La Principessa di Piemonte assiste a una radiotrasmissione per feriti

La Principessa di Piemonte assiste a una radiotrasmissione per feriti La Principessa di Piemonte assiste a una radiotrasmissione per feriti I Legionari della Sabina passati in rivista.da Galbiati Roma, 8 marzo. I feriti di guerra presenti come tutte le domeniche in uno dei grandi auditori dell'«Eiar» per la trasmissione di Radio Igea, hanno avuto ieri una lieta sorpresa: la Prlncipetsa di Piemonte ha voluto essere in mezzo a loro e con loro nell'ora dedicata ai soldati che hanno dato il sangue per la Vittoria, ed ha voluto assistere all'intera trasmissione. L'augusta Signora è giunta al palazzo dell'* Eiar » alle 14 ricevuta dal cons. naz. Chlodelli e dai dirigenti dell'* Eiar ». All'ingresso nell'auditorio i feriti hanno accolto la Principessa con una fervida manifestazione di entusiasmo. L'Altezza Reale ha preso posto fra i feriti. Dopo un saluto di Fulvio Palmieri, il cieco di guerra Elio Gabriel ha rivolto alla Principessa l'omaggio devoto e fedele di tutti i feriti di guerra, e quindi ha avuto inizio lo svolgimento del programma che l'augusta Signora ha seguito con la più amabile attenzione. Hanno cantato Alberto Rabagliati, Dea Garbacelo e Leda Valli; Elisa Ceganl e Umberto Melnatl hanno recitato una scena brillante, e quindi Maria Caniglia ha interpretato un'aria della Manon di Puccini e una dell'Adriana Lecou-weur di Cilea. Alla fine della trasmissione i feriti si sono fatti intorno alla Prin cipessa che si è intrattenuta ama bilmente con ciascuno, a ciascuno rivolgendo parole di elogio e di incoraggiamento. Particolarmente commovente è stato il colloquio della Principessa con un eroico cieco, il quale ha tenuto ad esprl mere la fierezza di aver dato la vista per la Patria. Prima di lasciare il palazzo del l'« Eiar » l'augusta Signora ha espresso il compiacimento al cons. naz. Chiodelli per l'iniziativa che veramente risponde in tutto a.1 desiderio di svago sereno che è conforto ai nostri gloriosi feriti. La folla che si era radunata in via Asiago e In via Montello ha salutato la Principessa di Piemonte con una calorosa manifesta zione. Il Papa riceve l'Arcivescovo di Palermo Roma, 8 marzo. H Papa ha ricevuto un gruppo di sacerdoti novelli del collegio di Propaganda Fide e tutti i coloni della tenuta di Castel Giuliano, dei marchesi Patrizi Monterò, accompagnati dal marchese e dalla marchesa. Ha poi ricevuto in privata udienza Il cardinale Lavltrano, arcivescovo di Palermo, che lo ha intrattenuto sulle condizioni religiose della sua diocesi e sulle misure adottate per l'assistenza spirituale nell'attuale momento. Nel cortile di San Damaso ha avuto luogo il concerto della Guardia Palatina. Vi hanno assistito i comandanti dei Corpi armati, il maestro di camera del Pontefice e numerosi invitati. Otto trafficanti di cuoio deferiti al Tribunale Speciale Parma, 8 marzo. La squadra di vigilanza annonaria della nostra Questura aveva avuto sentore che a mezzo della Messaggeria Emiliana, con sede a Brescia e recapito a Parma, venivano trasportate partite di cuoio poi rivendute clandestina mente nella nostra città a prezzi maggiorati. Dopo accurata sorveglianza, nel recapito parmense della Messaggeria venivano scoperte alcune casse contenenti cuoio giunto da Brescia e destinate al commerciante Gino Ferrari, di anni 29, da Parma. - Eseguita una perquisizione nella casa e nel negozio di costui venivano trovati altri 9 quintali di cuoio. Continuando le indagini gli agenti assodavano che il noto commerciante in pellami Anselmo Boraschi, di anni 50, da Parma, trafficava clandestinamente in cuoio ed eseguito un sopraluSgo presso di lui trovavano 11 quintali e SO chili di cuoio, 15 quintali di pellami e 438 paia, dì tomaie abusivamente trattenute. Estese le indagini in provincia, oltre al Ferrari è al Boraschi venivano tratti in arresto il commerciante Alfredo Griffini domiciliato ad Asola di Mantova, Noè Moretti e Pietro Villani entrambi da Brescia nonché l'industriale conciatore Angelo Biemmi di Brescia e tali Natale e Mario Mantovani, titolari della Messaggeria Emiliana residenti a Brescia. Data la gravità del fatto gli otto arrestati sono stati denunziati al Tribunale speciale per la difesa dello Stato. | II Capo dello S. M. della Milizia paisà in rivista la scuola degli allievi militi forestali Rieti, 8 marzo. La forte gente sabina si è unita strettamente intorno al suoi Legionari per riaffermare alla presenza del capo di Stato Maggiore della Milizia la sua Incrollabile fede nella vittoria. Il generale Galbiati, ricevuto dal comandante la IXa Zona Camicie Nere, dal Prefetto, dal Federale e dalle altre gerarchie locali, dopo aver visitato la sede della116» Legione e aver deposto una corona di alloro sul Sacrario dei Caduti, si è portato in piazza Cesare' Battisti ove trovavansi adunati battaglioni di CC. NN. di nuova formazione e di giovanissimi pre-legionari. Lo schieramento era completato da reparti dell'esercito e dell'aeronautica, e da formazioni della Gii e del Partito. Una grande folla faceva cornice alle Camicie Nere. Dopo aver passato in rassegna i reparti, il generale Galbiati ha rivolto al legionari fervide parole di incitamento. « I nostri Caduti — egli ha detto — ci spronano a combattere, ci impegnano solennemente a vincere. Noi terremo fede all'impegno ». Dopo aver ordinato il saluto al Re ed al Duce e mentre le Camicie Nere e la folla prorompevano in entusiastiche acclamazioni all'indirizzo del Duce, della Milizia e per la Vittoria, il generale Galbiati lasciava Rieti diretto a Cittaducale per visitare la scuola allievi militi ed allievi sottufficiali « Arnaldo Mussolini » della Milizia forestale. Quivi giunto, ricevuto dal comandante la Milizia forestale. Renzo Chierici, e dal comandante della scuola 1" seniore Secondo Larice, dopo aver deposto una corona di alloro sull'erma di Arnaldo Mussolini, si portava al Sacrario della, scuola e presenziava alla consegna dell'orifiamma al 17° Corso allievi militi e al giuramento degli allievi stessi, i quali si presentavano In maniera marziale e impeccabile. Dopo aver ascoltato un indirizzo di saluto rivoltogli dal comandante della scuola ed i canti legionari intonati dalle Camicie Nere, il generale Galbiati passava in rivista i reparti che sfilavano poi a pas o romano di parata dando la prova della loro fusione, della loro sostanziale disciplina e dell'alto grado di addestramento. II capo di Stato Maggiore della Milizia dopo aver consegnato una medaglia d'argento al Valor militare all'allievo milite Andreattl Flaviano, rivolgeva 11 suo elogio alle Camicie Nere forestali dicendosi lieto di aver constatato in qual modo i forestali credono nella vittoria ed in qual modo essi si preparano per raggiungere le grandi mète additate dal Duce.