QUATTRO SILURI contro un convoglio

QUATTRO SILURI contro un convoglio QUATTRO SILURI contro un convoglio L'impresa del sommergibile di Erler - Dopo l'incrociatore tipo " Leander „ il cacciatorpediniere tipo "Jervis,,: e con questo un grosso piroscafo (DAL NOSTRO INVIATO) Gruppo Sommergibili Y, 17 marzo. La Madonnina del Buon Consiglio ha portato fortuna un'altra volta al sommergibile comandalo dal tenente di vascello Rino Erler: quando fu accolta a bordò e rifulse la sua grazia sì soave fra ~M intrichi, dei cc~dei fili dei cavi. grovigli, gli intrichi, dei conge_ ni dei tubi dei fili dei cavi, gì sto sommergibile con bellissima azione affondò un incrociatore inglese del tipo « Leander » nella baia di Bugia audacemente violata. Adesso, ritorna con doppia fiamma di affondamento sventolante sulla torretta; come è stato riferito dal bollettino 1015, il sommergibile del comandante Erler ha affondato nel Mediterraneo centrale un cacciatorpediniere della classe Jervis, ed ha silurato un piroscafo che navigava a pieno carico in convoglio. Vn convoglio di sei piroscafi di medio tonnellaggio molto fortemente scortato il che invita a considerare come sia sentita dal nemico la stretta mortale della nostra arma subacquea nelle acque tormentate del Mediterraneo; basta rifarsi alla storia della tattica di scorta ai convogli seguita dall'Ammiragliato della « Meaiterranean Fleet », per constatare un andamento crescente nell'impiego di unità da guerra di protezione alla sua navigazione mediterranea contro i sommergibili italiani, alla quale protezione diretta « di cintura » ai convogli deve aggiungersi il sempre più cauteloso fascio delle rotte, ed il sempre più fitto pattugliare delle corvette. Bi deve allora alla abnegazione, ai raffinati mezzi di azione, alle somme audacie dei nostri sommergibilisti se il martellamento alla navigazione nemica è mantenuto nel suo ritmo e nei suoi risultati. / quali risultati, appunto, non devono essere considerati al solo lume delle cifre degli affondamenti e dei siluramenti; c'è la continua usura di naviglio da guerra medio e leggero, inflit- A. TORINO l^ a,Je''autorità'WÙa Marina * . —_ — — • un ta agli anglosassoni dalla nostra flotta subacquea, che non mancherà di far sentire il suo peso, nei giorni capitoli delle chiusure dei conti. Nel corso della sua missione, il rimergibUe di Erler un giorno in vista della costa nel Gólfo della Sirte. Un sole accecante dorava la sabbia delle dune; la distesa desertica appariva ogni tanto macchiata da posti di guardia, da piccoli gruppi di automezzi in marcia: Pazienti agguati, pendolamenti, ricognizioni al largo e verso costa; un altro giorno il comandante fece risuonare a bordo l'ordine elettrizzante: — Tutti ai posti di combattimento. . Solo per un attimo. Era prossima l'alba-, e sul pallore dell'orizzonte la sagoma della nave avvistata, che era una nave ospedale, divenne come trasparente, tante le luci, che si rivelarono accese sui suoi ponti, lungo i suoi fianchi, a grappoli sugli àlberi. Rapida immersione per non farsi vedere. La notte del 8 marzo, alle 2.so. essendo buio ma sereno il cielo, l'ufficiale in seconda, un triestino di cui ho già parlato in un'altra mia cronaca, avvistò di prora un Jicr- a sinistra una massa scura. I comandante Rino Erler comandò la rotta di avvicinamento, e man mano che la distanza scemava nel campo del binocolo notturno gli si rivelò la consistenza del convoglio: sei piroscafi in fila, ed una scorta laterale di sei cacciatorpediniere. Una corvetta saettava all'avanguardia. Un'altra perlustrava la zona di mare proprio in rotta di collisione con la nostra unità. Èra un convoglio veloce, e la manovra di attacco era resa arditissima da una avaria al timone verticale del sommergibile, e dalla provenienza della corvetta, che si avvicinava sempre di più per speronare il sommergibile. Eppure Erler non esitò. Non perdette tempo ad immergersi, giunse a circa mille metri dal branco di navi inglesi, distinse proprio davanti a sé le caratteristiche (il complesso prodiero ed il complesso poppiero di artiglieria a doppio cannone, l'unico fumaiolo inclinato, il ponte tozzo) di un grosso cacciatorpediniere tipo € Jervis », cui seguiva immediatamente il più grosso piroscafo del convoglio. Apprezzò rapidamente, dettò i dati di lancio. Ordinò il « Fuori! » ai quattro siimi di prora... Dopo quaranta secondi due scoppi quasi simultanei; la nave da guerra inglese che saltava in aria, frantumata in rottami. Anoora pochi secondi ed un altro scoppio del siluro che aveva raggiunto il piroscafo. Intanto il sommergibile s'era rapidamente immerso, disimpe- ?mandasi dall'attacco della corveta che con la sita prua era giunta soltanto a cinquecento metri. Frazioni di secondo. Negli ultimi minuti, era stata decisa la vittoria. Adesso, i rumori captati dagli idrofoni rivelavano la tragedia che si stava svolgendo sul mare. Sempra allo stesso posto l'eco delle turbine, più unità che si fermavano. Voleva dire che i naufraghi eran tanfi. Anche l'assenza di reazione voleva dire che il disastro era grosso, e che tutte le unità nemiche eran mobilitate a salvare la folla di naufraghi. Ancora una volta il comanda» te Erler aveva compiuto una azione bellissima per l'audacia e per la perizia nautica. 8otto, « sotto» U mare, brindarono al successo anche gli ammalati, i feriti. Alla Base dove il sommergibile fu accolto con vive feste, Erler trovò i telegrammi di elogio delle e ;;ln Spaccio della Madrina che \<*onò la Madonnina benedicente, Attilio Crepa.»

Luoghi citati: Sirte, Torino