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• DIZIONARIO • • DIZIONARIO • Figli Volevo ricordarmi le teorie di Antonio Cecov sull'arte, mi sono riletto dunque il Gabbiano ove queste teorie come si sa sono contenute. Non no trovato nulla degno di particolare menzione, salvo una battuta di Treplev nella quale questi dice che « bisogna rappresentare la vita non come è nè come dovrebbe essere, ma come essa ci appare nei sogni s-, che è un'anticipazione della teoria surrealista: ma non di questo volevo parlare. Costantino Treplev, protagonista del Gabbiano, è figlio dell'attrice Irina Arcàdina, E' un giovane d'ingegno, avviato alla carriera dello scrittore, ma dopo alcuni tentativi letterari, dopo alcuni tentativi sentimentali, dopo alcuni tentativi « di vita », egli rinuncia al suo destino terrestre e si uccide. Colpiscono in questa malinconica commedia, come in altri lavori di Cecov (vedi il racconto intitolato Volodia), le « libere » relazioni fra Treplev e sua madre; e qui non importa che la madre di Treplev, come pure la madre di Volodia, sia una donna frivola che si occupa più di se stessa che del proprio figlio. Treplev e sua madre si parlano non come noi siamo usati udire I figli parlare alla madre, ma come si parlano due amici: come si parlano due coetanei. Questa libertà di linguaggio e di comportamento colpisce in particolar modo me che, anche superati i quarant'anni, per parlare con mia madre o soltanto presentarmi a lei, mi doterò trasformare. Profonda differenza tra l'educazione cosidetta « gesuitica » e quella educazione liberalistica, quel « liberalismo familiare » che per reazione al rigore e alla * forma indiretta » dell'educazione gesuitica, era invalsa nei paesi pro^ testanti ed « evoluti » e che i russi avevano adottato con il solito slancio con cui essi, in quanto uomini di civiltà recente, adottano qualunque « novità » e hanno adottato dunque e attuato anche il comunismo, che altri avevano inventato e teorizzato. E per effetto di questo liberalismo che scioglie gli organismi della vita (in fondo tutto il lavoro umano consiste a contrastare il flusso naturale e « senza mete * della vita e soltanto la mente liberale seconda e si adegua a questo flusso) tutto diventa « orizzontale » come nel Gabbiano di Cecov, tutto scorre, tutto va alla deriva. Ed è per far argine al fluire disperante dell'esistenza umana che noi. i cui antenati avevano diritto di vita e di morte sui propri figli, abbiamo levato di contro a questo scorrere orizzontale di uomini e co:e una ideale costruzione verticale, abbiamo fatto della famiglia un modello ridotto della Civitaa Dei, in cui i figli vedono nel proprio padre il « sacerdote » di questa organizzazione umana e assieme divina e profondamente « naturale », e nella propria madre la consorte del sacerdote. Com'è possibile dunque l'amicizia, come sono Sossibili 1 rapporti liberi e diret, com'è possibile la confidenza?

Persone citate: Antonio Cecov, Cecov