' per aumentare sempre più tale squilibrio che egli ha lanciato, all'inizio dell'attuale grande offensiva, i suoi aerei e il suo naviglio sottile sulle nostre vie di comunicazione. Recidere 11 sistema dei rifornimenti delle forze dell'Asse: questo è il suo scopo. Le nostre città portuali hanno cosi subito e subiscono massicce incursioni, ma le navi mercantili salpano egualmente verso il sud; e attraverso gli sbarramenti di mine, sfidando la minaccia degli aerei, delle navi da guerra, e di sommergibili, portano il loro prezioso càrico ai soldati che combattono oltre. I. marittimi Italiani sono 1 prò tagonistt di questa silenziosa, continua, incessante lotta. Essi non conoscono retrovie; sono combattenti di prima linea nel tormentati porti d'imbarco, sono combattenti di prima linea sul mare, sono combattenti tra i combattenti negli approdi tunisini, poiché l'offesa nemica non concede tregua. Del loro sacrificio testimoniano le perdite annunciate nei riepiloghi mensili del nostro quartler generale delle FF. AA. Ma il marittimo,- ormai adusato al rischio, sa guardare in faccia 11 destino e conosce il suo alto dovere. Tutta la riconoscenza del popolo italiano va a questi umili silenziosi combattenti del mare. Senza il loro cosciente coraggio, senza il loro spirito di sacrificio, non si sarebbe avverato 11 < miracolo tunisino » per cui un nucleo di audaci, trasportato dagli aerei nel drammatico momento dello sbarco anglo-americano, è diventato un'armata. Quando le forze avversarie occuparono l'Africa settentrionale francese, la propaganda nemica magnificò il «grande convoglio>, che solo la ricchezza, l'organizzazione, la potenza aeronavale «alleata », avevano potuto realizzare. Il « grande convoglio » fu simbolo della « schiacciante potenza > plutocratica ormai spiegata a battaglia. Ma gli americani, che già pregustavano l'incontestata e imminente marcia su Biserta e su Tunisi,. furono-costretti a segnare il passo dalla pronta reazione dell'Asse, progressivamente crescente in estensione' e vigore; e da cinque mesi le divisioni di Roosevelt cozzano contro la nostra difesa Ciò non era nel previsto americano, ma è pur stata ed è la miracolosa realtà: anche 1 popoli poveri hanno saputo organizzare il loro « grande convoglio > scaglio nato nel tempo, ma con un rfsul tato che non può non destare me ravlglia. Il miracolo logistico è opera principalmente del marittimi: sono essi che lo hanno reso-possibile con il loro diuturno sacrificio. E' per questo che i nomi del duemllanovantaquattro marittimi, ufficiali e comuni, caduti sulle insidiate rotte nel compimento del dovere, sono scritti a caratteri indelebili nell'albo- d'oro della Patria, accanto a quelli del più fui gidl eroi delle Forze Armate. Stfi) (Stefani) Naufraghi di un vapora bslga sbarcati a Las Palmas Las Palmas, 15 aprile. ' Dodici naufraghi del piroscafo belga Noamda, navigante per conto dell'Inghilterra, affondato dal sottomarini Bell'Asse, sono stati raccolti sulla costa dell'Africa, dal vapore spagnolo LeyncastiUo, li quale li ha trasportati a Las Palmas.

Persone citate: Palmas, Roosevelt

Luoghi citati: Africa, Inghilterra, Las, Las Palmas, Roma, Tunisi, Tunisia