La nevicata degli agnelli

La nevicata degli agnelli La nevicata degli agnelli Nella seconda metà di marzo tre o quattro giorni di neve conchiudono abitualmente l'inverno romeno; le pecore figliano e i contadini preparano le semenze vari e infine con l'organizzazione delle cooperative di produzione le quali concentrano e distribuiscono i mezzi di lavoro e, occorrendo, il capitale. Cosi lo Stato ha .riportato l'economia agraria a un equilibro che la riforma aveva bruscamente interrotto. Ma è evidente che il successo morale, politico e sociale dèlia riforma è stato immenso. Mentre i proprietari espropriati si sono fàcilmente rassegnati conservando tuttavia una parte non piccolissima degli antichi possessi, i contadini, diventati piccoli proprietari, hanno costituito la base, la radice, della nuova Romania. La riforma ha operato più profondamente, e con obiettivi essenzialmente politici, nelle regioni annesse dopo l'altra guerra, le quali vivevano in regimi press'a poco feudali. Per esempio, la Russia zarista aveva ridotto alta miseria e alla schiavitù le popolazioni della Bessarabia, creando il latifondo e favorendo l'abusivo arricchimento della classe nobile; Il feno meno zarista si ripeteva per una istintiva associazione, seppure in scala minore, anche dentro i confini del principato romeno. Dopo le riforme strappate allo zar dai moti sociali, la situazione in Bessarabia era questa: tre milioni di ettari erano posseduti da settantatre mila grandi e medi proprietari, poco più di seicentomila ettari erano divisi fra duecentosedicimila piccoli proprietari, circa due ettari e mezzo per famiglia. Ma più di mezzo milione erano i braccianti i quali vivevano del poco lavoro stagionale, \/xssai male ricompensato. Appena dopo l'annessione, il governo romeno, per saldare le nuove popolazioni allo Stato, promulgò la riforma agraria ottenendo che la massa dei contadini diventata proprietaria non solamente diventasse fedelissima dello Stato ma combattesse anche contro il bolscevismo che premeva alle porte della Bessarabia e che, anzi, in Bessarabia aveva fatto una prima sommaria esperienza proprio durante il suo sanguinoso sbocciare. rivoluzione, le divisioni russe fu rono prese dal contagio; e i capi comunisti escogitarono di uccidere il generale Cerbacev, ancor fedele allo zar con poche truppe, di imprigionare Re Ferdinando che stava a Jassy e d'instaurare la repubblica bolscevica romena. Quei capi comunisti, badate bene, erano russi, non romeni, russi capitati per caso in terra romena. L'esercito romeno era a pezzi dopo le sconfitte subite combattendo contro gli austro-tedeschi; aveva perduto la capitale,, gli alleati erano lontani e insensibili alle domande di aiuto. Tuttavia si organizzò per combattere contro le divisioni russe.che spargevano il terrore nella Moldavia e nella Bucovina, saccheggiando i raccolti, bruciando i villaggi, uccidendo coloro che tentavano di resistere, borghesi e proletari. Ma l'esercito romeno appena rattoppato combattè vittoriosamente contro i bolscevichi i quali, infine, furono ri cacciati dalla Moldavia, dalla Bes sarabia e dalla Bucovina. Nessun romeno è bolscevico: i due"perso maggi comunisti che passano come romeni, il famoso RakowsM e Boris Btefanov, detto anche Stelian Scarlat, con nome appunto romeno, sono mezzo bulgari e mezzo russi, slavi insomma, e comunque intellettuali, non proletari e tanto meno contadini. Nessun contadino romeno è bolscevico, ma i fautori dei movimenti nazionali romeni sono essenzialmente contadini, i più fieri soldati romeni sono contadini. BUCAREST, marzo. La nevicata degli agnelli è una tradizione, un rito, della campa.' gna romena. Dopo il quindici di marzo, anche se prima U sole abhia sciolto le grandi nevi del lungo inverno, il cielo s'imbianca di fiocchi delicati come schiuma di latte. Un po' di freddo conchiude l'inverno e il viaggio nella primavera è imminente. Le pecore figliano, i contadini preparano le semenze. E' un rito della campagna romena. La terra attende lo sposalizio con l'aratro che apre il solco nel suo ventre immortale. Si chiama cosi, poi che le pecore figliano — nevicata degli agnelli — con nome gentile e religioso. Paese patriarcale La Romania è un paese patriarcale perchè è un paese di contadini. La capitale con sue tolette occidentali, con sue aspirazioni all'eleganza e al novecentismo, e un mondo con il quale la campagna, che è poi tutta la Romania, non ha gran che da spartire. Bucarest è, come tutte le capitali, un po' frenetica e scervellata, un po' scettica. Vero è die con la guerra ha mutato costume, ma tuttavia conserva un suo particolare modo di intendere le cose, conserva la sua aspirazione alla bellezza e alla comodità, sì che maledice la neve che la campagna accoglie con sentimento religioso, anche questa neve così lieve che sembra .una carezza. La Calea Victoriei, la grande strada di Bucarest che spesso ha eccitato la fantasia non innocente di giornalisti e di scrittori, non intende la soavità delle neve. E come può intenderla se impedi 5C8 le fermate dinanzi alle vetrine tuttavia piène di belle fe buone cose? Per amare la neve non bi sogna calzare scarpe scollate nè vestire abiti leggeri. • Il con tadino romeno veste all'antica, con i pantaloni stretti alla caviglia e il gonnellino di tela dura coperto da un pellicciotto. Ma Calea Victoriei è un lungo corridoio di sottili eleganze le quali non amano nemmeno la lieve e dolce nevicata degli agnelli, la breve carezza del vento di marzo. Lo Stato romeno ha le sue radici nei contadini, più che in una borghesia la quale è appena nata. La borghesia è un fatto bucarestino, costituita dai commercianti « da qualche antico agricoltore diventato, dopo una o due' generazioni, avvocato professore medico; è una borghesia professionale intellettualistica, che rappresenta, anzi, i<ìi'antinoniia con il capitalismo. La borghesia agraria è scomparsa; più che una borghesia, era un'aristocrazia feudaiistica appunto scomparsa dopo la riforma agraria, che è uno dei fatti più importanti dell'ultima storia della Romania. Con la riforma la Romania è diventata stato contadino, democrazia, potremmo dire, di contadini piccoli proprietari. Si intende che il risultato economico della riforma è stato, nei prim'anni, disastroso. La terra così ricca e feconda è dominata dal freddo e dalla neve e perciò restia a colture intensive; la sua ricchezza è rappresentata essenzialmente dal grano e dal granturco, cioè da colture uniche eseguite generalmente in vastissime estensioni. L'orto, le molteplici colture mediterranee, non esistono. Senso della terra Questa guerra ha dimostrato l'attaccamento dei contadini romeni alla patria che combatte contro la Russia. C'è dunque, nei contadini romeni, il sentimento della patria, profondo, purissimo; ma quanto è stato rafforzato, questo sentimento, dal fatto ch'essi sono diventati proprietari della terra, parte viva, efficiente, della patria romena"! Quanto ha influito, nel sentimento antibolscevico, il fatto ch'essi diventati padroni temono di veder collettivizzata la terra se il bolscevismo trionfasse'! La guerra appunto, questa guerra che ha suo preciso carattere sociale, ha sancito definitivamente il successo della riforma agraria eseguita dal Governo romeno, or sono anni. Ma questi contadini, poi, hanno il senso delfa terra. Del resto tutti i veri contadini hanno il senso della terra. Dio e laXerra sono tutt'uno, eterni, perenni. La nevicata degli agnelli che è il preludio della primavera appare ai contadini romeni come una festa religiosa della natura. Nascono, in quest'epoca, gli agnelli, creature di Dio che saranno imbanditi, nella Pasqua, sull' altare di Dio. Tutto muore e tutto risorge: la terra che ha dormito cosi lungamente durante l'inverno, si desta. L'ultima neve l'accarezza, e la stempera per l'imminente amplesso dell'aratro. Un privilegio Era naturale che il mutamento così repentino d'un regime agrario millenario dovesse provocare turbamenti e danni economici gravi; i quali via via sono stati mitigati e ridotti dall'intervento statale; ma è altrettanto naturale che la riforma suscitasse un consenso morale e politico assai profondo. L'esperienza di questi ultimi vent'anni dimostra che il comunismo, il quale appunto batte la grancas sa • proprio sulla socializzazione della terra, una grancassa che logicamente atfiro gran numero di persone affamate di terra, non ha avuto successo in Romania che è a quattro passi dalla Russia, fisi coniente più esposta alla propaganda comunista e soggetta, specialmente negli ultimi tempi, a vaste crisi di regime le quali, in altre condizioni, le avrebbero potuto essere fatali. Il fatto è, invece, che se reclute bolsceviche sono state arruolate in Romania esse provengono dagli ebrei e dalla borghesia bucarestina, simile al l'altre borghesie, le quali per smanie intellettualistiche, per snobismo e per certo sadismo, anelano il sanguinario esperimento. I contadini romeni non hanno dato reclute al bolscevismo, sono stati, anzi, i principali esponenti della lotta contro il comunismo. La Romania possiede il privilegio d'aver combattuto prima di ogni altro paese contro la Russia comunista. Voi ricordate certamente ohe, durante l'altra guerra, divisioni russe vennero in Romania per combattere contro i tedeschi e gli austriaci. Scoppiata la Alfio Russo Carestia neU'Irak Ankara, 29 marzo. Nell'Irak le crescenti difficoltà dei trasporti dovuti alle continue requisizioni di automezzi ed alla mancanza di materiale di ricambio ha causato in alcune Provincie periferiche molto gravi carestie non ostante che il paese abbia avuto quest'anno un buon raccolto di cereali. Le autorità britanniche hanno rifiutato di mettere a disposizione automezzi militari continuando invece a requisire per i propri usi le giacenze di grano che non possono essere inviate nelle regioni che ne hanno scarsità. Successo d'una riforma La grande proprietà concentrando i mezzi della produzione, [animali e macchine, e pagando j bossi safari, ero economicamente \più redditizia; il suo frazionamento, appunto per la mancanza di capitale e di mezzi di lavoro, produsse immediatamente -una forte crisi, obbligando lo Stato a intervenire con prestiti e soccorsi omaggio ed ora ella riposa in pace nella tomba che si è scelta.

Persone citate: Alfio Russo, Boris Btefanov, Re Ferdinando, Stelian Scarlat