Il martire Carmelo Borg Pisani

Il martire Carmelo Borg Pisani Il martire Carmelo Borg Pisani Sdegnoso rifiuto della plotta per l'italianità delle Camicie Nere - Fra Roma, 13 marzo. Qualche mese dopo la nostra entrata in guerra contro la Gran Bretagna e la Francia l'ambasciatore degli Stati Uniti a Roma, incaricato della tutela degli interessi dei sudditi, inglesi rimasti in Italia, domandava a un giovane artista maltese se era provvisto di regolare passaporto e gli offriva la protezione Ho un solo desiderio — rispondeva il giovane maltese — dt essere lasciato indisturbato alla mia attività-, impegnata nella sacrosanta guerra italiana; considero una vergogna del passato essere stato suddito britannico e non desidero essere protetto dagli Stati Uniti d'America. Quel giovane era Carmelo Borg Pisani, nato nel 1915 a Senglea da genitori maltesi; allora egli era conosciuto solo dagli esuli maltesi a Roma e dai suoi compagni dell'Accademia di Belle Arti. Egli era cresciuto nell'isola ne- u Fuoco! ». Il - comandante di una batteria dell'Asse sul fronte africano, osservando attentamente i movimenti del nemico, dà l'ordine di iniziare il tiro. (Foto Stocker -DV.). LE SCUOLE Smentita alle voci di chiusura anticipata Roma, 13 marzo, Al Rettore della R. Università di Pisa è pervenuto il seguente te legramma del Ministro dell'Educazione Nazionale: « Avverto che sessione estiva esami dovrà svolgersi in tutte le Università e istituti universitari secondo il calendario accademico già emanato che conserva pieno vigore anche per quanto concerne lo svolgimento delle lezioni, salve restando per le sedi colpite da incursioni nemiche le disposizioni date con circolare 31 dicembre 1942». Con questo cadono tutte le voci di anticipata chiusura delle Università e anche, secondo informazioni attinte da fonte sicura, quelle riguardanti l'anticipata chiusura delle scuole di qualsiasi ordine, eccezione per le città colpite. rotezione degli Stati Uniti - La la sua isola - Volontario fra la schiera degli Eroi immortali n n e i a a o e i a l o i i - a à e ue line r o e e e ci ialure. e e o nf5 oio oniro si gli anni in cui la Motta per l'italianità si era fatta più ardente. Le fucilate sparate il 7 giugno 1919 a La Valletta contro il popolo tumultuante che aveva stracciato e dato alle fiamme la bandiera inglese, i quattro morti e i 50 feriti di quella memorabile giornata non avevano scoraggiato il patriota di Malta. Il giornale Malta diretto da Enrico Mizzi, che nel 1917 aveva subito mesi di carcere militare e aveva poi serenamente affrontato il giudizio della Corte marziale, era una fiaccola splendente di italianità. I più vecchi ricordavano di aver conosciuto e ospitato nel periodo eroico del Risorgimento alcuni illustri esuli italiani, come Crispi e Fabrizi, e il generale Raffaele Poe rio. L'educazione patriottica di Carlo Borg Pisani si formò in questa atmosfera di purissima fede italiana. Una borsa di studio permise a questo giovane promettente artista di venire a studiare all'Accademia di Belle Arti di Roma, e qui studiò seriamente come tutti i giovani che, dotati di autentiche qualità, si propongono ardue mete e pur di raggiungerle non misurano la fatica. Aveva un maestro insigne che molto amava anche perchè egli aveva guidato per le difficili vie dell'arte alcuni celebrati pittori di Malta. Nelle prime esposizioni delle sue opere aveva richiamato l'attenzione degli intenditori; egli dava già sicuro affidamento di sè. I soggetti che egìi prediligeva erano maltesi. Alla vigilia della guerra sembrava trasfigurato, sentiva che l'ora era suonata sul quadrante della storia e che solo il conflitto armato fra l'Italia e l'Inghilterra poteva chiudere per Malta la fosca parentesi del dominio britannico. E il 30 maggio 1940 scrisse al Duce la lettera che è stata pubblicata. Sono le parole semplici e pur tanto riboccanti di fede di un giovane che sa quello che vuole e conosce quale è il suo dovere. Poi cercò di arruolarsi, ma incontrò difficoltà per i suoi poveri occhi che tanto si erano stancati sui libri, sulle tele e sulla tavolozza. Finalmente viene accolto fra le Camicie Nere, va in Grecia e combatte da valoroso. Ma il suo pensiero è se..<-pre fisso a Malta. Egli deve fare qualche cosa per la sua terra natale. Si offre per le mis sioni più ardue e più rischiose; e insiste perchè le sue offerte vengano accettate dai superiori. Egli sa cosa lo attende, Se non cade con le armi in pugno, se il nemico riesce a prenderlo lo attende il plotone di esecuzione. Non esita. Ormai egli è animato dallo spirito eroico degli Oberdan, dei Battisti, dei Filzi, dei Rismondo, dei Sauro, deve vendicare Lorenzo Deyer, Carmelo Abela, Giuseppe Bajada, Emanuele Attard, vittime dell'eccidio del 7 giugno 1919. Quando sa che l'ora suprema si avvicina Carmelo Borg Pisani scrive il suo testamento spirituale riboccante di appassionato amore per l'Italia e lo consegna agli amici del palazzo Antici Mattei, che oggi lo conser vano come una santa reliquia. Co me non ricordare che anche in questo Borg Pisani è stato eguale a Guglielmo Oberdan che, prima di partire per Trieste, scrisse il suo testamento nella redazione del giornale mazziniano II dovere e 10 affidò in custodia ai fratelli di fede? Lo stesso nemico ci ha rivelato 11 fermo, eroico contegno di Borg Pisani davanti alla Corte marziale e al plotone di esecuzione. Il suo ultimo grido è stato il grido di tutti i martiri del Risorgimento, da quelli della Giovane Italia a Nazario Sauro: Viva l'Italia! Oggi anche Malta ha il suo martire, alto, degno, purissimo. Egli riposa in una fossa comune, senza un segno, alla quale nessuno può portare una preghiera o un fiore. Ma come canta il Pascoli: Per sè l'Italia vuole le giovani di vecchio ceppo rose di Mélite; e se le vuol porre tra torre, sul vertice, e torre. Verrà dunque anche l'ora della glorificazione del martire di Malta. E sarà quando sulla più alta vetta dell'isola sventolerà la bella e santa bandiera dei tre colori per la quale Carmelo Borg Pisani e caduto da eroe sotto il piombo dei nemici d'Italia. incsdcdvalGul Rimorso o follìa? Confessa dopo dieci anni di aver avvelenato la moglie Milano, 13 marzo. All'avvocato Romita si è pre sentato il settantaduenne Mario Ambrogetti che piangendo gli ha raccontato una triste storia. Die ci anni or sono, invaghitosi della propria domestica Giuditta, d'accordo con questa, la quale vedeva nell'innamorato un buon partito, aveva avvelenato la moglie. Nessun sospetto ebbero allora le autorità mediche e nemmeno le persone che frequentavano la casa, poiché apparentemente l'accordo era comipleto fra i coniugi. Benanche, messosi a far vita con Giuditta e finito il peculio, Tuo mo si è ritrovato senza l'amore di costei, e senza quattrini; e allora preso dal rimorso ha preferito espiare. Perciò la sua insistenza presso l'avvocato perchè lo accompagnasse in Questura e ne patrocinasse la causa. L'avv. Romita, il quale crede di trovarsi dinanzi a un disorientato se non proprio uno squilibrato, ha finito per secondare il desiderio dell'Ambro getti. Ora costui si trova al cellulare dove deve attendere l'esito delle indagini che svolgerà la Questura. Ucciso dal treno Verona, 13 marzo. Alcuni operai mentre stavano eseguendo del lavori presso la linea ferroviaria Milano-Venezia hanno rinvenuto il cadavere di un giovane orribilmente maciullato. Dai documenti si è potuto accertare trattarsi del ventisettenne Gino Cescucci da Tarvisio.