Il matrimonio dell'affossatore non è stato felice

Il matrimonio dell'affossatore non è stato felice Il matrimonio dell'affossatore non è stato felice Abituato a trattare con i m Ti matrimonio di Anselmo Raimondo e Cesco Tcresl-na, abitanti a Venaria Heale non può dirsi ohe eia stato i'elioe; infatti fin dai primi giorni si manifesto in tutta la sua gravità una evidente incompatibilità di carattere. Lui, a quanto dice la difesa, è amante del buon vino, lei invece, dice il marito, delie buone compagnie. Secondo Il maresciallo dei carabinieri comandante la stazione di quel tonnine, mentre l'Anselmo stava nel cimitero (egli è il becchino del vicino Comune) a scavare le fosse per ì defunti, la moglie avrebbe tenuto allegri i vivi nella sua Btessa abitazione. Tra i coniugi sorgevano pertanto continui litigi; in esito ad uno di essi la donna si allontanava dal domicilio coniugale asportando tutte le masserizie che trasportava in casa del proprio fratello Olmata. L'Anselmo ne reclama la restituzione al cognato: tra i due avviene una violenta discussione alla quale partecipano anche la moglie dell'Anselmo e la cognata. Siccome l'Anselmo minaccia la moglie con un coltello, la figlia Maria si erge a duca della propria madre e in quel frangente viene lievemente ferita. L'Anselmo è stato rinviato a giudizio del nostro Tribunale (Pres. cav. uff. CaronCcva; P. M. cav. Gedda; Oanc. dott. LaO; Dif. avv. Maurizio Preve) che lo ha condannato a 5 mesi di reclusione col beneficio della condizionale e della non iscrizione. Trecenfomila lire di velluti rubati di notte da una fabbrica L'improvvisa morte del custode A distanza di qualche giorno, per non intralciare le indagini della Polizia, diamo la notizia di un audacissimo furto perpetrato in danno del Velluti, ficio Montefameglio di Montefameglio, sito nello stabile di corso Principe Eugenio 5. Si tratta di una di quelle cosi dette imprese di « alto stile », Nella notte fonda, I lestofanti hanno forzato la serratura del cancello che immette direttamente nei magazzini. La serra* tura non ha resistito ai grimaldelli od alla chiave falsa in possesso dei ladri che, rimasti padroni del campo, devo, no avere lavorato almeno un paio di ore ad accumular pezze di velluto per un valore di oltre 300 mila lire. Per portar via la refurtiva si sono poi serviti di un autoveicolo. La Polizia reca; tasi sul posto ha iniziate le indagini con l'interrogatorio del custode dello stabilimento e di altre persone pure appartenenti alla fabbrica. Il custode che dormiva nello stabile, a pochi paesi cioè dal magazzino, non aveva udito, almeno cosi affermava, il rumore fatto dai ladri e neppure, quello dell'arrivo e della partenza del veicolo che aveva portato via I tessuti. Molte cose dovevano essere appurate ma quando la mattina successiva gli agenti ritornarono in via Principe Eugenio per riprendere l'interrogatorio, apprendevano ohe nella notte, colpito da sincope, il custode era improvvisamente deceduto. Era forBe stata troppo violenta l'emozione da lui provata per l'avvenuto furto, erano forse stati i lunghi interrogatori a provocare la crisi cardiaca? Le indagini, in seguito al decesso del custode, hanno avuto un momento di arresto. Finora nessuna notizia dei ladri che hanno indubbiamente latto un colpo dei più impressionanti. . . Alcune sere prima altri lestofanti erano penetrati nel magazzeno dell'* Kalgomma ». in una casa dello stesBO corso, sita al numero 18 bis. Èssi, penetrati nell'interno dopo di avere divelto alcune sbarre di una finestra raso terra, avevano asportato facilmente numerosi copertoni e camere d'aria per cicli, per un importo di oltre trentami' • lire. Anche per questo furto la Polizlt sta svolgendo indagini per l'identificazione e l'arresto dei colpevoli. Una sorpresa nel letto di una ricoverata di una ricoverata I 1 u„,. La cinquantaMnciuenne Clotilde li*j fu Lorenzo nata a Milano, qui atti- tante nel ricovero municipale di via Moncrivello 3. e comparsa, innanzi al ; Tretoro per aver nascosto nel letto. alcuni capi di biancheria da donna da lei sottratti... In untmompto di di- ptrazione da un banco (li vendita sito1 in piazzu Emanuele Filiberto. Le di strazioni bì pagano, e quella della Bey le è costata 25 giorni di reclusione e 500 lire di multa. orti non se la faceva con i vivi tata ed il proprietario l'anno scoreo vi aveva trasportato tutti i suoi preziosi depositandoli' in cantina in un baule robustissimo. Nessuno sapeva di questo deposito e perciò il proprietario se ne stava tranquillo pur sapendo la villa completamente disabitata. Ma ai primi di gennaio, volendo controllare i suol averi, egli si recava nella palazzina e constatava che il baule era stato forzato e quasi tutti 1 monili erano spariti, 11 vice-commissario dottor Allatto, Incaricato delle Indagini, riusciva ad identificare il ladro nella persona del lattoniere Mario Mercol fu Michele, di anni 24, abitante in una cascinotta di Moncalieri, Il quale aveva avuto occasione di visitare la villa Ferrerò ed accertarsi della presenza del misterioso baule. Egli si era poi introdotto parecchie volte di nottetempo mediante chiave falsa nella villa, aveva scassinato il baule impadronendosi del buo prezioso contenuto. Risultava che egli aveva agito di concerto con Osvaldo Bianco di Bartolomeo, di 20 anni, abitante in Moncalieri, via Garibaldi 10, e con Federico Silombra di Augusto, residente in Moncalieri, di 33 anni. Gli oggetti preziosi erano stati dai tre venduti a diversi orefici delia nostra città, i quali venivano pure denunciati per ricettazione. 1 dieci imputati sono comparsi ieri dinanzi al nostro Tribunale (Pres. comm. Naldini; P. M. cav. Chabod; Oanc. comm. Luotto; Dif avvocati Barosio, Lavezzeri, Romagnòli, Pavesio, Cbauvelot, Fiosconaro, Furlan, Risso, Oaldarera e Oamoletto; P. C. avv. Marchisio) che ha condannato Mercol a 6 anni e 6 mesi di reclusione e 11 mila lire di multa; Bianco a 4 anni e 2 mesi di reclusione e 7700 lire di multa-, Silombra a 3 anni di reclusione e 3200 lire di multa; gli altri a pene varianti da un minimo di otto mesi di reclusione ad un massimo di tre anni e 6 mesi di reclusione. Un pacco troppo voluminoso e i sospetti dei carabinieri Cosa c'era in quel voluminoso pacco ohe un operaio di mezz'età stringeva eotto il braccio, allontanandosi dal Politecnico di via Mario Gioda, dove tuttora ferve attiva opera dà sgombro? 1 carabinieri, si sa, sono curiosi e particolarmente lo erano quelli che s'aggiravano, in borghese, nei pressi dell'Istituto sinistrato da cui numerose, sistematiche, da qualche tempo in qua, erano le sparizioni di materiale. Essi seguirono l'individuo e lo fermarono in via Carlo Alberto, ingiungendogli di aprire il pacco. L'uomo, identificato poi per l'operaio Giosuè Visinoni di Amadio, di 36 anni, abitante in via Garibaldi 35, doveva essere molto affezionato al Politecnico e ne aveva voluto quindi conservare un ricordo grato e tangibile; dif atti recava con sè 26 chilogrammi di condutture di piombo, abilmente tnafu gate. Il Visi-noni è stato tratto in arresto. Giuseppe l'esagerato

Luoghi citati: Bianco, Gedda, Milano, Moncalieri, Venaria