La giornata dell'esercito rosso a Londra

La giornata dell'esercito rosso a Londra La giornata dell'esercito rosso a Londra Discorsi filobolscevichi dei ministri britannici Ma Stalin telegra■ l'attacco inglese Lisbona, 22 febbraio. La celebrazione del venticinquesimo annuale dell'esercito rosso dà luogo in Inghilterra a molteplici manifestazioni di ipocrite entusiasmo e di falso giubilo, e ad articoli e discorsa di note personalità britanniche ad esaltazione della ricorrenza, che sono in netto contrasto con manifestazioni e discorsi in cui, pochissimi anni fa, si sosteneva in Inghilterra tutto l'opposto. Tra le affermazioni più impudenti è quella del ministro del lavoro Dalton, il quale parlando a Birmingham ha osato dichiarare: «'L'esercito rosso ha salvato e salva ancora la civiltà e l'Europa e le nostre speranze in un inondo migliore. Una delle cose Sin grandi compiute dal governo ritannico è stata il trattato anglo-sovietico del 1942. E' 41 miglior trattato che abbia firmato per l'attuale generazione qualsiasi ministro degli affari esteri ». Il Primo Ministro aggiunto Attlee ha parlato a Cardiff rendendo omaggio all'autorità militare russa perchè si è resa conto per tempo del bisogno di istruire l'esercito. Oliver Lyttleton ministro della produzione ha parlato a New Castle e Oliver Stanley a Manchester, Duff Cooper, cancelliere de) ducato di Lancnasire, a Glasgow • air John Andeson a Cambridge, tutti inneggiando all'esercito rosso. Anche il ministro degli esteri Eden ha pronunciato a Londra un lungo discorso in onore dell'esercito rosso. Egli si è felicitato per la conclusione del trattato di alleanza anglo-sovietico e si è dichiarato d'accordo con la Russia sui principi generali da svolgersi in tempo di pace. Tra le altre orazioni ufficiali, notevole è stata quella che sir Stafford Cripps ha detto a Sheffield. Dopo fatta l'esaltazione dell'esercito rosso, l'oratore non ha potuto fare a meno di deplorare che « dai sovietici non sono sempre comprese in tutto il loro valore le brillanti imprese che compie la marina britannica per tenere aperte le vie marittime che menano ai porti russi, imprese che costituiscono un formidabile sforzo di guerra». Quindi, come per addolcire la deplorazione, ha concluso affermando che in Inghilterra, non esistono più dubbi nè riserve mentali sulla completa ed amichevole associazione della Gran Bretagna con il popolo sovietico, nel grande periodo di formazione che seguirà a questa guerra ». Re Giorgio a sua volta ha telegrafato a Kalinin per preannunciargli l'invio di una spada d'onore a Stalingrado, definendola « un simbolo di ammirazione non solo da parte dei popoli britannici ma anche del mondo intero >. Dal canto suo Stalin ha inviato a Londra un messaggio in cui è detto: « Questa manifestazione di sentimenti amichevoli del popolo britannico per l'esercito del popolo sovietico rinforza la nostra fiducia che è prossimo il momento in cui le forze armate dei nostri I paesi schiacceranno con operazioni offensive combinate il nostro I comune nemico ». Davvero Stalin ha dimostrato di non aver riserve mentali: nem-j meno nei riguardi delle brillanti j islomctvVvoadlGddssvdlmvdnmianfrgdosn fa che aspetta ancora all'occidente europeo imprese della marina britannica, sbandierate da Cripps, poiché l'accenno alle future ooperazioni offensive combinate dalle forze armate dei due paesi costituisce una critica all'inerzia della Gran Bretagna, e un'esortazione ad effettive imprese di guerra. L'organo londinese della City, VEconomist, commentando l'anniversario dell'armata rossa scrive oggi, fra l'altro: « La Finlandia avrebbe fatto meglio ad astenersi dalla lotta, condividendo piuttosto la sorte della Norvegia e della Grecia, che si sacrificarono per le democrazie ». L'insulto fatto al popolo finlandese da questa cinica e vergognosa affermazione ha suscitato negli stessi ambienti neutrali la più viva indignazione dando una nuova dimostrazione dell'abbietto servilismo delle cosi dette grandi democrazie dinanzi alle orde bolsceviche. Questo svergognato modo di ingiuriare il popolo eroico, che non ha esitato ad affrontare i più mortali rischi per difendere la sua indipendenza e la sua personalità assieme all'incredibile deplorazione che non abbia preferito sacrificarsi per il vantaggio dell'Impero britannico, costituisce la peggiore condanna per i firmatari della Carta atlantica, nella quale osarono parlare di libertà e di giustizia fra i popoli. niiiiiiiMiiiiiiiifiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiMiiiiiiiiiini Nelle posizioni germanicS