Il Segretario del Partito

Il Segretario del Partito Il Segretario del Partito conchiude il suo viaggio in Sicilia La vibrante manifestazione del popolo di Enna — La fervida parola di Vidassoni Enna, 29 marzo. Ad Enna, in un'atmosfera di vibrante entusiasmo popolare, il Segretario del Partito ha concluso 11 viaggio attraverso 11 quale, in due riprese, ha visitato tutte le Provincie della Sicilia in guerra. Le camicie nere di Enna avendo avuto notizia della visita del Gerarca e del particolare significato che assumeva la sua sosta ad Enna per il fatto dì essere quella conclusiva del suo lungo itinerario, si erano raccolte numerosissime nella piazza del palazzo del Governo. Al sto arrivo il Ministro Vidussoni che era accompagnato dal prefetto della provincia e dal segretario federale, è stato accolto da altissime acclamazioni al Duce che sono continuate a lungo. E' stato quindi circondato dalla folla in mezzo alla quale si é cameratescamente trattenuto. Mentre le acclamazioni si prolungavano instancabili, il Segretario del Partito è salito nel palazzo del Governo ed è quindi apparso dal balcone centrale che si apre sulla grande piazza per dare attraverso le camicie nere di Enna il suo saluto a tutto il popolo siciliano. « Mi sono soffermato nelle città, nei borghi e nei casolari di campagna — ha detto il Segretario del Partito — a diretto contatto con il ferreo popolo siciliuno per ascoltare la sua voce nel clima ardente della guerra. Una sola è stata l'unanime e possente espressale che ovunque ho potuto raccogliere: quella dell'assoluta dedifede nel suo genio ». Una lunghissima ovazione ha interrotto le parole del Ministro Vidussoni. quasi a riconfermare con la voce della più salda passione le sue affermazioni. Il Segretario del Partito è quindi passato a tracciare in rapida sintesi un consuntivo spirituale del suo viaggio che può ben definirsi un incontro con il vero popolo siciliano: quello della prima linea colpita dal nemico, quello delle città e del campi dove si lavora con ferma tenacia per il conseguimento della vittoria. <Lo spirito die già conoscevo del popolo siciliano — egli ha detto in maniera incisiva — mi è apparso rinsaldato dalle difficoltà del momento e temprato dalle prove dell'offesa nemica. Vi do atto che mai i siciliani sono stati così certi nella vittoria come in questo nel quale la barbara ira nemica si è accanita ciecamente contro le loro chiese e contro le loro case. Ogni città della Sicilia è una trincea nella quale uomini, donne e gio vanissimi danno alla Patria il loro sangue con lo stesso impeto generoso del Vespro e dell'impresa dei Mille ». Ancora una volta U grido della folla ha Interrotto il ministro Vidussoni il quale ha dato al popolo siciliano la consegna per la sua fervida azione concludendo il suo discorso con queste parole: « Una 3ola sia la vostra aspirazione: quella di seguire il Duce ovunque Egli ordinerà. Una sola sia la vostra certezza, quella di tutti gli Italiani: Za vittoria. Vittoria che non potrà mancare a quei popoli che eroicamente combattono su tutti i fronti per l'affermazione di una più alta giustizia sociale nell'Europa e nel mondo ». Un'ardente manifestazione di fede ha coronato l'infiammatissima allocuzione del Segretario del Partito il quale facendosi strada fra fitte ali di popolo si è allontanato dal palazzo del governo per recarsi nella sede della Federazione dei Fasci di Combattimento. Nella città di Enna il Segretario del Partito ha anche visitato la sede del Dopolavoro del Littorio, la località dove verrà instai lata una nuova colònia della Gii la sede dei Fasci Femminili e quella del Guf dove i fascisti e le fasciste universitarie gli hanno fatto prendere conoscenza del lavoro ef fettuato per la preparazione dei littoriali del lavoro e dell'attività svolta a favore dei combattenti Il ministro Vidussoni si è quindi recato a Nicosia dove ha inaugurato un educatorio della Gli che ospiterà un cospicuo gruppo di giovani A Leonforte, fascio primogenito della provincia, il Segretario del Partito, accolto da una vibrante manifestazione, ha tenuto rapporto alle gerarchie, dando le direttive per l'azione da svolgere soprattutto in materia di assistenza. Compiute queste visite, il Ministro Vidussoni ha tenuto rapporto nella Casa Littoria ai gerarchi della Federazione dei Fasci di combattimento. Dopo evere illustrato I compiti che spettano alle organizzazioni fasciste in relazione alle esigenze dell' attuale momento, 11 Gerarca ha affermato che, mentre tanti camerati e tanti gerarchi offrono generosamente la propria vita sui campi di battaglia per la maggiore grandezza della Patria, le file del Partito devono essere rese sempre più salde e combattive: in esse devono trovare posto soltanto quelli che per la propria fede danno affidamento di poter contribuire all'assolvimento delle consegne che il Duce ha dato alle masse organizzate della rivoluzione. Prima di lasciare la provincia di Enna il Segretario del Partito ha volutcancora fermarsi presso altri centri per rendersi conto del funzionamento delle organizzazioni capillari. Egli si è cosi portato a Nissoria, ad Agira e a Regalbuto. Ovunque egli è stato accolto dalle più fervide acclamazioni al Duce e dovunque egli si è Intrattenuto fra II popolo dopo avere tenuto rap porto nella Casa del Fascio ai ge rarchi delle organizzazioni capillari.- Nella' stessa giornata il Segre tarlo' del Partito ha presenziato In un centro. siciliano a un rappresentazione' organizzata dal Dopolavoro per le forze armate con la partecipazione di artisti che sono attualmente alle armi In un intermezzo della recita, 11 Gerarca ha consegnato ad alcuni camerati in grigio-verde gli attestati degli esami da essi superati nelle scuole serali appositamente organizzate presso i reparti, suscitando vibranti acclamazioni all'indirizzo del Duce. Con queste manifestazioni sorte spontaneamente dall'anima popolare, commossa dalla presenza del Gerarca e dal particolare interessamento che il Partito rivolge alle camicie nere siciliane, si è concluso 11 lungo Itinerario del Ministro Vidussoni nell'isola. Attraverso questo viaggio è ancora una volta apparso come il popolo italiano tanto più è vicino al pericolo quanto più si abbatte su di esso la bieca Ira del nemico che con tutti 1 mezzi, ma sempre invano, tenta di Intaccare il fronte iterno della Nazione in armi. L Nonna a 31 anno Ferrara, 29 marzo. Tale Amedea Barioni fu Napoleone, vedova di Severino Buzzoni, nata nel sobborgo di S. Giorgio il 29 settembre 1904 e residente nella nostra città in via Salinguerra 16, madre di sette figli dei quali alcuni viventi, può essere considerata la più giovane nonna d'Italia. La sua figlia maggiorenne, Uva ' Buzzont, nata a Maiero di Portomaggiore il 27 marzo 1922, dava alla luce presso la nostra Maternità, sei anni or sono e precisamente il 22 luglio 193& una bambina, tuttora vivente a nome Valeria Izzo. Alla nascita della Valeria, la nonna Amedea Barioni non aveva che 31 anni e 10 mesi. SI ritiene che ogni primato, tanto per la provincia di Ferrara che per l'Italia sia battuto. Fors'anche la maternità della figliola Uva Buzzoni é pressoché imbattibile, poiché quando dava alla luce la Valeria non aveva che 14 anni. Derubata di un anello di valore al letto di un moribondo Genova, 29 marzo. ,La cinquantenne Adelaide Co mella si recava ieri l'altro all'ospedale di S. Martino per visitarvi un conoscente gravemente infermo. Dovendo allontanarsi un momento, la Cornelia lasciava la borsetta sul letto dell'ammalato'; tornata, la riprendeva, e si recava a casa, dove constatava con meraviglia la scomparsa di nn anello del valore di 3.000 lire, che era nella borsetta stessa. La Cornelia ritornava all'ospedale, dove apprendeva che 11 conoscente era deceduto, e veniva quindi a mancare 11 testimone che le avrebbe potuto dire chi aveva manomesso la borsetta. Vince una quaterna ma distrugge la bolletta per errore Celle Ligure, 29 marzo. La signora Rosa Amatori, sfollata da Torino, aveva giocato la settimana scorsa una quaterna per tutte le ruote. Giunta a casa, trovando nella borsetta anche la bolletta della giocata della settimana prima, la signora la distrug- f:eva. Malauguratamente, nella retta, l'Amatori rlduceva a pez zettlni la bolletta della giocata buona buttandoli poi nelle immondizie. E' facile immaginare il disappunto della distratta signora quando, usciti i numeri giocati, trovava nella borsetta la bolletta della settimana precedente e non quella buona.