I LADRI DI PISA

I LADRI DI PISA I LADRI DI PISA mosa per far mostra di credere quello che in un dato momento conviene loro far credere agli altri. Anzitutto il supposto ritorno alle frontiere del 1941 implicherebbe il sacrificio ulteriore della Polonia e non è più un segreto per nessuno che le rimostranze fatte in proposito a Washington dal generale Sikorski vi hanno trovato orecchio compiacente. In secondo luogo, dove piglia il signor Churchill la certezza che la megalomania di Stalin si fermerebbe, Asse permettendolo, ai confini del 1941 e non pretenderebbe di inglobare mono ma molto di più e, per cominciare, fare un boccone deda Finlandia e dei Balcani? In un libro recente Conditions of peace un professore inglese, che sembra godere della fiducia del Foreign Office, si è fatto difensore della tesi dello spazio vitale sovietico, additando questo spazio non già, come sarebbe logico, in Asia, bensì nel centro d'Europa. Sono tesi pericolose anche quando si riferiscono ad eventualità estremamente problematiche, per non dire assurde. Non del tutto rassicurati sugli sviluppi ulteriori di certe propagande, gli uomini di Washington, i quali non si sentono ancora la febbre abbastanza alta per adattarsi come | loro colleghi di Londra a rimedi da cavallo, quale sarebbe quello di abbandonare fin da ora al Komintern e all'industria sovietica l'Europa e i suoi mercati, vorrebbero seguire un po' più da vicino gli affari russi, leggere meglio nei segreti pensieri di Stalin, sorvegliare le mosse dei suoi eserciti e, insomma, mettere Ve mani avanti per evitare, in caso di bisogno, ogni cattiva sorpresa. Di qui il loro consenso ai negoziati in corso e il loro sforzo per dar vita a un Consiglio Superiore Interalleato che li metta in grado di tener d'occhio quanto si fa a Kuibisef. In quanto all'Inghilterra, se favorisce l'intrusione di Molotoff, è soprattutto nella speranza che essa le serva a bilanciare meglio in Africa la prevalenza americana. Quale è infatti, di fronte al travaglio franco-algerino, il segreto pensiero di Londra? Fare l'impossibile per tagliare le gambe a qualunque tentativo di formazione di un governo francese che non sia di pura marca Front populaire. L'enti ata in srena di Peyrouton è stata per essa una tegola, ma ragione di più per ritenere desiderabile la ■nitromissions sovietica. «Fra i due litiganti il terzo—gode » dice la saggezza popolare. Gli inglesi dicono: « Ben vengono le cellule comuniste e il pugno alzato se, mercè loro, l'Inghilterra può procurarsi la garanzia di veder la Francia uscire dalla guerra non meno infetta e serva di prima ». Uno dei fatti salienti di queste ultime settimane è in ogni caso l'arrivo a Londra ilell'ex-depiitato comunista di 8. Denis, Granier, con l'incarico di ricostituire il comitato direttivo del partito comunista francese. Fiduciario e distributore di fondi del Komintern, il Granier, eletto deputato nel 1937 col denaro di Mosca, fu a suo tempo a Pa¬

Persone citate: Churchill, Di Pisa, Granier, Sikorski, Stalin