Anche i governi fantasma contro i piani

Anche i governi fantasma contro i piani Anche i governi fantasma contro i piani La protesta dell'olandese Van Kleffens - Serrata critica svizzera alla progettata, ricostruzione della S. d. N. Berna, 25 marzo, ((8.) - Certi accenni, volutameli-1 te ambigui, dell'ultimo discorso di Churchill sulla Società delle Na- zioni, hanno fatto credere a molti che l'Inghilterra intenda davvero fare risorgere dalla tomba la Le-, ga ginevrina. Una parte del programma che la Beuter ha nascosto all'estero e che soltanto l'Exchange ha rivelato, ma che perciò è passata inosservata a molti commentatori stranieri è quella che si riferisce all'inquadramento degli Stati minori nell'organizzazione economica e militare delle grandi potenze alleate. Eppure questo punto era chiarissimamente esposto nell'ultimo!articolo del Times, che conteneva I la necessità di una fusione dello l sforzo militare ed economico nel ! quadro delle nazioni unite, e che! citava anche come esempio quello iattuale dell'America e della GraniBretagna: «Reparti militari diiuna nazione combattono sotto il ! comando di un'altra e l'una haimesso a disposizione dell'altra le | sue basi. In ciò è da riconoscersi | l'inizio di una vera forza militare internazionale >. Si ricorderà anche che, per quanto riguarda più specialmente rEuropa orientale, il Times ha scritto: « Il nucleo della forza militare ed economica in quei terri tori deve èssere creato anzitutto ! dalla Russia, unico paese ad oriente della Germania, Ucui pos- sibilila industriali siano all'altez- !za del compito >. L'esempio delle truppe britanniche che combattono sotto il comando americano non. potrebbe essere più atto a significare che;domani Je forze degli Stati del-|l'Europa orientale dovrebbero essere sottoposte al comando supremo di Mojca, per marciare contro la Germania se questa osasse rialzare la testa. Di tutto ciò gli Stati neutrali si vanno persuadendo a poco a poco. Ora per esempio la Buisse si i accorge che, secondo il piano bri tannico, domani le piccole nazio ni dovrebbero procedere alle san zioni decise dal Consiglio dell'Eu ropa. Ora se in seno al Consiglio prevalesse l'eguaglianza del di ritti, la sua azione risulterebbe paralizzata per la mancanza dell'unanimità. Rimane quindi l'altra ipotesi, che il Consiglio sia dominato dalle grandi potenze, e che 1 piccoli Stati debbano rispettare, decisioni che non 11 riguardano e che possono anche essere contrarie ai loro interessi. Il giornale si domanda anche se tutte le Nazioni unite, anche le minori, aderirebbero spontaneamente ad un slmile progetto. Inol !tre riscontra .un altro scoglio nel I predominio della Gran Bretagna l e dell'Unione Sovietica in seno al ! Consiglio dell'Europa, ! Ma la protesta forse più signiificativa viene proprio da Londra: ili sedicente ministro degli esteri id'Olanda, van Kleffens, replica al! l'ultimo articolo del Times, neiffanao cne 1 opinione delle grandi | Potenze debba avere sempre mag| por valore di quella delle picco re, e rinfacciando alla Gran Bretagna di aver sacrificato il suo Paese per i suoi interessi. « Si dice talvolta che le grandi Potenze hanno diritto all'ultima parola perchè sono loro che fanno 11 maggior sacrificio. Io dubito che ! Jue^«^ "£2*&&£^1%L SLSSL^S^JLSSIS2^Ì'J« ^a8!^*|*^0J^^^rt,d?S !errori commessi dalle grandi Po- ;^" 3 |auea" a n e e a i e d i i tenze spesso contro 11 Toro consi- filo formale. L'esistenza degli tati minori, a causa di questi errori, è talvolta messa in pericolo maggiore di quella dei loro più potenti. Non bisogna i nemmeno sottovalutare l'importanza delle Potenze minori. Per non portare che un esemplo, che cosa sarebbe successo della Gran Bretagna, degli Stati Uniti, della Russia e dewfa Cina, se la Polonia, la Norvegia, l'Olanda, il Belgio, la Jugoslavia e la Grecia si fossero sottoposte senz'altro alla Germania? La marcia In avanti dell'Asse sarebbe stata accelerata a tal punto che avrebbe potuto avere risultati disastrosi. I Paesi Bassi hanno una popolazione' di 9 milioni di abitanti in Europa e di 70 milioni in Asia. Quale diritto hanno due, tre o quattro grandi Potenze di decidere le sorti di queste moltitudini? So perfettamente che devono essere fatte concessioni alle necessità d'ordine pratico, ma esse devono essere considerate dagli altri Stati come concessioni e non come-l'esercizio di un loro diritto ben fondato. Se vogliamo restare fedeli alla democrazia bisogna che prevalga questa idea. Non si può proclamare la democrazia ed al tempo stesso concedere privilegi ad una minoranza di Stati. I popoli-dei Paesi occupati hanno 11 diritto di attendersi qualche cosa di molto diverso >. Quanto all'enorme difficoltà di raggruppare gli Stati piccoli e mèdi in federazioni regionali, es sa è dimostrata dai falliti tentativi del Governi fuggiti' a Londra fier giungere ad un accordo slmle. I due blocchi che erano stati formati, quello ceke-polacco e quello greco-jugoslavo, sono in crisi. La vera ragione, dice il corrispondente della Tot, consiste nel fatto che non si possono fe derare Stati che nel loro Interno sono concepiti su base centralistica ed unitaria e che il retaggio giacobino delle repubbliche « une e indivisibili » dell'Europa orientale è la peggiore premessa per un sistema supernazionale che dovrebbe essere qualche cosa di più di una catena di alleanze op portunistiche. adnscbnfdblbdmdmtlmfiueuecln

Persone citate: Churchill