CURIOSI INCONTRI NEIJ,A STORIA

CURIOSI INCONTRI NEIJ,A STORIA CURIOSI INCONTRI NEIJ,A STORIA L/a. candida. e 1* i*icliavcla.fo f*i*ajr*x£es*e Rosalba Carriera non era di quelle donne che a sentirsi dir brave si montano la testa. E si che a far ritratti a pastello la brava veneziana era la prima in Europa. Principi, ambasciatori, gran signori che passavano per Venezia si contendevano i suoi pastelli rosei e azzurri, e proponevano alla pittrice di condurla a lavorare nelle loro corti straniere. Anche li suo grande collega Watteau le faceva chiedere qualche cosa di sua mano, che avrebbe compensa-to con una sua pittura. Rosalba e Giovanna Rosalba continuava a lavorare assiduamente, modestamente come una buona artigiana. Si rammentava di aver cominciato lavorando di merletto e di ricamo, come sua madre che si chia-1 mava Alba e viveva ancora. Poi si era fatta conoscere facendo miniature per tabacchiere, novdtà che aveva avuto gran voga. Ma la sua grande strada la aveva trovata nella pittura a secco, tecnica leggiadra e svelta che piacque moltissimo. Rosalba aveva, la mano felice e anche molto garbo con i clienti. In una prima seduta he coglieva rapidamente le fisonomie, poi sugli abbozzi lavorava da sè e con un'altra seduta il ritratto era pronto, più bello dell'originale, ma il ritrattato o la ri- Ancora dell'interprete e del personaggio -- Un'equazione « Soggetto e regìa -■ Negli studi. italiani In Spagna vi. — Anche il romanzo La donna mia, di Salvator Gotta, apparirà sullo schermò. — Sono attualmente in lavorazione a Cinecittà: Zazà di Renato Castellani, Harlem di Carmine Gallone, Quelli della montagna di Aldo Vergano, La Fornarina di Enrico Guazzoni, Quattro ragazze sognano di Alberto Giannini, Arcobaleno di Giorgio Ferroni, Addio amore di Gianni Franciolini, Fucilato all'alba di Mario Bonnard, Le sorelle Materassi di F. M. Poggioli. Alla Scalerà: Carmen di Cristian Jacques e Treno C. R. 13 di Carlo Campogalliani; a Tirrenia Piazza San Sepolcro di Giovacchino Forzano. — Fernando Cerchio, che dopo una lunga, tenace e seria preparazione si è ormai affermato come uno dei nostri migliori documentaristi, illustrerà In un ampio documentario La fontana di Trevi, rivelando ogni bellezza dell'opera del Salvi. — Francesco Pasinetti sta preparendo un altro documentario, Nasce una famiglia, dedicato all'azione esercitata nei confronti delle madri nubili dall'Opera Nazionale Maternità e Infanzia. — Dopo una prima parte di lezioni teoriche, si sono iniziate al Centro Sperimentale, per l'anno in corso, le esercitazioni pratiche di regia. Ciascun allievo * girerà » un provino ' di circa duecento metri, da un soggetto da lui scelto con l'approvazione degli ins£guanti; il primo è stato tratto da un brano della novella di Verga Jeli il pastore. * * Dal 19SZ al '39 la Spagna ha in media prodotto una decina di film all'anno; 2S nel '1,0; 1,5 nel '41; per il '{£ ancora- non si conoscono dati £recisi, ma è assai presumibile che 1 curva ascendente proseguirà nel suo cammino, e cosi per l'anno che si è da poco iniziato. Capeggiate dalla * Cidesa » e dalla « Campa Majan » le Case editrici sono ormai una dozzina, senza contare quelle minori, di una assai limitata e sporadica attività; e tutte si suddividono fra Madrid e Barcellona. Recenti accordi italo-spagnuoli stabiliscono una reciprocità di trattamento per quel che è produzione e diffusione dei film. m. g. llìI| Irma Qramatica s «Sorelle Materassi» trattata ci si ritrovava somigliantissimo. La aiutava sua sorella Giovanna che aveva imparato il mestiere molto bene. La loro casa era una bottega d'arte dove si "lavorava da mattina a sera. Non pare che Rosalba, rimasta nubile, avesse la testa ad altro; per distrazione sonava un po' il violino. 1 suoi amici erano artisti e intenditori d'arte. Uno di questi, il j più amico, era il conte Angelo Za inetti, un signore cosi appassionaIto di pitture e di cammei da spen iderci tutte le sue rendite e da |fare a meno, d'inverno, anche del fuoco per comprare un bell'oggetto di più. Ma sulla loro amicizia fedele per tutta la vita nessuno poteva ridire. Rosalba non viveva che per il suo lavoro e non poteva dirsi bella. Probabilmente fu lo Zanetti che le fece conoscere un ricco francese, Pierre Crozat, che girava per l'Italia a raccogliere quadri, e uno scozzese, John Law, che si occupava un po' di tutto e si diceva avesse molta fortuna al giuoco. Poteva essere un avventuriere come tanti altri che a Venezia, sul principio del Settecento, s'industriavano a campare come i veri signori. Il Law — Lau dicevano a. Venezia — che aveva .una parlantina stupefacente, si presentava come figlio di un grande banchie re scozzese e volentieri portava il discorso sopra un suo progetto di banca di un tipo nuovo, basata non più sul lento giro dei capitali effettivi ma sul credito: con il suo sistema prometteva di arric chire in un momento gli azionisti, i depositanti, lo Stato e di centu plicare i commerci. I mercanti veneziani lo ascoltavano ma non ci si fidavano. Con 'gli artisti il Law si atteggiava a mecenate, e prometteva ordinazioni da sbalordire quando avesse impiantato la sua banca produttrice di ricchezze illimitate. Rosalba stava a sentire. Stava a sentire anche suo cognato, il marito dell'altra sua sorella Angela, Antonio Pellegrini, che era un pittore e freschista di gran bravura, un « fa presto » come Luca Giordano. Ma si fidavano più del Crozat, che ordinava e pagava, e anche lui entusiasta dell'arte di Rosalba, la invitava a venirlo trovare a Parigi, dove la avrebbe fatta dipingere anche a Corte. Qualche anno dopo infatti, nell'aprile del 1720, Rosalba Carriera con sua madre, le sorelle Giovanna e Angela e il cognato pittore erano a Parigi, ospiti di Pierre Crozat nel palazzo che questo si era fatto costruire da poco nella via Richelieu e, con la terrazza e i giardini, arrivava sul boulevard che oggi è degli Italiani. Anche il conte Zanetti in quell'occasione era venuto a Parigi. Tutti ammiravano le opere d'arte bellissime che il Crozat aveva riunite nel suo palazzo: le più preziose le aveva allogate in un ottagono che riface va Ja Tribuna della Galleria degli Uffizi 1 a Firenze. Parigi confermava che il Crozat era davvero ricco. Pavera che di recente avesse accresciuto le sue ricchezze associandosi a quello scozzese John Law che, a Parigi, non era più il sospettato avventuriere di Venezia, ma 11 più gran finanziere della Francia, ammirato, invidiato, corteggiato come un re. Era un uomo che, solo ad accòstarcisi, ognuno sperava di diventare ricco. Il suo « sistema » aveva funzionato come una magia. Il Duca d'Orleans, Reggente del Regno durante la minorità di Luigi XV, che aveva allora dieci anni, aveva avuto fede nel Law e aveva patentato la gran banca, dell'immaginoso finanziere. La Banca Reale in poco tempo aveva suscitato un giro d'affari e di biblietti di credito, che bastava comprarli per vedersi crescere in mano il capitale impiegato. La banca di Law Ormai Law controllava tutto il commercio estero della Francia e le sue imprese coloniali. Anche 11 Crozat gli aveva ceduto la compagnia d'Occidente fondata"' per sfruttare i paesi del Mississipl. Gli storici dell'economia hanno ancora da decidere se John Law è stato uno spacciatore d'illusioni finanziarie per i gonzi o il geniale precursore dei sistemi creditizi dai.quali è nata la grande banca moderna. Parrebbe che l'idea del suo sistema fosse ragionevole; soltanto il giuoco del credito, portato subito all'eccesso, dopo aver stimolato gli affari e aver prodotto enormi ricchezze fittizie, ricadde nel vuoto effettivo sul quale aveva lavorato, e fu il disastro. La novità aveva affascinato la gente. Prima di allora non si conosceva ricchezza se non quella concreta in monete d'oro e d'argento sonanti. Era una gran trovata quella di Law di sostituire alla moneta limitata biglietti di credito illimitati sopra imprese che avrebbero reso in avvenire. lEna troppo comodo per non dare lalla testa. Le azioni della banca ìLaw salivano alle stelle. Ma chi Inon liquidò a tempo si trovò con |le mani- piene di carta straccia. Quando Rosalba arrivò a Parigi, Law e la sua banca erano ancora allo zenit; il banchiere stupiva con le sue larghezze, faceva d'oro tutto quello che toccava. E la modesta laboriosa pastellista veneziana aveva la fortuna di trovarsi nel giro vicino al grande mago, perchè il suo ospite Crozat era in intimità con la famiglia Law. Questo, in fortuna, effettivamente mostrava di apprezzare anche le arti e gli artisti. Mentre trovava il tempo di posare davanti ai pastelli di Rosalba, e voleva che ritrattasse anche suo figlio e sua figlia, al cognato Antonio Pellegrini ordinava di Trescargli un'enorme allegoria nel salone, detto del Mississipl, della Banca. Questa aveva sede pomposa nel palazzo del Cardinale Mazarino, oggi sede della Biblioteca nazionale francese. In ottanta giorni il « fa presto » veneziano si impegnava a dipingere centinaia di figure allegoriche allusive alle imprese del Law e alla prosperità garantita ai seguaci del suo sistema. Fallimento e ritorno n I contatti fra la mite artista veneziana e l'indiavolato finanziere s'intravedono attraverso il diario che Rosalba scrisse durante l'anno che dimorò a Parigi: è poco più che un registro di commissioni avute ed eseguite con qualche accenno di ricordi personali. Nella Parigi viziata e viziosa della Reggenza l'artista non sembra sperduta ma non ne è nemmeno travolta: l personaggi e 1 fatti la interessano in quanto si riferiscono al suo lavoro. Mentre sta facendo 11 ritratto di Luigi XV giovanetto, nota: « Oggi, tre accidenti: gli cade il fucile, gli è morto il papagallo e la sua canina sta male ». Passano per il suo studio i più grandi nomi della nobiltà. Senza volere, ci fa sorprendere anche 1 piccoli maneggi che potevano esserci dietro un ordinazione. Perchè -mai una certa dama le fa sapere in segretezza che vuole assolutamente un ritratto fatto da lei e che per la posa verrà alle sei di mattina? Evidentemente il ritratto misterioso era destinato a dono galante. L'artista non arriva ad accettare tutte le ordinazioni che le verrebbero, e tuttavia in un anno di soggiorno a Parigi riesce a fare oltre sessanta pezzi. Fra questi la famiglia Law c'è tutta. I rapporti della pittrice con il banchiere sono frequenti e amichevoli. Ogni poco il diario di Rosalba rammenta di essere stata alla Banca e d'averci anche pranzato. Ma il l.o novembre l'f 20 si legge questa notazione: « Cattiva gioì naia; ho visto Law alla Banca e ci ho parlato ». Fin dal luglio si erano avuti i primi segni che l'enorme castello ai carta moneta non si reggeva più. Il banchiere, forte elena protezione del Reggente, che con lui aveva fatto milioni, e della sua audacia, teneva testa al malumore crescente. Il l.o novembre i 'biglietti della | Banca cessavano di aver corso. La collera dei danneggiati scoppiava: la carrozza di l^aw veniva assaltata e fracassata: sua figlia era presa a sassate. Sarebbe curioso immaginare che, alla vigilia del fallimento, il finanziere avesse lasciato trapelare qualche cosa all'artista. Questa continuava a frequentarne la famiglia; ancora il 12 dicembre ricorda di aver visto la signorina Law « il cui padre quello stesso-giorno fu disgraziato». Infatti Law Improvvisamente scompariva: con un passaporto speciale concessogli dal Reggente, che non gli poteva negare quest'ultimo servizio, riusciva a tilare in Belgio. In Francia chi aveva avuto aveva avuto. Rimase a mani vuote anche il cognato di Rosalba che aveva fatto l'affresco nella Banca ma non aveva riscosso le venticinquemila lire pattuite. Nel diario di Rosalba si leggono tutte le sue premure per cercar di, far ricuperare il credito al cognato. Avendo conosciuto da vicino il Law, Rosalba forse non condivideva il pessimo concetto che ora perseguiva l'uomo prima deificato. In tin dei conti, più onesto dei grandi protettori che avevano lucrato sul suo sistema, John Law, che aveva fondato la banca con tre milioni non fittizi, era sparito senza salvare quasi nulla per sè. Tre mesi dopo anche Rosalba lasciava Parigi. L'epilogo ci riporta a Venezia dove aveva finito col cercare un rifugio il finanziere fallito. Poiché nulla egli aveva commesso contro la Repubblica veneta, questa poteva chiudere un occhio e lasciar- lo passeggiare per piazza S. Marco. A Parlai c'era chi credeva ancora che un uomo di quelle risorse potesse rimettersi a galla. Si diceva perfino che Antonio Pellegrini trovandoselo in casa ' prepria, fosse riuscito a fargli pagare le 25.000 lire dell'affresco. Non pare: si sa invece che, sparita la Banca, anche all'affresco fu dato di bianco. I ritratti che Rosalba fece ai Law sono andati dispersi. La brava artista che aveva sempre lavorato e guadagnato ma non aveva mai forzato la fortuna, mori vecchia e cieca nel 1757 lasciando un patrimonietto investito in due istituti veneziani ben più modesti della fantasmagorica Banca di Law, la Scuola di San Rocco e l'Arte dei luganegheri, come fa fede il suo testamento. Panfilo