Come nacque Sofia

Come nacque Sofia Come nacque Sofia Finisco di leggere la Vita di Dostoiewski scritta da sua figlia Amata.-Questo notate è la traduzione di cLubov», che in russo ha press'a poco il medesimo significato. La scrivente (non posso dire la scrittrice) parli, com'è giusto, molto di più di suo padre che di se stessa, ma dal poco che dice anche di sé appare che essa ha una cinquantina d'anni, ed c nubile, per meglio dir» li aveva al tempo in cui il libro fu scritto, ossia nel 1926. Amata Dostoiewski fuggì dalla" Russia nel 1917 e da allora vive nell'Europa occidentale. La biografia è storia, specialmente quando essa, documenta la vita di un uomo straordinario, c in questo senso il libro di Amata Dostoiewski è un esempio di « come non bisogna scrivere la storia». Il modo col quale Amata ha delineato il ritratto di suo padre è il meno dostoiewskiano che si possa dare. Amata non delinea dall'interno lasciandosi guidare dalla verità nuda e talvolta cruda, ma da fuori e in maniera eufemistica. Da queste pagine scritte in un francese generico (direttamente, a quanto è detto nella prefazione) risulta un Dostoiewski riveduto e corretto, un Dostoiewski ad usum delphini, un Dostoiewski da biblioteca rosa. Per. quanto riguarda il delineare dall'interno ricordo qui che il mio amico Mirco Basaldella modella le sue sculture « dall'interno », che è come aver scoperto la tecnica «psicologica» della scultura. Amata Dostoiewski mette la massima cura a farci sapere che suo padre non era russo ma lituano «di origine normanna» (ambizione dell'orientale di passare per occidentale), che apparteneva alla < nobiltà ereditaria », che era molto pio e faceva sera e mattina le sue preghiere davanti alle sante icone, che era marito e padre esemplare, che ogni mattina faceva delle Abluzioni accuratissime e non cominciava a lavorare se non era vestito di tutto punto e spazzolato e pettinato, e che era casto. Altrettanta cura mette Anna a farci sa pere che suo padre era più nobile di Tolstoj è a riguardo del titolo di conte che Toktoi aveva e Dostoiewski non aveva, Amata spiega che in Rùssia il titolo di conte fu istituito soltanto da Pietro il Grande, e.i Boiardi in principio non lo volevano accettare perchè lo consideravano « campato in aria ». Questo ritratto inaspettato di Dostoiewski ci fa ricordare, per naturale reazione che quel capitolo inedito degli 'Onesti nel quale Stavròghin confessa al pope che ha violato e ucciso una bambina, certuni lo tengono per un brano autobiografico. Dostoiewski sposò due volte, la seconda una diciannovenne lui sui quarantasette, e dal secondo matrimonio ebbe parecchi figli, tra i quali questa sua biografa. Ed ecco come Amata racconta la nascita della prima figlia di suo padre: al miei genitori vivevano a Ginevra una vita molto solitaria. Al principio dei loro soggiorno in Svizzera avevano un amico russo che veniva spesso a trovarli, ma questi partì da Ginevra e i miei genitori non cercarono altre conoscenze per meglio prepararsi al grande avvenimento che stava per trasformare la loro vita. La mia sorellina, nacque in febbraio e le fu messo nome Soria, lo stesso della nipote favorita di mio padre, figlia di mia zia Vera, e Dostoiewski assaporò finalmente la gioia di esser padre... ». Ma della nascita» di Sofia noi abbiamo una versione molto diversa e più attendibile: quella che la vedova stessa di Dostoiewski dà nelle sue Memorie che un dieci anni fa avemmo occasione di leggere a puntate nella Bevve de Genève, e che oltre che per il raffronto mette conto riferire per la sua tragicità. Con una piccola somma di denaro che la suocera di Dostoiewski dà a sua figlia, i due sposi novelli partono dalla Russia, passano alcuni mesi a Dresda e a Baden-Baden e finalmente si stabiliscono-a Ginevra. Avevano dato fondo intanto ai denari del la suocera, altri soldi dalla Russia arrivavano pochissimi e di rado. Abitavano la soffitta di una casa povera della periferia Avevano trovato un russo benestante che di tanto in tanto li sovveniva con un po' di soldi, ma costui era tisico, e consigliato dal medico partì per l'Italia promettendo di continuare i sussidi, ma non diede più segno di vita e forse uscì egli stesso dalla vita. Intanto la gravidanza di Anna (cosi si chiamava la moglie di ì -ostoiewski) stava per arrivare al termine. A Ginevra Dostoiewski aveva trovato una levatrice di poca, epesa, ma costei abitava al capo opposto della città, un quartiere sconosciuto e intricato, « Dostoiewski, per abituarsi a trovare la casa della levatrice in qualsiasi ora del giorno o della notte, si esercitava ad andarci «a occhi chiusi». Dna sera co min eia no le doglie. Dostoiewski corre a chiamare la levatrice e la trova in casa di vicini, immersa in una partita di www*. La levatrice alza gli occhi dalle carte, dice che non c'è fretta, ritorni Dostoiewski a casa e lei verrà ap¬ pskdsktitdmattocniemfefdavtadtramlCcmssrpabMlltsbsLpcmnldMcectgbpnr r a r pena finita la partita. Dostoiewski ae ne ritorna a casa. I dolori di Anna aumentano. Dostoiewski si prepara a mettere in pratica le poche cognizioni di ostetricia che si è procurato in vista dell'» evento », ma in quel momento stesso si sente arrivare un attacco di epilessia. Il primo attacco Dostoiewski lo aveva avuto a diciotto anni, all'annuncio che suo padre era stato assassinato- (anche il padre di Dostoiewski come il padre di Pascoli morì assassinato, con questa differenza che Michele Dostoiewski fu ucciso dai suoi servi in vendetta della sua crudeltà), ma gli attacchi erano diventati più gravi dopo che Dostoiewski era stato condannato a morte, messo ad aspettare il suo turno sul palco d'esecuzione, poi improvvisamente graziato e deportato in Siberia. (A proposito della condanna a morte di Dostoiewski, che come meccanismo è il rovescio del la condanna a morte di Mario Cavaradossi nella Tosca, si disse che lo zar Nicola I non aveva mai pensato di far uccidere gli studenti della banda Petrascewski, ma soltanto di dare a costoro una lezione da ricordarsela per un pezzo). Dostoiewski sente arrivare l'attacco (ricordate la buia vertigine che al principe Mùìskin annunciava l'arrivo del l'attacco epilettico) si corica sul letto accanto a sua moglie che si torce nelle doglie, si torce egli stesso nelle convulsioni buttando bava, e finalmente crolla nel sonno roccioso che segue la crisi. Le doglie intanto diventano sem pre più frequenti, e Anna ha ac canto a sè un corpo rigido e co me morto. Sa che l'epilettico non va svegliato dal sonno dell'epilessia e che, anche sveglian dolo, egli è un uomo senza forze Ma le doglie diventano cobì forti che Anna non regge più e comin eia a scuotere suo marito e i chiamarlo. Il dormiente dopo tanto apre un occhio vacuo, guarda sua moglie imbambolato, balbetta: «Anna... come ti compiango ! » e crolla nuovamente nel sonno. Ecco in quali condizioni, a con feesione della madre stessa, venne al mondo la piccola Sofia. Do po di che si può pensare che Anna e Pìodor hanno pagato un sufficiente tributo al dolore. E invece no: dopo pochi mesi la piccola Sofia muore, e ai genitori non rimane se non andare piangerla nel cimitero di quella città straniera, nella quale essi campano di miseria. Le memorie della vedova Dostoiewski sono tradotte anche in italiano,., ma il capitolo così dostoiewskiano della nascita di Sofia manca. Verità, nostra sola maestra, perchè ti nascondi? Alberto Savinio

Persone citate: Alberto Savinio, Amata, Mario Cavaradossi, Michele Dostoiewski, Mirco Basaldella, Sofia Finisco, Soria, Tolstoj