I nipponici incalzano

I nipponici incalzano I nipponici incalzano gl'inglesi battuti in Birmania Grossa breccia aperta neldiscorso di Wavell sulle Saigon, 17 marzo. Notizie provenienti dotta frontiera birmana informano che i giapponesi sono riusciti ad infiltrarsi nella zona occupata dalle forze anglo-indiane per una profondità notevole, maggiore di Quella raflroiitnta neB' offensiva dell'anno scorso. Il maresciallo Wawell, vista inutile ogni resistenza, ha ordinato alle proprie truppe di ritirarsi oltre il fiume Ma.yus. Sei furono gli attacchi nipponici, ed al sesto attacco i britannici hanno dovuto cedere, ripiegando in modo alquanto disordinato, dopo aver subito forti perdite. Il discorso pronunciato dal maresciallo Wavell a Nuova Delhi ha avuto vasta e profonda ripercussione in tutta l'India. Parlando dell'opera compiuta dopo la caduta della Malesia e della Birmania per organizzare in India i servizi delle forze armate, il maresciallo ha dichiarato che le perdite subite fino ad ora dagli indiani nella guerra contro il Tripartito ammontano, tra morti dispersi e prigionieri a 100 mila uomini. Wavell ha pronunciato questa cifra freddamente, come se il sacrificio di questa massa di uomini spinti nella tragica mischia su. scitata dall'Inghilterra per mantenere in schiavitù il mondo, non fosse una nuova prova che essa si serve degli indiani e di tutti gii altri popoli soggetti ed aggiogati al suo carro, come di carne da cannone. Sia il calcolo del maresciallo inglese non è esatto: ai 100 mila indiani sacrificati sui campi di battaglia egli ha dimenticato di aggiungere quelli caduti sotto il piombo inglese o morti nelle prigioni e.'nei campi di concentramento per liberare la patria dalla piovra britannica che ne sfrutta da più di un secolo tutte le risorse e specula spietatamente sul sangue generoso dei suoi figli. I nazionalisti indiani hanno accolto le parole di Wavel come un cinico intuito, come uno sprezzante oltraggio dal quale i patrioti trarranno nuovo vigore per vendicare queste vittime detto schia¬ i vismo britannico e proseguire fino ! alla vittoria nella lotta intrapre - sa per la liberazione del loro pae \se dall'odiito oppressore. le difese britanniche - Cinico perdite delle truppe indiane Evasive dichiarazioni di Churchill suirautodeterminaxione dei popoli Lisbona, 17 marzo. Durante la seduta odierna alla Camera del Comuni, un deputato ha proposto che 11 governo inglese faccia, unitamente .agli Stati Uniti, all'Unione sovietica e alle altre nazioni alleate, una dichiarazione assicurante che nel dopoguerra tutti i Paesi occupati, non occupati e financo nemici, saranno perfettamente liberi di, scegliere la forma di governo che essi crederanno .più, \ opportuna, lina simile dichiarazione — ha aggiunto il deputato — "sarebbe'necessaria per confutare le asserzioni contrarie a tale riguardo, della propaganda nemica Churchill ha risposto in questi testuali termini: « Sono del parere che non sia necessario aggiungere alcunché nel momento attuale alle dichiarazioni già fatte dai governi inglese e nordamericano e da Stalin a nome del governo sovietico ». A proposito di tale dibattito alla Camera londinese, in questi circoli si osserva che poiché gli anglo-americani e i sovietici non hanno, come è noto, fatto mal finora dichiarazioni circa la forma di governo che gli altri Paesi potranno scegliersi dopo l'attuale conflitto, è chiaro che l'ambigua risposta del Primo Ministro bri. tannico equivale ad una boccia tura pura e semplice della proposta del deputato. Non si nasconde Inoltre che il rifiuto di Churchill conferma che la Gran Bretagna e i suol alleati americani e bolscevichi si riservano il diritto, qualora vincessero la guerra, di intervenire negli affari interni non solo dei paesi nemici ma pure di tutti gli altri, mentre d'altra parte gli anglosassoni non vogliono e non possono ritornare sulle concessioni già fatte all'Unione sovietica a suo tempo, con le quali dovettero promettere a quest'ultima mano libera sull'Europa.

Persone citate: Churchill, Stalin