I NI TURCHIA ' di Italo Zingarelli

I NI TURCHIA ' I NI TURCHIA ' II fisco fa politica Gli stranieri restituiscono alla Turchia kemalista ciò che altri stranieri presero alla Turchia sultaniale Istanbul, 1 aprile. L'ultimo Kurban Bayram — fetrta mussulmana che ricorre pochi giorni prima del nostro Natale — ha visto piangere e disperarsi in Turchia, maomettani, cristiani ed ebrei, tutti colpiti da un fisco inesorabile; nè consolava 1 veri turchi, avendo tempo e voglia di rifletterci, che i non maomettani — lè minoranze e gli stranieri — erano stati colpiti assai più fortemente, giacché il dover dare al fisco su due piedi cento o ciitquecento biglietti da mille è fatto grave anche ee si sa che un ignoto, o magari un amico, ha da darne il doppio o il triplo, come in questo caso e realmente avvenuto. La legge è di quelle che sconvolgono l'assetto e l'aspetto di classi sociali e di un paese: è tremenda, e tuttavia sarebbe assurdo interpretarla macchinazione di un malvagio fisco, perchè non è fiscale, ma politica e risponde allo spirito del rinascente nazionalismo turco che già altre volte tentammo di descrivere e commentare. Aggiungete che slamo in tempo di guerra e che in Turchia, il fisco ha sempre gravato la mano, sicché ogni mese allo stipendiato fisso tocca cedere allo Stato circa un terzo dei suoi assegni. Nell'altra guerra, la Turchia sultaniale, quando si trattò di lottare contro la speculazione ed il rincaro, non sfoggiò soverchia energia e prese misure che fecero più male che bene, avendo istituito commissioni le quali si diedero anch'esse a speculare. Viceversa Maometto IV, savio regnante del Seicento, aveva escogitato un metodo di controllo tutto suo, che dopo cadde in disuso: giorno per giorno Maometto IV si faceva una passeggiatola per Istanbul, accompagnato da cinque o sei persone, fra le quali un boia; in un negozio comprava una pagnotta, in un altro un pezzo di carne, e se il peso non era giusto o il prezzo eccessivo, ad un cenno della testa del Sultano 11 boia provvedeva a far saltare la testa dell'individuo. Ma troppo a lungo non può essere durata, perchè sebbene a quei tempi — che molti si ostinano a chiamare beati — non ci fosse telefono, la voce del metodo imperiale fra gli esercenti dovrà pure essersi sparsa. Un giorno... felice Addi 19 dicembre ultimo scorso, un sabato che precedeva la domenica e un lunedi festivo, i cittadini che avevano letto nei giornali le due solite cortesi righe: « Auguriamo ai lettori musulmani un felicissimo Kurban Bayram», videro affisse ai muri llsfe di contribuenti chiamati a versare Ittico et immediate la somma specificata per ciascuno. Cosi a Istanbul, il signor Beniamino Barzilay apprese che aveva da pagare al fisco, una volta tanto trenta milioni di nostre lire; il signor Halil Ali Bezman appurò che a lui si domanda vano venti due milioni e mezzo e la ditta Gislaved si seppe tassata per milioni 18. Una lira turca vale 15 nostre lire, ed in Turchia, dove la circolazione cartacea appena durante la guerra ha raggiunto i 700 milioni di lire turche, grandi fortune non ce nè sono troppe. La imposta sul patrimonio, forse appunto per questo motivo, è stata applicata alla popolazione intera e debbono pagarla il grosso ed 11 piccolo commerciante, il rappre sentante delle più potenti case si derurgiche tedesche e il piazzista di cotonina, l'importatore e il rivenditore di pellami, l'importatore di stoffe ed il sarto e altresì 1 proprietari di certi giornali, a modestissima tiratura — difficilmente superiore alle duemila copie — che a Istanbul vedono la luce in francese o in tedesco, giornali le cui redazioni sono composte di due o tre individui di buona volontà e di cultura enciclopedica. Per molte di queste aziende che raramente hanno avuto in" cassa le mille lire, mettere insieme ventimila Ite. è una materiale impossibilità, una rovina; un rappresentante di prodotti chimici avrà ben guadagnato, nel corso degli anni, discrete somme, ma di certo non avrà pensato ad accantonare le 40 o le 50 mila Ite. che l'erario ora gli ha chiesto di cedergli entro quindici giorni,-reclamando nelle successive due settimane un interesse dell'I per cento' e minacciando alla scadenza di questi termini l'espropriazione o l'invio ai lavori forzati, il cui programma è stato Ugualmente reso di pubblica ragione: Strada Palo-Élazig; strada Dlyarbakir-Bitlis-Van; strada Erzurum-Aghri; miniere; lavori sui monti Zigana, a Erzurum, nei passi di Devebum, a Agzt, sui monti Kopa; costruzione delle mio ve strade di Hakkari, Diyarbakir e nel distretto di Palu. Scaduto il termine ai 18 di gen naio. i sequestri di mobili ed im mobili hanno avuto subito inizio e con essi gli arresti del contribuenti insolventi, eccezion fatta degli uomini al disopra dei 55 anni e delle donne; In febbraio andranno all'asta le case, negozi e i terreni, mar'le aste del beni mobili già si succedono, anzi i prezzi realizzati con le prime vendite sono stati cosi alti — guarda fenomeno — da stupire le stesse autorità; c" uscieri avevano ordine di lasciare agl'insolventi 1 soli strumenti di lavoro e gli oggetti e gli attrezzi di stretto uso personale. I proprietari d'Immobili hanno ben cercato di sbarazzarsi di case e terreni per procurarsi danaro liquido, ma la contemporaneità delle molte offerte e la difficoltà di trovare, in una situazione simile, chi avesse quattrini da investire, ha praticamente impedito 1° transazioni del genere. Alla scadenza del termine, dei 400 milioni di Ite. (sei miliardi di lire) che l'imposta avrebbe dovuto dare, ne risultavano pagati 180 — meno della metà — e nella sola Istan bui furono tratte in arresto 300 persone che invece di versare contributi fra 4 milioni e mezzo *j 15 vscco1ofiziorstbnppnpptooradtariczhspmbacglgqrtstszdslbatsa milioni di nostre lire a testa avevano dato anticipi irrisori: ai 27 di gennaio partiva quindi per Erzurum il primo scaglione di forzati, diretti ad un campo pronto ad accoglierne diecimila, mentre altri campi si preparano altrove, ritenendo il Minuterò dei lavori pubblici che la schiera debba arrivare a centomila. Il Governo corrisponderà ai forzati Ite. 2,50 al giorno e tratterrà la metà della somma per il mantenimento dell'individuo, dandogli credito dell'altra metà a sconto dell'imposta arretrata. Ragion per cui, chi avrebbe dovuto pagare 1 milione di Ite. e non ha pagato, diciamo, che 200.000, accreditandogli lo Stato 540 Ite. all'anno non avrà seria speranza di finir presto. I moventi della misura e e i o e e e , è a e 0 a Le liste affisse alla vigilia del Kurban Bayran furono accompagnate da un decreto che sbarrava tutti i conti bancari sino al pagamento dell'imposta da parte del titolare e dalla sospensione completa delle partenze per l'estero: poteva partire solo chi avesse dimostrato d'essere in regola col fisco, o avesse trovato un garante In grado di pagare per lui, mentre per gli stranieri di passaggio — commercianti, giornalisti eccetera — si accettava la garanzia delle rappresentanze diplomatiche. Ignoro se qualcuno sia riuscito lo stesso a prendere la fuga; ho letto unicamente di pochi arresti alla frontiera siriana. Quanto ai moventi della radicale drastica misura, faremo presto a riassumerli. In primo luogo si narra che morto nell'estate Refik Saydam, 1 commercianti avessero assicurato al nuovo presidente del Consiglio Saragioglu che abolendo le restrizioni introdotte dal suo predeces sore, la merce sarebbe venuta tuo ri dal ricettacoli e i prezzi sareb bero caduti: avvenne invece che : nuovi prezzi superarono quelli del perseguitato mercato nero. L'im posta sul patrimonio dovrebbe costringere i detentori di grosse partite a buttare i generi sul mercato, ma le ditte molto forti "pare non abbiano provato tale necessità e anche se avessero voluto la rarefazione del danaro non avrebbe permesso al rivenditori di assorbire subito la merce. Finora il ribasso è irrilevante. Più serii sono i motivi di ordine valutario. Nel 1938, prima dello scoppio dell'attuale guerra, la circolazione cartacea ammontava a 191 milioni di Ite. e la lira turca oro valeva 11,12 lire carta: alla fine di dicembre del '42 la circolazione era a 764 milioni e la lira oro a 38. Col ricavato dell'imposta lo Stato vuole pagare il debito che ha con la Banca Nazionale e riportare la lira oro a un prezzo fra 15 e 20 lire carta. Appena decisa l'imposta sul patrimonio la lira oro è infatti discesa di parecchio; adesso è di nuovo a 32, però è un corso nominale, in quanto alla domanda non corrisponde offerta. i L'avvenire mostrerà se la misura, alla quale il Governo dichiara di aver dovuto far ricorso una volta tanto, sia atta a stimolare il risparmio. Una cosa è comunque certa e cioè che la nazionalizzazione della vita economica turca ha compiuto un passo gigantesco: sulle liste, il posto d'onore è apparso riservato agli ebrei, agli armeni e agli stranieri, e formidabile risulta quindi ii colpo vibrato all'elemento non turco In genere, che ha da cedere all'erario la maggior parte dei beni, le aziende o le case,. e forse decidersi ad emigrare, lasciando in Turchia tutto quello ch'era riuscito a guadagnare fra i turchi. Anche se non frutterà la gigantesca somma prevista, equivalente alla metà dell'intera circolazione cartacea, l'Imposta frutterà una più vasta turchizzazione del commercio e dell'industria, che ad 'Istanbul in ispecie sono tuttora prevalentemente nelle mani di non turchi. Per farla breve, gli stranieri restituiscono alla Turchia kemalista ciò che altri stranieri presero alla Turchia sultaniale. Italo Zingarelli vlsmlvaiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiinniiiiiiiiiitiiiiiMiiiiiiiiHiiiiiiiii Una pattuglia di pionieri si parare un guasto alla lin

Persone citate: Bayram, Beniamino Barzilay, Halil Ali, Kopa, Maometto Iv, Palu, Strada Palo-élazig