Una via senza uscita

Una via senza uscita Una via senza uscita Quando i Beaverbrook « i loro affini pi etendono di darci a bere che l'Inghilterra non avrebbe nulla da temere da una eventuale sovietizzazione della Europa, bisognerebbe ricordarsi, per lo metto, di una o due cose. Durante la polemica sul famoso « digesto Beveridge », di cui Alberto de* Stefani ha fatto su queste colonne l'acuta diagnosi che tutti sanno, e per il quale i conservatori della Camera dei Comuni non sembrano nuti ire il minimo entusiasmo, gli economisti inglesi non tralasciarono di richiamare l'attenzione dei loro connazionali su una circostanza capitale, che nel fuoco dell'entusiasmo è facile perder d'occhio. « C'è qualcosa di molto piùimportante dei progetti Beveridge, Uthwatt e Scott — scrisse Roivland Evans — ed è il problema delle esportazioni dopo la guerra ». E Reginald Sibson confermò: « Sono tutti progetti inattuabili; tenete presente che senza un ragionevole inCì emento della produzione, e mercati sufficienti per dar lavoro ai disoccupati, l'idea di Beveridge non solo non sta in piedi, ma minaccia di peggiorare le cose ». Per un paese dove, alla vigilia della guerra il commercio di esportazione ascendeva ancora a una inedia di 16 sterline oro per abitante, cifra di molto superiore a quella delle esportazioni dagli Stati Uniti e specie dalla Russia, che non stipeto gli 8 scellini oro a testa, la possibilità di ritrovare un equilibìio economico dipende infatti dalla possibilità di esportare. Si ha un bel promette)e alla gente salari « onesti » — V espressione appartiene a uno dei colleghi di Churchill, il suo ministro del tesoro — assicinazioni sociali, case con attico e terrazzo, città giardino e cintine verdi; chi scoprirà il segreto per dar lavoro domani alle processioni interminabili di nomini e di donne, che sfileranno agli sportelli degli uffici di collocamento^ Lo stesso Beveridge, conscio della difficoltà ammette: « La prima cosa da fare è combattere la disoccupazione, evitare il ritorno della calamità che desolò il paese dal 1921 al 1939 ». I pioduttorì britannici ne sono chiaramente convinti. Il vero scopo della bestiale crociata bandita nel 19S9 da Whitehall contro il mondo totalitario, siava nel metter fine con la forza una volta per sempre, a \ quella odiata autarchia, che da anni veniva traducendosi in una progressiva emancipazione dell'economia continentale dal giogo del commercio britannico. Si , volevano domare l'Europa e la Asia, per chiuderne gli sictòfflvienti c. radane al suolo le rio- ' gatte, in modo che nulla più si |

Persone citate: Beveridge, Churchill, Reginald Sibson, Roivland Evans

Luoghi citati: Asia, Europa, Inghilterra, Russia, Stati Uniti