All'invito di Roosevelt

All'invito di Roosevelt All'invito di Roosevelt Stalin non ha ancora risposto Le mistificazioni della propgiosa in Russia -1 dissidi in Berna, 8 aprile. (S.) - L'Invito che Roosevelt ha rivolto a Stalin perchè accetti un convegno allo scopo di accordare le sue idee con quelle di Washing-1 ton sugli scopi di guerra, è rima- I sto finora senza risposta. L'invito del Presidente, come si ricorderà, era stato preceduto da un discor-1 so del vice-Presidente Wallace, il quale aveva dichiarato necessario un accordo con Mosca e aveva trovato anche possibilissimo ba- sarlo sui principi cristiani. Dopo l'invito, vari giornali americani | hanno espresso l'opinione che i di' rigenti russi non nutrano quei ne- ri propositi che si attribuiscono 1 loro rispetto agli Stati dell'Euro- pa Orientale, e nemmeno inten- [dono svolgere opera di bolscevte- zazione al di fuori dei loro confini. Uno dei sottosegretari del Dipar- !timento di Stato, Berle, è tornato sull'argomento esprimente idee non disslmili e mostrando di rite-!nere possibile un'intesa diretta russo-americana su basi diverse da quella russo-britannica. Religione e propaganda Queste, in Svizzera, vengono giudicate ingenuità. Le B5aier Nachrichten, occupandosi soprat- fctutto dell'asserzione di Wallace 1che nell'Unione Sovietica sia sta ta ristabilita la libertà religiosa e perciò sia possibile una futura collaborazione su basi cristiane, wnwwiMiwie au umi tuonane, crudeltà commesse dal regime bolscevico contro i preti, la soppressione di quasi tutte le parrocchie, la proibizione di stampare un solo libro religioso. Ma un fatto inatteso avvenne al principio dell'invasione della Russia nel giugno del 1941. I tedeschi, conoscendo il bisogno di religione del popolo, ristabilirono immediatamente la libertà del culto e allora tutti appesero al posto del ritratti di Lenin e di Stalin le sacre immagini che tenevano nascoste. Di colpo i sovietici cessarono la propaganda antireligiosa, chiusero i musei del senza Dio e giunsero al punto di organizzare preghiere pubbliche alle quali la pò l polarione partecipò in massa. Ma Iun fatto più inatteso ancora 6 l'accennata pubblicazione di un libro, in edizione di gran lusso, intitolato « La liberti sulla religione in Russia», nel quale si vuol dimostrare che nell'Unione Sovietica v'è piena libertà di credenza e di culto. Il volume è Illustrato da fotografie di dignitari religiosi, di chiese e di pubblicazioni sacre. Questo dopo venticinque anni in cui è stato delitto vendere o comprare un libro religioso. Ma il carattere di quest'opera non è dubbio: si tratta di propaganda per l'estero. Lo stesso carattere hanno le pubblicazioni alle quali Wallace si è riferito nel suo discorso, citandole come prove documentarie. In realtà nulla è mutato inRussia: delle 454 chiese ortodosse di Mosca ne sono aperte ventlcin-que, comprese quelle dello scisma rosso, perchè vengono fatte visi' tare agli stranieri per ingannarli. Nell'ultimo censimento del 1936 il settanta per cento degli abitanti, rispondendo all'apposita domanda, si dichiararono « credenti in Dio ». Ciò corrisponde per Mosca a quattro milioni di persone. In conseguenza uno su mille di loro può essere contenuto nelle venticinque chiese della capitale, e ciò basta per farle traboccare. Cosi nella Pasqua del 1942 è stata celebrata nella chiesa dell'Epifania une solenne funzione, ripetutamente fotografata e sfruttata... E' su slmili documenti che basa le sue opinioni il vice-Presidente degli i Ui P i gStati Uniti d'America. Perciò in | Madrid 8 aprile ^im^l Si .?Ut° Cre1ere alla! <«• *••)■ Due piani diversi — e possibilità di un'intesa sincera e;oltrechè 'diversi, divergenti — soefficace fra 1 America e 1 Unione ; no 8tati pubblicati quasi simultaSovietica, come non si crede alla neamente a Londra e a Nuova sincerità di quella conclusa su al-,York per l'organizzazione econome basi fra 1 Inghilterra e la !mlca mondiale dopo la guerra. IeRussia. I ri l'altro fu divulgato in America E' molto notato frattanto 11 si-'un «piano Morgenthau» tendenlenzio mantenuto dal Ministro de- te sostanzialmente a istituire una gli Esteri britannico, nel suo'divisa internazionale comune a discorso odierno alla Camera!tutti i paesi e ieri venne pubblidei Comuni, sui rapporti fra cato a Londra il « piano Keynes » f;Ii anglosassoni e l'Unione Sovie- che aspira a raggiungere un fine ica, se si eccettua un accenno ini- analogo ma con metodi e proceziale in cui egli si è limitato a dimenti ben diversi, ricordare la visita a Mosca e ad j Narra il corrispondente della esprimere la sua soddisfazione per i Vanguardia a Londra nella sua aver potuto avere la possibilità di i cronaca telegrafica di oggi che discussioni analoghe con gli Stati l'apparizione del « piano MorgenUniti. Questo accenno conferma thau » ha suscitato a Londra « una che il problema russo è stato di- certa sorpresa». Gli inglesi erescusso a Washington sebbene il devano e pareva naturale che il Ministro non lo abbia espressa- « piano Keynes * fosse stato eiamente compreso fra gli argomen- : borato d'accordo con le sommità ti trattati. Inoltre che questo prò- della Finanza e dell'economia ablema abbia influito negativa- ! mericana tanto più che il noto eroente sulle conversazioni lo si de- conomista che ne è l'autore aveduce dall'ammissione fatta dal Mi- Iva avuto negli ultimi tempi una nistro degli Esteri che gli scambi serie di colloquii con personalità di vedute hanno avuto carattere i delle due rive dell'Atlantico. Il puramente consultivo e non han-1 fatto che i due piani siano usciti no impegnato nè gli Stati Uniti i indipendentemente: l'uno dall'altro nè la Gran Bretagna perchè nes- dimostra che il disaccordo fra sun impegno poteva essere preso I suoi autori e fra gli ambienti di senza prima aver consultato «gli!0,"1 «a»! rtfle"ono rispettivamente altri governi interessati». 11 W1*^*0' è.totale. Ambedue ì piani, secondo si può capire dalle notizie che ne dà il giornalista spagnolo citato, navigano abbastanza nel vago ma , l'uno e l'altro rendono il tributo rali avrebbero riguardato le que-igi potere dell'oro pur cercando di stioni militari e quelle della coo-lfrenare gu eccessi. Secondo il perazlone politica fra alleati. Il « piano Keynes» l'oro diverrebbe capo del Foreign Office ha impli-luna semplice mercanzia la quale citamente ammesso che questa ; sarebbe spedita alla Cassa di cooperazione politica non esiste ! compensazione internazionale da quando ha dichiarato che «man:quel paese che si trovasse con un mano che la guerra va avanti di--eccesso di importazioni e quindi viene sempre più importante che | con un debito rispetto alia Cassa vi sia una stretta coordinazione I di compensazione. Quello che nella sfera politica come in quella : Keynes non dice è come si rimemilitare, ma che la prima è molto idierebbe alla carenza d'oro che più difficile ad ottenersi», e haIfatalmente colpirebbe i paesi che soggiunto: «Se potremo ottenereIper qualche anno si trovassero in Una difficile collaborazione Questi scambi di vedute gene- t ttt llbi olidfit non appunto mediante ggpquesta stretta collaborazione politica saremo meglio in grado di sopportare le tensioni e gli sforzi che si manifesteranno ». Nel citare come esempio la « questione dell'Africa del nord » ha incauta- mente confermato anche questo dissidio, pur tendendo a dimostra- re che se gli Stati Uniti hanno mantenuto a lungo le relazioni di- Dlomatiche con Vichy lo hanno 'atto non per una speciale tene- aganda sulla tolleranza reliteralleati sempre più evidenti rezza verso quel governo ma perchè cosi hanno potuto esercitare la loro opera di spionaggio e in seguito agli accordi presi con i francesi traditori hanno potuto sl stemare numerosi loro agenti nel l'Africa del Nord, Si giudica qui che le trattative 1 fra inglesi e americani dovranno essere lunghe e laboriose dal mo mento che Eden ha dichiarato di aver citato l'esemplo dell'Africa del Nord per mostrare di qua! pe nere siano le questioni che i due | paesi dovranno continuare a di' Bcutere fino a che non avranno trovato l'accordo. Ha ciò ohe ap¬ 1 P&re più grave e malaccorto è che il rappresentante del Foreign [Office ha apertamente rìconosciu to l'antipatia reciproca da cui so no animati i cugini, dicendo: « Mi sl permetterà di fare un'osserva 210116 e?lIla natura delle nostre relazioni col governo e col popo10 stati Uniti- Cret,° cne commetteremmo un errore cer cando di fondare queste relazioni principalmente sul sentimento che forse noi ci amiamo sempre molto reciprocamente. Credo che sia pure un errore tentar di fondarle I ^S^1 comuni, o una paren tela comune oppure sulla lingua fc^^^wJSn^^H ni? vo"° es9e^f circostanze m cui dif- 1 feriamo gli uni dagli altri. Credo dunque preferibile fondarle sulla baise dell'interesse cornine a mai), tenere la pace mondiale ». <3pcnntìn lp inrcpv;'vp •sniesra- tanto la pia intenzione di tenere domani con la forza la Germania, l'Italia e il Giappone in etato di soggezione, mentre sui problemi pasf-bellici l'accordo è completamente da farsi e le conversazioni di Washington non sono state che un principio. Dopo il discorso, il laburista Greenwood ha espresso la speranza di una visita proficua di Cordoli Hull a Londra e ha chiesto che sia permessa alla Camera una discussione. Il governo ha risposto manifestando solo l'intenzione di esaminare questa possibilità. -r e i L aCCOrOdiscussione. Il sto manifestanddi esaminare q r e i L aCCOrOO CllItUialC fra Romania e Italia ._„, . , „ . _ iP«* ^}r^ci £er la, Romania, i ed U Ministro Bova-Scoppa per | l'Italia, Bucarest, 8 aprile. Stasera alla sede del Ministero della Cultura Popolare è stato prò ceduto alla firma dei testi di un accordo culturale fra la Romania e l'Italia. Erano presenti la delegazione italiana e quella romena che hanno svolto le trattative per questo accordo, il Ministro della Cultura Nazionale, prof. Petrovlci, il Sottosegretario alla Propaganda prof. Marco, il R. Ministro d'Italia a Bucarest Bova-Scoppa. i Hanno firmato il testo il Ministro