Giornalista canadese ucciso

Giornalista canadese ucciso Giornalista canadese ucciso dalla contraerea spagnola Stoccolma, 27 gennaio. La Reuter informa che il portavoce dell'ente radiofonico canadese, Biddle Baudry, è stato ucciso da un proiettile della contraaerea spagnola mentre si dirigeva a bordo di un aereo alla volta di Casablanca per assistere all'incontro Churchill-Roosevelt. Il velivolo, avendo perso l'orientamento, sorvolò il territorio spagnolo e venne inquadrato nel cielo di Larache dal fuoco della contraerea, un proiettile della quale esplose nella cabina colpendo mortalmente il Baudry alla fronte. Un altro contributo alla produzione europea - Quasi un. centinaio di film - Nuovi documentari dell'Istituto Luce i i a r l Ora che la produzione francese si è inserita in quella europea, e darà il suo contributo al fabbisogno dell'esercizio dei Paesi aderenti all'Asse o da questo controllati, vediamo sommariamente la situazione di quel cinema, giunto a un suo assestamento dopo molte vicende e non poche traversie. Il primo, decisivo colpo, che subito si rivelò esiziale, il cinema francese lo ebbe dalle autorità militari, nel settembre del '39. Ordini draconiani: chiusura immediata e requisizione di.tutti gli studi; mobilitati tuttijgli attori, i registi e tecnici mobilitabili; una notevole falcidie inferta ai film allora in circolazione; tassative condizioni poste alle pubbliche sale, soprattutto per quel che poteva concernere i rifugi antiaerei. Tranne quest'ultima misura, elementare e doverosa, tutte le altre apparvero subito almeno eccessive. Il cinemi francese, dal 'Sii al '39, aveva compiuto la sua innegabile, ascesa, quella, per intenderci, che va da Marie Chapdelaine a La kermesse eroica, da Carnet di ballo ad Alba tragica; se ne potranno discutere toni e atteggiamenti, si potrà particolarmente condannare questo o quel film, ma non si potrà certo negare quell'ascesa e quelle affermazioni. Orbene, l'autorità milita re francese, con il 3 settembre del '39, annullava quel molteplice sforzo con il motivo che il cinema, con la guerra, non aveva nulla a eh? fare (evidentemente ignorandone tutta la vastissima funzione di propaganda, di prestigio e di svugo); e nemmeno supponeva quale ingente sómma di interessi e di cespiti quel cinema rappresentasse, se non volle fra l'altro concedere brevi licenze ad attori e tecnici (sì e no una ventina) che fino al giorno prima avevano lavorato a film rimasti così forzila mente incompiuti (le licenze fu rono poi concesse, v i film ^Mimati, dopo quattro o cinque mesi). Fino alla presa di Parigi da parte delle armate tedesche il cinema francese'non esistette se non come spo radiche intenzioni; poi, con la di stinzione della Francia in occupa ta e non occupata, le notizie e i superstiti di quel cinema si di visero in tre gruppi: quello facente capo a Parigi, e postosi rapidamente in grado di collaborare con le gerarchie industriali e politiche del cinema tedesco; niello della Francia non occupata, gra vitante sulla Riviera attorno a Pagnól; e quello dei profughi dei transfughi, come preferitej per lo più emigrati in America. Ogni tanto si aveva la notiziola o l'indiscrezione di un qualche sapore; dalle più vetuste alle più recenti: Dnvivier ha riportato a Hollywood un buon successo cosi Lidia, Renoir vi sta dirigendo la Durimi, Clair vi ha avuto itti grosso insuccesso con un suo film interpretato dalla Dietrich, Michèle Morgan vi sposerà il claudicante Marshall, Jean Gabin non vi è certo migliorato, Marcel Dolio vi si fa chiamare Paul Hendreid; e, al di qua dell'Atlantico, Simenon si accinge a diventare regista, dovrebbe venire a lavorare a Roma; ai annunciano i primi disegni animati francesi, alcuni tratti da favole di La Fontaìne; l'imperterrito Tino Rossi canterà in II canto dell'esilio; Elvira Popesco, Henri Ga-

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