Problemi e proposte

Problemi e proposte Problemi e proposte per la disciplina del vino Una questione irta di difficoltà: quella della distribuzione in vendita - La quota per la . distillazione • Un inconveniente circa la consegna delle vinaccie Non pare che la via crucis di tormenti cui è sottoposto 11 vino sia finita. E dire che gli antichi Romani chiamavano Libero il dio del vino, non solo perchè questa gioconda bevanda sana e confortairice libera dai pesi dell'animo, ma anche perchè Ubera era nei suol movimenti. Verrà giorno in fcut »1 potrà scrivere la storia di tutte le ordinanze relative a vincoli, prezzi, blocchi, assegnazioni, convogliatori, consegna alle distillerie, alle forze armate, ecc. ecc. E può darsi che i posteri non trovino molta semplicità, praticità e chiarezza in parecchi dei provvedimenti escegitati. Ma siamo in tempi eccezionali in cui soprattutto occorre disciplina e pazienza. L'ultima novità della quale si è a lungo parlato nelle Corporazioni interessate, sarebbe quella di creare tre tipi di vino da consumo, senza più distinzione che ncn sia il grado alcolico e senza dichiarazioni di origine, da vendersi senza recipiente o « sfusi > come molto male si dice, e a prezzi fissi, controllabili. I prezzi sarebbero parecchio superiori a Suelli corrispondenti all'imperavo delle 21 lire l'ettogrado. La tendenza a tipizzare molte delle produzioni di uso corrente, dal tessuti alle maglierie, ai vestiti, el mobili, ecc. verrebbe a scombussolare tutta la tradizione vinicola italiana e tutta l'importanza della tecnica enologica. Ma siamo, si ripete, in tempi eccezionali, e, in materia di vino, in momenti in cui occorre assicurare al popolo quel vino che integra egregiamente la dieta, a prezzi accessibili, visto che per fortuna il vino non manca, e può sicuramente bastare a servire, ciò tTarlnlamcndpdaà™HScmddtrmvssdsspiche è innanzi tutto indispensabi-! le, le valorose forze armate, ed anche a dare il suo contributo alla provvista di alcole carbu- ranr . _ , Ncn si sa finora se le preposte formulate in corporazione avran- ! no sèguito nella pratica. Al mo- mento8 non parrebbe; ma è bene *„„°™ì SSrfw- i»,r.?°' ! |Certo i faciloni devono persua dersi che la materia della distribuzione in vendita del vino, anzi del tanti vini diversi che si producono in Italia, è una materia irta di difficoltà grandissime e bisogna quindi perdonare se si procede a tentativi. Sarebbe bene però... non eccedere. Si va consegnando il vino per la distillazione. A questo riguardo è bene si sappia la ragione per la quale, non ostante il vincolo di parte del vino a scopi distillatori, si è ugualmente mantenuto l'obbligo per tutti di pagare 25 lire l'ettolitro proprio per la distillazione. La ragione fu spiegata in una lettera del Sottosegretario Pascolato. La quota fissa di 25 lire l'ettolitro serve per poter acquistare il vino da distillare pagandolo al prezzo di blocco, 21 Tira l'ettogrado, dato che l'alcole ricavato non viene pagato all'Ente della distillazione che lire 4,75 il litro. In compenso, il vino vincolato viene ritirato a prezzo che non è più quello delle appena 4 o 5 lire l'ettogrado come ef e fatto nelle passate campagne. Ma, a proposito di vincolo per la distillazione, è noto che il 20 per cento della massa di vino, non significa un quinto della quantità in litri, ma un quinto della massa di gradi alcolici del vino stesso. Si osserva .giustamente, che se la gradazione totale si ottiene, com'è naturale, moltiplicando la quantità in volume per il grado, chi ha prodotto vino a maggior grado ha un vantaggio su chi Pha prodotto di minor gradazione. E si pensa che forse sarebbe più giusto fissare una gradazione alcolica base, ad esempio 10, e far ridurre il quantitativo vincolato a questa Dase. Cosi chi ha vino, ad esempio, ad 8 gradi darebbe 25 litri, chi lo ha a 12 gradi ne darebbe soli 16.66. E' un'idea che merita esame. Comunque, una maggiore chiarezza, veramente alla portata di tutti — anche di certi uffici imposte di piccoli comuni — è da invocarsi subito. Fa piacere di constatare che quest'anno la consegna delle vinaccie per la distillazione è andata assai meglio che negli anni scorsi. Però anche qui avvengono cose strane e dannose. Si impone a tuffi l'ordine di consegnare le vinaccie e si comminano pene pei contravventori, ma poi in parecchie Provincie a produzione sparpagliata di quantità non grandi, come ci si assicura sia avvenuto ad Imperia, ad esempio, le vinaccie medesime... nessuno le richiede, e a chi spontaneamente chiede dove portarle non si da risposta. Così il produttore consuma queste vinaccie sino a quando si inacidirà o ammuffirà tutta e sarà buona solo da buttare in concimaia, mentre avrebbe potuto aPmeno ricavarne tanto vinello, prezioso anche pei lavoratori di campaerna e non avrebbe veduto, con disappunto, sprecare una ricchezza nazionale in tempi di fiera e giusta lotta contro gli aprechi. Piccole cose, si dirà. Ma è bene onestamente rilevarle al solo scopo di giovare al Paese. Arturo Marescalchi

Persone citate: Arturo Marescalchi

Luoghi citati: Imperia, Italia, Suelli