Il generale Gavino Pizzolato

Il generale Gavino Pizzolato Il generale Gavino Pizzolato è morto combattendo in Tunisia L'eroica figura del Caduto comandante la divisione aviotrasportabile La Spezia Roma, 29 marzo, i Alla eroica schiera dei generali caduti perle. Patria durante rat-|tuale conflitto, si unisce il generale di divisione Gavino Pizzolato, morto durante gli ultimi combattimenti al fronte tunisina lì generale Pizzolato era nato ai Sorso (Sassari) il 26 febbraio 1884. Sottotenente di artiglieria nel 1906, partecipò alla guerra 1915-18 col gradi di capitano e di maggiore, come comandante di batteria, prima, e, poi, di gruppo d'artiglieria da campagna. Diede brillanti provedi perizia professionale e di grande ardimento nelle giornate del 28-29 giugno 1916 a Monte Fortino di Villanova; del 7 agosto 1916 sul San Michele e del 15 giugno 1918 a Capo d'Argine (Piave), meritando due medaglie d'argento, una di bronzo e la promozione a maggiore per Imerito di guerra. Nel dopoguerra prestò servizio presso reggimenti di artiglieria, finché, nel 1923, venne destinato in Tripolitania, con mansioni politico-militari, partecipando attivamente alle operazioni per la conquista del Gebel Tharuna. Rimpatriò nel febbraio 1926 ottenendo, subito dopo, la promozione a tenente colonnello. Nel maggio del 1927 fu destinato in Eritrea, ove esplicò la carica di commissario regionale di Agordat fino all'agosto 1929. Sotto tale data fu trasferito In Cirenaica, con le funzioni di comandante di artiglieria. Tornato in Italia nel 1931, fu destinato al reggimento artiglieria a cavallo come comandante di gruppo. Nel 1933 fu promosso colonnello per merito eccezionale e nominato comandante del reggimento artiglieria leggera. ^ Conseguita la promozione a generale di brigata nel giugno 1938 rivestì la carica di vice comandante della divisione motorizzata « Trento », poi di vice comandante e comandante della divisione celere « Emanuele Filiberto Te. sta di ferro». Nel febbraio 1941 fu destinato al comando della divisione corazzata «Centauro», operante sul fronte greco-albanese. Promosso generale di divisione assunse il comando della divisione avio-trasportabtle «La Spezia» ohe ha tenuto fino al giorno della sua gloriosa morte. (ti) (Stefani) i |del padre fli „n Caduto La fiera lettera a i o o a i n l o o a e o l e » « Come padre ho 3 cuore straziato, cdme italiano sono orgoglioso di aver dato un figlio alla Patria» Roma, 29 marzo. Si moltipllcano ©girvi giorno, ingenui e commoventi, i documenti della grandezza d'animo del popolo italiano. Così ieri è giunta al Federale dell'Urbe una lettera scritta dal camerata Pietro Ruflni, imbianchino, abitante nel popolare quartiere della Garbatella. Questo padre cosi esprime la sua. nerezza per aver dato all'Italia il figlio Mario, caporalmaggiore caduto in combattimento sul fronte africano. «Io sottoscritto Ruflni Pietro vi comunico col più profondo dolore, ma pieno di orgogliosa nerezza, la morte di mio figlio Mario, caporalmaggiore del 46° Reggimento artiglieria motorizzato, avvenuta il 5 giugno 1942 in Africa Settentrionale. Una lettera del deposito del suo Reggimento mi descrive il suo eroico comportamento durante la battaglia in cui trovò eroica fine. Come padre ho il cuore straziato, ma come italiano sono orgoglioso di aver dato un figlio alla Patria per il bene della nostra santa Italia e per il nostro amato Duce. « Egli, fin da piccolo, appartenne alla Gii. come avanguardista. Durante la sua permanenza alle armi ha voluto rifiutare la licenza di convalescenza che gli spettava per ferite riportate in un altro fatto d'arme: .ciò serva di incitamento e di esempio ai nostri camerati ». Alla famiglia del caporalmaggiore Ruflni ha cosi scritto il tenente colonnello alle cui dipendenze apparteneva l'eroe: « Per informazioni assunte da ufficiali ora presenti qui e al deposito, ho 1 onore di informarvi cbe vostro figlio si è comportato da prode durante tutto il periodo trascorso in zona di operazione, periodo conclusosi con la sua eroica morte con la quale ha luminosamente dimostrato di aver saputo spingere fino all'estremo sacrificio, la sua fede e la sua dedizione per la Patria, di cui tutta la sua breve vita era stata un fulgido esempio. La sua memoria reitera imperitura ai camerati e ai superiori che lo conobbero».

Persone citate: Duce, Emanuele Filiberto, Gavino Pizzolato, Imerito, Pizzolato, Villanova