Le disperate condizioni di Gandhi

Le disperate condizioni di Gandhi Le disperate condizioni di Gandhi al dodicesimo giorno di digiuno Mentre la sosempre meno Bangkok, 22 febbraio. d b h il b gSi ìia da Bombay che il bollettino medico di ieri sera sitile condizioni del Mahatma dice: « Gandhi ha trascorso una brutta giornata ed ha dormito soltanto quattro ore e mezza della notte. Egli è estremamente depresso e si trova in continuo stato di sonnolenza. Le pulsazioni del cuore sono lente, tanto che il solo sforzo di bere lo estenua. Egli ha bevuto 1)0 once d'acqua mescolate con succo di limone, Gandhi è troppo debole per essere pesato, ina si sa che fino al 19 febbraio aveva perduto oltre sei chilogrammi del suo peso normale. La sua salvez za saia impossibile se l'avvelenamento del sangue da acido urico non sarà arrestato ponendo immediatamente fine al digiuno ». Il bollettino, che ormai non lascia più speranza sulla sorte del Mahatma, è firmato dai sei medici, alcuni dei quali inglesi, che si alternano al capezzale dell'infermo, non lasciandolo mai solo. I due tigli di GandJii, e qualche altro famigliale, sono stati ammessi più volte a visitare il loro congiunto, ma hanno ricevuto la ingiunzione di non rivolgergli la parola-, evidentemente allo scopo di non affaticarlo. Del lesto, Gandhi è in tali condizioni che non dimostia di riconoscere chicchessia. Il suo polso è filiforme; gli occhi li tiene quvsi costantemente chiusi. Cosi è trascorsa la dodicesima giornata di digiuno del « grande prigioniero » di Puna. Dimostrazioni in tutte le città La situazione continua ad essere tesa in tutti gli ambienti politici dell'India. Si susseguono le riunioni di enti e dì comunità invocanti dal governo vicereale la immediata messa in libertà del Mahatma; ma allo stato in cui san giunte le cose forse neppure questa misti) a varrà a salvar la vita di Gandhi. Le truppe sona consegnate nelle caserme, pronte nnolenza si accent - Le truppe consegn ad essere impiegate in caso di disordini. Mandano da Nuova Delhi che la conferenza dei capi politici indiani, nuovamente riunitasi a Nuova Delhi nella giornata di ieri, dopo quattro ore di discussioni ha deciso all'unanimità, di inviare un secondo telegramma a Churchill col quale viene domandata la immediata liberazione di Gandhi. La giornata di ieri è slata dedicata in tutta l'India a preghiere piopiziatrici per la salute di Gandhi. Migliaia di indiani di tutte le caste e di tutte le religioni si sono avvicendate nei templi, nelle moschee, nelle chiese cattoliche e negli altri edifici riservati al culto per pregare affinchè il Mahatma si ristabilisca e venga rimesso in libertà. In molte città in cui non vi era più posto nelle chiese moltissimi indiani si sono inginocchiati nelle piazze e nelle strade. Oltre al popolo, nelle principali città, come Bombay, Calcutta e Nuova Delhi, sono intervenute anche le principali autorità politiche e religiose locali. Particolarmente significativo è stato l'appello indirizzato dai membri della Lega mussulmana a tutti i maomettani dell'India perchè Vintela giornata di ieri fosse dedicata alle preghiere per il Mahatma. Benché la giornata sia trascorsa generalmente tranquilla e le autorità britanniche non abbiano osato opporsi al movimento per Ut preghiera, a Bombay la polizia locale ha tentato di interrompere la preghiera di 500 studenti che si erano riuniti nel grande giardino dell'Università. Ne è 3orto un violento tafferuglio durante il quale la polizia ha fatto uso degli sfollagente. Combattimenti contro gli Hur Quando la polizia, ormai si credeva padiona del campo è sopraggiunta una grande folla che recava cartelli con le scritte: « Preghiamo per Gandhi ». « Vogliamo la libertà del Mahatma ». La polizia non ha osato opporsi all'enorme moltitudine la quale inginocchiatasi nel giardino ha recitato le preghiere per la salute di Gandhi insieme agli studenti mentre gli agenti di polizia si aillontamavano alla spicciolata. Si apprende che uno dei più eminenti capi del Congresso panìndiano, Saminathan, è stato arrestato ieri a Madras, per aver violato la legge stilla difesa dell'India. Intanto in tutta l'India continuano i fomiti della rivolta. Notìzie qui giunte dalla provincia indiana di Sind, informano che un nuovo scontro è avvenuto fra la polizia britannica e gli aderenti alla tribìi degli Hur, che già tante volte Ita dato filo da torcere agli inglesi. Durante questo scontro, avvenuto nelle vicinanze di Hatora e che in certi momenti ha assunto l'asprezza e la vivacità di un ve ro combattimento, è rimasto uc riso uno dei capi degli Hur, di nome Iman Hussein, mentre altri tre sono stati fatti prigionieri. Nessuna precisa informazione viene segnalata sulle perdite subite dagli inglesi, le quali però devono essere molto rilevanti. A Caraci si dichiara che altri tre capi degli Hur sono tuttora in libertà e stanno riaggruppando le loro forze per un nuovo attacco, Le autorità britanniche hanno offerto un premio di 5000 rupie per la cattura di ognuno di questi tre capi. Gli enormi profitti delle ferrovie indiane sono stati aspramente criticati nella seduta dell'Assemblea legislativa di sabato, nel corso della quale 3i è fatto rilevare che, malgrado questi profitti, il governo non mostra intenzione di ridurre le tariffe. Nello scorso anno, i profitti derivati dalle ferrovie sono stati di S-60 mi/toni di rupie, e poiché le ferrovie sono monopolio dello Stato, questi profitti dovrebbero servire il pubblico interesse e non rappresentare, invece, una fonte di colossale reddito per gli stranieri, E' stato inoltre rilevato che le elevate tariffe colpiscono sopratiiiiiMiiMiimiiiiiimiiiimiiiiiiiiiiimmiiimiiiiitiilii tua, il cuore batte nate nelle caserme tutto le classi povere della popolazione e che solamente il sessanta per cento dei funzionari ed impiegati sono indiani; il resto dei posti sono coperti da stranieri che percepiscono paghe ed emolumenti molto elevati. Crescente ansietà a Londra e a Washington Stoccolma, 22 febbraio. Secondo le ultime notizie qui giunte da Londra, appare ovvio che le condizioni del Mahatma hanno creato nella capitale britannica gravi preoccupazioni. Si ritiene, generalmente, che il capo indiano non possa giungere alla sera di lunedi, dato il peggioramento delle sue condizioni. Gli effetti che la eventuale morte di Gandhi potrà avere sulla popolazione indiana, sono già stati discussi negli ambienti competenti britannici, dove la situazione viene considerata come molto grave, tanto più che anche il Primo Ministro britannico, sembra essere seriamente ammalato, e, comunque, impossibilitato, pel momento, ad imprimere una decisiva influenza sugli avvenimenti. Attualmente anche fra Londra e Washington ha luogo un intenso scambio di vedute nei riguardi della situazione indiana, perché 1 dirigenti americani si rendono essi pure conto delle gravi ripercussioni che avrà l'atteggiamento del popolo indiano sull'andamento della guerra in generale e specialmente nei riguardi dell'Estremo Oriente. La stampa domenicale americana si occupa estesamente di questo grave probema e discute ampiamente sulle conversazioni che, in merito, lord Halifax ha avuto sabato e ieri mattino con Cordell Hull. Dal tono generale di questa stampa, sembrerebbe che il governo degli Stati Uniti interceda, con tutta la sua influenza, perché la Gran Bretagna faccia alcune concessioni per ragioni di convenienza, e prima, naturalmente, che sia troppo tardi. Secondo le notizie giunte da Londra cui si è accennato in principio, tutto sta ad indicare che l'Inghilterra si avvia, a tutto vapore, verso una nuova e forse molto più grave crisi.