Cronache del Teatro

Cronache del Teatro Cronache del Teatro La critica e gli attori -- Ieri e oggi La necessità di una chiarificazione Fenomeni. .. bella verità: la vera declamazione jnlera. spesso nutrita di facili e è quella di non declamare ». (solleticanti lenoscini tutti superQueste parole sono di Arrigo j fidali e esteriori, e abbtamo vi3to Boito. critico drammatico, e si ri- che essi, attori e attrici, rlcorcafeiiaoono alla prima, rappresenta-1 no 11 facile successo ricercando la zione delia Marianna di Paolo ! commedia di più facile odattaFVrrari. protagonista, nientemeno, | mento alle loro... qualità, per poAdelaide Ristori. Se un critico di : torvi decentemente brillare, anoggi si permettesse di scrivere che se per ragioni estrinseche aiqualche cosa di simile, non dico]l'arte, e riscuotere applausi elogi su Irma o Emma Granitica, ma e quattrini. Il successo — è umasu qualcuna delle tante attrici o no -• provoca pose e pretese. Ci sii qualcuno dei tanti attori che!sono troppe «pose» in giro. Se sono a. capo di compagnie, apriti,continuiamo a dire sempre: quanciclo...! to è bravo quc3to, quanto è bravo Eppure ci sembra sia giuntai quello, non ci salveremo più. E' l'ora di ritornare a esser severi, e'ora di dire a ciascuno il fatto suo, giusti, con gli attori. Ci siamo ab-idi riprendere a discutere l'Inter- bdti ' t bbdti i dit l' € La commedia fu eseguita pessimamente. La Ristori cigni anno ne riappare più decaduta; se ima volta essa si meritò tutte lo ammirazioni della, crtójtei-pigi 3i merita tutte le dtarajrrovazioni. Udendola recitare ci venne pensato continuamente a quella ironia di La Sage: « sempre fuor di natura, essa fa strepito anche sulle congiunzioni », e Infatti ci ricordiamo come essa marcasse violentemente la particella « ci » in una frase di questo genere, appunto nella Marianna, atto secondo, scena prima: Adesso che abbiamo parlato delle persone che non ci piacciono, parliamo delle persone che ci piacciono ». Neanche una particella può esaere garantita contro la furibonda mania dell'effetto. La signora Ristori avrebbe dovuto assistere a una certa lezione di declamazione fatta dall'Illustre Samson, alla quale ebbtmo 11 piacere di assistere noi. Il grande artista davanti al suo devoto uditorio, ragionando intorno alla semplicità degli accenti e dei gesti che al deve usar sulla scena, terminava col dire questa p pretaziine come si discute l'opera e di dare agli aggettivi il loro giusto valore e il loro preciso significato. Solo cosi riporteremo l'ordine, daremo giusto senso alle proporzioni, ristabiliremo le gerarchie; solo cosi richiameremo gli attori a una più onesta misura e a un più leale impegno delle proprie forze; solo coàt riconquisteremo la fiducia del pubblico che dalla sincerità scrupolosamente osservata trarrà nuovo motivo dl fiducia e dl passione, e, ln definitiva, gioveremo allo spettacolo. La critica non è un piacere — se fosse tale potrebbe anche avverarsi l'ipotesi dl La Bruyére —; è un dovere. Non c'è nemmeno bisogno di esser crudi e feroci come Arrigo Bolto, ma le cose che debbon essere dette si debbono dire, nei confronti di chiunque, e dimostrarle e giustificarle. Certo non ci si può fermare a discutere quello che non vale la pena dl discutere, ma appena appena la possibilità si presenti, bisogna discutere e dire apertamente, nei confronti di tutti, 11 proprio pensiero. Sarebbe questa, fra l'altro, la unica maniera di risolvere naturalmente anche il cosiddetto «problema della critica», della capacità critica, cioè, che, se non erriamo, a questo ci si riferisce quando si parla comunemente di « problema della critica ». Chi ha polvere, spara; e chi non ne ha si tira da parte, deve tirarsi da parte. * # In due mesi (dicembre e gennaio) sostain rappreseli tate dieci novità ili prosa, (11 autori vecchi e gióvani: novità di Cantini; Ticri. Betti, Possenl)e Filippo, rosile, l'incili. Ile Con Cini. Inni aiire coiiiiiieU.ie, che si possono considerare come nuove, anche so sopimrlano — e s'è visto brillantemente — il pomo di secoli, sono stale mesao In scena dalla. Compagnia Nazionale del Cut e dal Teatro delle Arti: Don tilt dulie eolie indi di Tirso da Moina e ; [rateili rivali ai Della l'orto. Altre novità si annunziano luuminenti. Lo compagnia stabile del Quirino di Roma, ilio ho gli rappresentato 11 (ìlauco- ili Morselli, nell'Interpretazione dl (lino Cervi, e Pensaci Giacomino, successo ìiorsonale dl Sergio T'/fano. metterà in scena prossimamente uno commedia dolio svedese Ttergmann cn« fi una piacevole satira del Premio ggbandonati, ' e questo abbandono nuoce maledettamente all'arte. C'è in giro una maggiorazione di valori e, quel che è peggio, una confusione di valori, un mucchio di frasi fatte buone a tutto e per tutti, una diffusa preoccupazione di non dire cose sgradite, una tendenza al lasciar correre insomma che minaccia di rifare il caos proprio nel momento in cui lo spettacolo assume sempre maggiore dignità e ha perciò bisogno di meglio definirsi e affermarsi in ogni sua parte. Abbiamo agevolato persino la... moda degli attori, e abbiamo visto che non sempre gli attori di moda son quelli che hanno avuto da Dio 1 maggiori doni d'intelligenza e di sensibilità, ma quelli che son riusciti a crearsi e a far accettare una loro ma- I DELLA SCENA AMERICANA

Persone citate: Arrigo Bolto, Betti, Boito, Cantini, Cini, Emma Granitica, Morselli, Sergio T

Luoghi citati: Roma