Il "Progressismo,, condannato

Il "Progressismo,, condannato Il "Progressismo,, condannato Simpatiche accoglienze alla mia serie di articoli sulle Origini ottocentesche delia crisi, e quesiti posti al riguardo, specie da A. Mezio sul Piccolo Giornale d'Italia e da Carlo Lovera di Castiglione bu l'Italia, mi persuadono a proseguirla, per sviluppar* ulteriormente il mio pensiero. Kilevavamo iu quegli scritti come uno dei maggiori segni premonitori della fjran crisi della civiltà occidentale, diventata esplicita con la guerra de! 1J)14'18, consistesse, a nostro avviso, in un fenomeno d'indurimento anticristiano, che s'inizia suppergiù, verso la metà del 6ecolo XIX, e pervade a poco a poco tutte le manifestazioni dell'attività tropea — dalla politica all'arte, dall'economia alla cultura — irrigidendo tutte le posizioni, acuendo tutti i dissidi, facendo progressivamente scomparire dagli animi.il senso profon'do, e fin'allora inconcusso, di una comunanza di civiltà, nell'ambito di quella seconda unità europea, che s'inizia nel Seicento, al termine delle grandi guerre di religione. Ravvisavamo poi (schematizzando alquanto) in cinque uomini: Bismarck, Darwin, Comte, Marx, Nietzsche — i principali antesignani di quel fenomeno d'indurimento, in cui termina l'ottimistica ideologia del Progresso, che della seconda unità europea costituisce il maggior nerbo e fermento ideale, cosi come la Rivoluzione francese è di essa il maggiore evento politico-sociale. Naturalmente, accanto al pessimistico e duro e irrazionalistico Novecento che cosi già si delinea, l'ottimistico e facile e illuministico Settecento non cede senz'altro le armi, ma seguita a combattere e a tentar realizzazioni, in quel gran campo di battaglia, ed epoca di transizione, che e 1 'Ottocento, specie nel suo ultimo scorcio: e noi vogliamo, oggi, sopratutto fermar l'attenzione sul fatto che i due secoli, « l'un contro l'altro armato •, trovano, con singolare approssimazione — e come in un combattimento omerico, in cui gli dèi scendono a parteggiare per gli uomini, schierati nei due opposti campi — i loro due paladini ideali in due grandi Nazioni europee, di cui l'una appena costituitasi a nuova unità, e ridondante di energie, dopo l'antico, mitico splendore di un sacro Impero universalistico; mentre l'altra è tragicamente inquieta ed incerta di se, e delle forze materiali e ideali che effettivamente le rimangono, dopo un millennio di storia unitaria, e ■ dopo l'immenso dispendio di energie, che l'han portata due volte, in centocinquant'anni, ai vertici dell'egemonia politica e culturale europea: la Germania e la Francia. La Germania, che con ben. tre dei cinque uominisimbolo da noi indicati, lavora, in tre modi diversissimi fra loro, alla distruzione dell'esistente e all'avvento del nuovo ; la Francia (la stanca borghesia della stanca Francia), che concentra invece le sue.ultime forze nella difesa di quell'ordine materiale « ideale, riassunto nella già magica parola: Progresso, nella cui diffusione è consistito il senso c il valore della sua estrema epopea. * * Stanca borghesia della stanca Francia... è ben essa a creare, dopo la effimera parentesi reazionaria di Mac-Mahon, e sempre nella cupa atmosfera su cui grava l'ombra di Sédan. una delle ultime — se non l'ultima — incarnazioni storiche dell'ideologia progressista ; e cioè quella Terza Repubblica, con la sua Costituzione del } 875, ma più ancora con la sua legge non scritta, massonica, laica; e con la tradizione, diremo orale, dei suoi Santi Padri — i Gambetta, i Ferry, giù giù fino a Waldcck-Rousseau e a Combes — che continua e sviluppa, con tutte le correzioni pratiche suggerite dall'esperienza ottocentesca, il motivo degli " (immortali principi»; e la cui struttura culturale poggia su due pilastri: il nerbo degli Instituteurs, della scuola primaire (su cui tanto si eserciterà l'ironia degli avversari), per la piccola borghesia e per il popolo, da una parte ; l'alta cultura, la Sorbona e VEcole Normale — in sorda lotta continua con l'Accademia e gli altri grandi Istituti (Stato Maggiore ecc.) reazionari — dall'altra. Ma, in questa lotta, e fin quasi alla fine del secolo, l'ideologie può ancora contare sopra una seris di grandi nomi: gli Hugo, i Michelet, i Pasteur, i Taine che poi si continua nel secolo nuovo, coi Berthelot, coi Curii; ' coi Painlevé, coi Langevin... fin quasi alle soglie dell'attualità: singoiar disceudeuza di scienziati «progressisti», e politicamente combattivi, com'erano stati, alle origini enciclopedisti che, i d'Alembert e i Condorcet, e quale difficilmente si riscontra in altri paesi. E' interessante, e quasi patetico, per meglio capire il grande urto dei secoli, rievocar»1 queste ultime voci eloquenti del Progresso agonizzante ; sentite, pinttosto del troppo famoso Di scours du. Ju-bilè del Pasteur, queste altre parole pronunciate •nai chimico Berthelot nel 1894 Giorno verrà — «gli vaticina — che ciascuno porterà con sè per nutrirsi la sua tavoletta di materie grosse... U suo flaconcino di spezie aromatiche, accomodato al suo gusto personale; tutto ciò fabbricato economicamente, e in quantità inesauribile, dalle nostre officine... l'uomo ci guadagnerà in dolcezza è in moralità, poiché avrà cessato di sostentarsi attraverso il massacro delle creature... e la razza umana vivrà nell'abbondanza e nella gioia della leggendaria età dell'oro. Guardiamoci tuttavia dal pensare ch'essa vivrà nella pigrizia e nella corruzione morale. Il lavoro fa parte della felicità... Nella futura età dell'oro ciascuno lavorerà più che mai. Ora, l'elmo che lavora è buono, il lavoro è la fonte di ogni virtù... , Accanto alla cultura ufficiale, tutta la vita politica, nelle sfere effettivamente dirigenti, è ugualmente permeata di «progressismo» all'antica: è il socialismo, che ha il buo alfiere in Jaurès, e si colora sempre delle vecchio tinte umanitarie, anticlericali, pacifiste, mentre all'estero (sviluppando la più genuina tendenza marxista) sta diventando bellicoso e antidemocratico, e si-prepara a sfociare nel leninismo. E', sopratutto, il Partito Radicale, questa tipica espressione della piccola borghesia francese, vestale degli «immortali principi», contro il quale (sia esso, o non, ufficialmente al potere) — a par tire dall'Affaire Dreyjus — non sarà più possibile governare ; e dal quale (o in funzione del qua le) sono lanciate le famose for mole: Pus d'eniinnin à gauche; oppure: Le clfricalisvu, voilà ■NUOVI- Romanzo Stanco, entrai nel locale e chiesi timidamente- da mangiare, se qualcosa vi fosse. Mi risposero: — Tuffo quel che volete. — Anatre pollanche capponi, un suadentissimo pranzo, vini di gran marca e allegria. Chiesi il conto. Due scudi. Ma siete impazzito f — domandai all' oste, pallido d'emozione. — Che cosa e accaduto, che locale è mai questo} — Signore — mi rispose molto cortesemente l'ostiere. — Questa è la famosa taverna di un celebre romanzo d'avventure che ieri sera avete scelto tra i vostri libri ?rima d'addormentarvi. — Ah, vero, scusatemi — risposi confuso voltando subito pagina. Beata solitudine — Un po' di solitudine! — implorava ti mio amico, uomo di mondo, ricercatissimo. — Rompila con tutti — gli proposi. — Starei fresco — mi rispose. — Non mi basterebbe la vita intera. Preferisco l'opposto. — E si uccise. Andai a trovarlo sulla sua tomba. — Sei finalmente solo, amico mio? — gli chiesi triste. E lui: — Nemmeno per sogno. Qui c'è più gente di prima. Olimpo Quando in Olimpo si seppe che Callisto era- l'ultima favorita di Zeus, tutti i numi si domandarono — CalHsto-f O dove diavolo è andato a scovarla f —. Afa non appena videro che egli l'aveva- posta tra le stelle sotto forma d'Orsa Maggiore, subito gli dei esclamarono. — Che meraviglia di costellazione. E' la più splendida di tutte. — Ciò accadeva una volta tra le stelle, nel grande teatro celeste. Vergogna Perchè arrossisco quando tu mi dici che sono un uomo intelligente f Ah, mio caro, è la vergogna di non saper leggere in me stesso ciò che tu vi leggi con tanta facilità. Incompreso Risoluto, andai a trovare un mio amico facoltoso e gli dissi: — Ti scongiura, prestami mille lire. — Che vuoi farne f — ini rispose turbato, ma disposto a soddisfarmi. — Togliermi una immensa soddisfazione. Restituirtele fra un minuto. — Ma allora — azzardò egli timidamente — non te ne basterebbero cento* — Canaglia.! — gli gridai ed uscii da quella casa incompreso. Pronome — Signore, vi prego — mi disse, ferma all' angolo della strada; la donna che io da un po' di tempo importunavo avvicinandomi tioppo. — Scostatevi, aspetto qualcuno. —' Balbettai parole di scusa e m'allontanai confuso e triste per non voler essere considerato nemmeno un qualcuno qualsiasi. Roberto Bartolozzi

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