Il sacrificio di Gandhi

Il sacrificio di Gandhi Il sacrificio di Gandhi schernito alla radio di Londra Il bollettino medico sulla salute del Mahatma: migliorate condizioni dopo un pomeriggio critico Ginevra, 23 febbraio. Le notizie giunte da Nuova Delhi dicono che Gandhi lia trascorso una nottata più tranquilla durante la quale ha potuto dormire per qualche ora. Quello di oggi è il tredicesimo giorno di digiuno del Mahatma. Verso le 16 egli è stato vicino a perdere ogni conoscenza ed il polso è diventato tanto debole che i medici hanno cominciato a temere imminente la fine. Verso sera le condizioni del vegliardo sono leggermente mìgliorate. Un'autodifesa britannica Per quanto ben poche notizia giungano dall'India per la severa censura imposta dal governo inglese, si apprende che le manifestazioni in favore della immediata liberazione di Gandhi si moltiplicano in tutta l'India. D'altra parte il solo pensiero che la morte di Gandhi possa apparire al popoZo indiano e a tutto il mondo come un esempio di martirio e di sacrificio eroicamente affrontati per il proprio paese, spaventa gli inglesi. Il governo vicerealè in previsione di complicazioni, si è affrettato a fare pubblicare un opuscolo di 86 pagine nel quale vorrebbe attribuire a Gandhi ed al congresso la responsabilità dell'attuale situazione. Però anche le menzogne di questa pubblicazione non bastano a tranquiilizzatre gli ambienti polìtici britannici i quali comprendono che la morte del Mahatma avrebbe conseguenze catastrofiche per la dominazione inglese in India. In seguito al digiuno intrappreso da Gandhi ì rapporti tra le autorità inglesi e la popolazione indiana diventano sempre più tesi. Secondo il corrispondente a Londra di La Gazette de Lausanne, sembra escluso che Gandhi possa sopportare il digiuno durante tre settimane; malgrado ciò i suoi amici hanno dichiarato che egli non avrebbe cambiato atteggiamento neanche se la continuazione del digiuno dovesse avere per conseguenza la sua morte. « All'estero — scrive La Gazette de Lausanne — non ci si rende perfettamente conto delle ripercussioni che l'eventuale morte di Gandhi durante la prigionia potrebbe avere sulle relazioni tra l'India e la Gran Bretagna. In Inghilterra e negli Stati Uniti si notano in proposito vari segni di inquietudine; viene messo in rilievo soprattutto il fatto che Cordeli Hull si è intrattenuto lunga mente con lord Halifax sui prò blemi indiani e che il rappresentante di Roosevelt in Indiai ha preso contatto con gli ambienti governativi britannici ». Un'altra prova del brutale cinismo britannico viene data dal commentatore ufficiale di radio Londra che, esaminando la situazione indiana, insiste nel porre in rilievo che la decisione eroica di Gandhi non sarebbe altro che una forma pubblicitaria di suicìdio. « Il sacrificio del Mahatma, conclude il commentatore, potrebbe essere seccante, praticamente, per le sue ripercussioni, ma in se stesso non ha importanza. Se la soluzione dell'alternativa è il suicidio di Gandhi, così deve essere*. Il Yorkshire Post ritiene che la incondizionata liberazione di Gandhi non è consigliabile. « La liberazione di Gandhi, scrive testualmente il giornale, non può essere accordata, perchè essa metterebbe in moto una serie di avvenimenti, gravemente pregiudizievoli alla sicurezza dell'India e della causa alleata ». Voci discordanti Invece il News Chronicle, in un articolo dedicato alla situazione indiana, giudica che Gandhi, il quale digiuna da più di una decina di giorni, dovrebbe essere rimesso in libertà. Aggiunge che « se la rimessa in libertà di Gandhi desse luogo a disordini, il governo potrebbe sempre controllare la situazione. Dovrà forse arrestarlo di nuovo ma avrà allora la coscienza pulita ». Da parte sua il Times aerine « Tutti gli appelli per la rimessa in libertà senza condizioni di Gandhi non tengono conto delle responsabilità che incombono sul governo, il quale deve da un lato occuparsi della guerra su una delle sue frontiere, e d'altro lato della disobbedienza civile, che significa mettere in pericolo la sicurezza militare dell'India e delle Nazioni unite ». Il giornale stima che la soluzione della situazione risieda « nella cessazione del digiuno, nella fine della minaccia di disobbedienza civile e nella rimessa in libertà di Gandhi ». Si ha da Sciangai che la vasta comunità indiana di quella città, dopo ventiquattro ore di digiuno per solidarietà con Gandhi, si è riunita nel tempio per pregare per il Mahatma e la liberazione dell'India. Successivamente i capi della lega indiana di fronte ad una folla di parecchie migliaia di ascoltatori hanno rievocato la lunga lotta e la sofferenza di Gandhi e di altri patrioti indiani. Il dottor Mahami si è dimesso dalla carica di capo della, propaganda della lega per la indipendenza indiana per dedicarsi a due settimane di digiuno e di preghiete per la salvezza di Gandhi. Stupidità nemiche Sciopero di tramvieri Rpmat_23 febbraio. 'D pt_ ao. L'odierno «'Documentario della stupidità nemica » reca: Radio Cairo: Roma. — Apprendiamo da fonte sicura che alcuni tranvieri dell'A.T.A.G. hanno scioperato perchè è stato negato loro un aumento di paga. I tranvieri scioperanti sono stati immediatamente arrestati e condotti a Regina Coeli. Istituzione di un lasciapassare per La Spezia Roma, 23 febbraio. A decorrere dal l.o marzo prossimo viene istituito per chiunque intende accedere anche in transito o uscire dal territorio della piazza militare marittima di La Spezia comprendente il territorio dei comuni di La Spezia, Arcola, Follo, Lerici, Amegfia, Monterosso, Portovenere, Ricco del Golfo, Rio Maggiore, Vezzano Ligure, Vernezza, uno speciale lasciapassare identico a quello stabilito per Taranto, Brindisi e la Sardegna. Per la concessione occorre inoltrare domanda su carta semplice al questore indicando le generalità complete e i connotati, specificando il motivo del viaggio, alle gando due fotografie autenticai e L. 1 per il costo del libretto.