Aerei italiani all'attacco posizioni sovietiche

Aerei italiani all'attacco posizioni sovietiche Aerei italiani all'attacco posizioni sovietiche Colonne in hnarcia efficacemente colpite dai bombardieri in picchiata germanici (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Fronte Russo, 26 gennaio. Le squadriglie tornavano dalla seconda azione della mattinata. Dopo tante giornate di nebbia che avevano impedito di volare mettendo di malumore tutti i pi- ■ loti del gruppo, quella chiara giornata di sole che assicurava una visibilità perfetta e avrebbe permesso ie consuete quattro azioni giornaliere' aveva rimesso tutti di '■; ■ buon umore. _Cene eravamo accorti la mat'■'■• imtT"oHe 4, quando fummo svegliati, sul più bello del sonno, dallo scalpiccio di una quarantina di sciarpe frettolose sul tavolato dell'andito sul quale si affacciano le stanze da letto, e dalle esclamazioni di gioia dei piloti cosi contenti di riprendere la loro attività. In simili casi non è più possibile prender sonno,, perciò anche noi, che da mesi viviamo la vita di questi ragazzi, prendiamo viva parie «ile loro azioni e non potendoli, seguire in volo, dobbiamo accontentarci di assistere ai loro preparativi prima della partenza e attenderli ai ritorni quando vengono incontro gongolanti e raccontano, in attesa che gli apparecchi stano riforniti, come % andata lozione. Un'azione riuscita E"fratina partenza e un ritorno, c'è la lunga attesa di un paio d'ore, durante la quale tocca star B, a struggerci l'anima perchè è vietato di essere testimoni delle loro imprese, col cuore sospeso fim. aJL momento del loro ritorno, quando "il* conto degli apparecchi che rientrano coincide con quello dei partiti. Anche quella mattina si atienl dava sul campo che rientrassero le \ squadriglie di bombardieri veloci I d ìssalto andati a compiere nn'a' eione sulle linee nemiche altre il ■. Do» scortati da una piccola ali}quàta di Macchi 202. Il soie già alto folgorava sulla stóppa carica di neve con bagliori che abbacinavano la vista e impedivano una chiara visibilità verso .'il punto dell'orizzonte dal quale farebbero dovuti tornare gli aerei. •-•-->#~«*w*e- passava e già si era vicini al limite massimo consentito dall'autonomia degli apparecchi quando il solito aviere (gli avieri sono quelli sul campo che hanno la vista più lunga) indicò un punto dell'orizzonte dove la terra sembrava fondersi col cielo e disse di vedere la formazione. Ci volle qualche secondo prima che potessimo anche noi distinguere quei puntini microscopici sperduti nell'immensità della volta celeste. Dapprima ci sembravano un miraggio, ma man mano che si avvicinavano potemmo contarli. Erano tutti, e quando furono ancor più vicini potemmo vedere che non avevano più le bombe sotto le ali: la nostra soddisfazione non poteva per ovvie ragioni essere condivisa dal nemico. Pochi minuti di attesa; e comparvero, Zontanissimi, anche i « SOS », quelli della scorta, ma non dedicammo loro molta attenzione perchè attendevamo che giungessero sulle linee di volo ì piccoli bombardieri che già stavano rullando sul campo. Apprendemmo così i primi ragguagli. «Abbiamo volato di conserva a quota più alta, in condizioni di visibilità perfette. Giunti sulle linee nemiche, mentre ^bombardieri si lanciavano in tuffo sugli obiettivi già riconosciuti, noi incrociavamo in quota per difenderli da eventuali attacchi della caccia nemica. Li vedemmo rovesciarsi tra le nuvolette delle granate antiaeree nemiche qualcuna delle quali arrivava fra noi, e centrare i bersagli, risollevarsi di colpo per poi tuffarsi nuovamente a mitragliare da bassa quota le batterie. Ad azione ultimata riassunsero la loro formazione e pieseio la via del ritorno, mentre noi, esaurito U nostro compito perchè della coccia nemica non si era avuto alcuna notizia, decidemmo di mittagpare le postazioni rosse dalle quali era partito il fuoco contro le formazioni, ^von siamo mai tornati a casa con le munizioni nelle armi ». Bullo stesso campo dei nostri ^■MfcjUrA'eri veloci d'assalto, sono ^quadriglie tedesche da bombardamento in picchiata e da combattimento, che svolgono un lavoro' di gratide mole, specialmente durante questi giorni. Abbiamo potuto avere i particolari di quest'azione da nostri piloti che ■ ai sono trovati nelle stesse zone ove operavano gli < Stuka > e gli < Heinkel ». Raccontavano questi nostri piloti che sulla strada da K. a W., per una lunghezza di circa venti chilometri, procedeva una colonna nemica forte di wta dozzina di carri armati e di molte centir naii di slitte traviate da cavalli e cariche di rwiteriaZi di ogni soi'ta. fo pauroso formazione di te successive si e uno per uno buttavano sulla ola d'infilata e \ombe di grosso ultimata della più traccia e cavalli, uomiUio pauroso e maarsi tutt'intomo iti. ■rano invece con . Appena uno di a strada e'sulla queste fortezsa per riconoo nemica e, in o, si dispone ad t ha cura, meno a sfiorare la il carro armato o è giunto alla trinato, lo pren- iti. . ÌLnlTe ?iì^JE^&?S|i Bt h ffih il &ci. Bastano poche raffiche e il carro armato è spacciato. Non c'è corazza che possa resistere ai colpi di questi veloci e agili apparecchi d'assalto i cui piloti hanno raggiunto un tale grado di addestramento e posseggono doti di audacia e sangue freddo tali che quando riescono ad avvistare un carro armato, c'è la sicurezza matematica che su di esso il nemico non potrà più contare. Piero Busatti H Ministro della perra inglese visita Belfast Lisbona, 26 gennaio. Secondo un'Informazione dell'agenzia Exchange Telegraph da Belfast, il Ministro inglese dells guerra, Sir James Grigg, è giunto nell'Irlanda settentrionale. Sembra ch'egli abbia intenzione di prendere parte ad una festa che verrà celebrata in occasione del primo anniversario del primo sbarco di truppe nordamericane nell'Irlanda del Nord.

Persone citate: Bullo, James Grigg, Piero Busatti

Luoghi citati: Belfast, Cene, Irlanda, Irlanda Del Nord, Lisbona