I calcoli sbagliati di Eisenhower:

I calcoli sbagliati di Eisenhower: I calcoli sbagliati di Eisenhower: acqua e fango invece di sabbia infuocata Panzer sgominati da un attacco alla baionetta... - L'ossessione dei paracadutisti - Due uomini di punta: Clark e Raff - Gii dovrebbe "spazzare„ l'Asse . (Dal nostro inviato) . ALGECIRAS, febbraio. Ad ascoltare certe voci di fonte inglese che ci pervengono dall'Algeria, i tommies del Gen. Ander-I son, molti dei quali per la prima volta ni fuoco, sarebbero i più valorosi soldati dell'Inghilterra, tutti eroi come i trecento delle Termopili. Io non ho mai avuto l'abitudine, nei miei scritti e giudizi, di sottovaluterò: il nemico, ho sempre detto che gli inglesi quando hanno molti mezzi si battono bene (.maggior onore per noi che nel Mediterraneo sosteniamo da tre anni l'intero peso bellico dell'Impero britannico ed ora anche buona parte del peso bellico americano), ma questa volta ad ascoltare le notizie che gli inglesi lanciano dal fronte tunisino dico veramente che essi esagerano. Si raccontano senza risparmio di aggettivi le gesta dei tommies e le si pubblicano sui giornali. Eccone un esempio. « Durante il combattimento undici soldati del battaglione Hampshire hanno attaccato alla baionetta un gruppo di tedeschi, ne hanno uccisi trenta, e tutti e undici gli inglesi sono ritornati illesi alle loro linee ». Un altro esempio. « Una compagnia di fucilieri inglesi ha sferrato un assalto alla baionetta contro una formazione di panzer e li ha fatti retrocedere ». E come è finito poi il combattimento? E' finito così: gli inglesi vincitori han perduto la posizione. Il calendario in ritardo Tutti gli eserciti hanno i loro atti di valore, ma le notizie sopra riportate ci sembrano un pochettino esagerate. Ad ogni modo è Chiaro che gli inglesi nel Nordafrica vogliono far conoscere che sanno far la guerra meglio dei loro alleati americani. I soldati inglesi in Algeria e Tunisia elogiano molto se stessi, hanno parole tenere per i poveri combattenti francesi (li giustificano affermando che sono senza armi moderne) ma non elogiano affatto i camerati americani, elogiano invece le loro macchine di guerra. Non solo, ma i soldati inglesi nel Nordafrica manifestano apertamente malumore contro il Comando Superiore, che è americano, il Comando di Eisenhower. Tunisi e Biserta, secondo il calendario dei piani anglosassoni, dovevano essere occupate entro novembre (secondo sempre lo stesso calendario, per Natale tutta l'Africa doveva essere < liberata » e la navigazione attraverso il Mediterraneo assicurata, per la fine di gennaio dovevano iniziarsi gli attacchi nell'Egeo e contro l'Italia), e se Tunisi e Biserta non sono «tate occupate entro quella data gli ambienti militari inglesi (e francesi) del Nordafrica ne danno colpa a Eisenhower, accusato di Iprocedere coi piedi di piombo, T . . i* _. ; troppo preoccupato di arrischiare, di perdere uomini e mezzi. Lo Stato Maggiore di Eisenhower — dal canto suo — afferma che la marcia su Tunisi fu compromessa dal problema trasporti e comuni cazioni, aggravati dalia stagione .delle piogge. Da due mesi in Al- !geria le imprese d'affari yankeenon fanno .che costruire stradererrovie e campi d'aviazione verso la Tunisia, per risolvere il proble- ma di Eisenhower. Nel frattempo ll Comando Superiore americanoha fatto ricorso ai mezzi aerei ditrasporto. Ed ora, c'informano lenotizie di laggiù, stormi di grossiapparecchi americani continuano a fare .a spolu tra i porti di sbarco e il fronte recando in volo tutto, persino piccoli carri armati e le camionette Jfep. L'ostacolo mag-giore all'or gttnizzazione degli aero- trasporti è costituito dalla de/i- cienza di campi d'atterraggio Per hi verità il Comando Eisen- hower ,'S novembre non pensava affatto che la reazione delle forze dell'Asse potesse essere così fui- minea in Tunisia. Non lo pensava Ei'.enhower, non lo pensava il suo braccio destro Gen. Clark, e nem- meno l'Ammiraglio Cunningham lo pensava. L'Ammiraglio Sir An- drew Cunningham, vecchia cono- r-fira itah'an'i, aveva il comando delle forze di mare alleate nella grande operazione di sbarco. Ora si sa che lo Stato Maggiore di tèrra inglese e i consiglieri francesi con a capo il Gen. Giruud erano per un'azione immediata di sbarco anche a Biserta, costasse quel che costasse, contemporaneamente allo sbarco ad Algeri. Il quesito fu posto a Cunningham. Il vecchio Ammiraglio, che per lunga esperienza ben conosce lo spirito offensivo ed audacissimo dei marinai e aviatori italiani, fece sapere al Supercomando interalleato che uno sbarco a Biserta sarebbe stato si possibile ma sarebbe costato fior di perdite alla flotta britannica, in corazzate portaerei incrociatori e naviglio sottile, e sarebbe costato altre perdite maggiori in trasporti di truppe e materiale. Allora la risposta dell'Ammiragliato fu no. Eisenhower sarebbe dovuto arrivare a Tunisi e a Biserta coi paracadutisti e con le truppe aeroportate che Inghilterra e Stati Uniti avevano approntate su larga scala. E difatti Eisenhower affido l'ingrato compito ai paracadutisti inglesi e americani e alle truppe aeroportate che si servirono ai grossi apparecchi e convogli di alianti. / paracadutisti inglesi affermano di aver fatto meraviglie. Non altrettanto affermano nei riguardi dei loro camerati americani. Più tardi, per riparare alle maldicenze e rendere merito ai paracadutisti di Roosevelt, il Generale francese Welvert ebbe l'ordine di decorare della Legion d'onore il capo dei paracadutisti americani colonnello Ed3on Raff, quello che porta sempre l'enorme casco d'acciaio colla reticella sui viso scarno, anche quando mangia. •Saltano ponti e viadotti I paracadutisti inglesi si sono, insomma, comportati bene. Ma hanno perduto la partita. Evidentemente i paracadutisti dell'Asse han saputo far la guerra d'audacia meglio di loro, fatto sta che l'airborne infantry non è riuscita nel sito intento del colpo di mano contro gli aeroporti di Biserta e di Tunisi, già vigilati dalle forze italo-germaniche. Viceversa, a quel che vengo a sapere in base alle notìzie provenienti da laggiù via nemica, risulta invece che guai gravi continuano a dare agli alleati i paracadutisti dell'Asse. Nelle retrovie del fronte anglosas sone della Tunisia, infatti, si susseguono gli atti devastatori e sabotatori. Soprattutto le linee di comunicazione, l'elemento vitale e la grande preoccupazione di Eisenhower, sono oggetto di atti distruttori. Saltano ponti di strade e viadotti di ferrovie. Dapprincipio si credeva ad atti di sabotaggio ad opera di indigeni, più tardi si scoprirono i paracadutisti. Ora dietro I alle linee alleate in Tunisia e in Algeria c'è l'ossessione dei para- ,.n riti ti V t i Sii n\t>Hr.Yir. ri ri rrt /- /1 ri i> i ? cadutisti. Si vedono paracadutisti sabotatoti dovunque. Eisenhower ha dovuto organizzare un servizio continuato di scorta di vigilanza e di rastrellamento, e nemmeno può fidarsi di tutti i francesi. .L'Amministrazione francese d'ai ! tra parte fa pubblicare e diramare [ manifesti e ordini in cui minaccia \di passare per le armi gli even tuali favoreggiatori degli elementi paracadutisti mentre promette I pingui ricompense a anelli che de\nunceranno gli individui sospetti, ]Siamo informati, tra l'altro, che i al passaggio d'un ponte neHAJae'ria orientale, un treno intero che trasportava truppe è precipitato nel burrone, in seguito ad atti de vastatori di paracadutisti o ad atti di sabotaggio di indigeni (e per^chè no francesi"!), ; Questa delle poche e aspre vie di comunicazione e dei sentieri di '■ fango è stata la principale sor presa dei soldati americani, se non a dei comandi. I soldati americani e ' erano sbarcati in Algeria avendo - un'idea tutta sahariana dell'Afria ca. Essi credevano di trovare il o sole bruciante, immense distese di - deserto, percorribili in ogni senso, m sabbia e caldo, cammelli e molto - folclore indigeno. Invece hanno - trovato città campi coltivati mono lagne burroni valli e boschi, hanno trovato acqua freddo e fango, hanno trovato ferrovie e strade con serpentine e ponti. Quelli sbarcati nel Marocco hanno avuto più fortuna, hanno visto il deserto. Molti di quelli sbarcati in Algeria non hanno ancora visto. Del resto meglio per loro. La fascia algerina e il fronte di Tunisia non sono Marmarica, non sono Sirtica. Sono teatri di guerra dove persino gli alpini vengono impiegati. Ora, sopra e attraversò questa Algeria passano i convogli aerei dei « Curtiss Commando sei convogli terrestri di camionette americane chiuse come scatole antiestetiche. Passano le Divisioni di Roosevelt che dal Marocco in tutta fretta vengono fatte affluire- al fronte tunisino. Passano i mezzi corazzati, passa anclve l'autoblinda a larga autonomia per il deserto che è quasi tutta serbatoio sostenuto da quattro gigantesche ruote. Far buona figura T7-awsita«o per la principale arteria dell'Algeria, l'asfaltata Casablanca-Tunisi. Accorrono al fronte sotto il comando del più giovane ma più promettente Tenente Gè-, nerale degli Stati Uniti, Mark Mayne Clark, il pupillo di Roosevelt e il secondo di Eisenhoiver, il Generale dell'avventuroso viaggio sottomarino in Nordafrica dove era penetrato di nascosto per definire coi capi francesi il piano di sbarco. Gli americani chiedono l'onore del successo. E' la loro prova del fuoco, è il banco di prova dell'intervento militare'statunitense. Quindi tutti possono immaginare come l'attenzione dell'America sia ora concentrata su il Gen. Clark e i suoi uomini. Roosevelt gli ha inviato e continua a inviargli tutto il possibile, non badando a spese, a perdite, a sacrifici. Vito-, ti spaventosi hanno aperto i sottomarini e gli aeroplani dell'Asse nei convogli di rifornimento. Ma Roosevelt, che ora nell'imprésa d'Africa da lui voluta si trova a giuocare la sua caria personale e quella- del prestigio americano, contìnua a formare e inviare convogli. Tutta la responsabilità dell'azione nordafricana occidentale se la è assunta lui. Eisenhower ha dovuto finalmente dichiarare di aver ricevuto i rifornimenti richiesti e di disporre dei mezzi e delle forze adatte per una battaglia. Ma, si sa, se una battaglia si prolunga, nuovi rifornimenti e nuovi mezzi sono richiesti, perchè una battaglia che non si concluda subito divora senza limite benzina e munizionamento. E tutto deve venire dall'America o dall'Inghilterra, una buona parte non arriva, va a finire in fondo al mare. Eisenhower, per rispondere alle critiche degli inglesi e dei militari francesi, ha affidato al Gen. Clark e ai suoi americani il compito e l'onore di « spazzare » l'Asse dall'estremo baluardo africano. (I corrispondenti di guerra' americani mettono prima il Gen. Clark, poi Montgomery, poi i Generali francesi, ed infine, ultimo di tutti, il Gen. Anderson, proprio quello che doveva arrivare per primo a Tunisi e a Biserta secondo i famosi piani). Eisenhower ha fatto capire ai francesi dai cento partiti e agli intriganti consiglieri inglesi che egli non vuol più saperne di politica, egli vuol fare soltanto il Generale, l'Alexander d'occidente. Clark sarebbe il suo Montgomery. Stiamo, a vedere. Attendiamo gli eventi senza spaventarci ma anche senza faciloneria. Crediamo che oramai, anche nell'ex-Nor-dafrica francese, l'attenzione alla guerra abbia preso il sopravvento sull'attenzione alla politica. Antonio Lovato