La resistenza di Stalingrado

La resistenza di Stalingrado La resistenza di Stalingrado simboleggia quella dell'Europa Berlino, 25 gennaio. ■ I duri combattimenti ohe 1 difensori di Stalingrado al pari di tutte le truppe impegnate lungo il fronte orientale sostengono attraverso rinnovate prove di eroismo contro un nemico deciso a tentare 11 tutto per il tutto, sono stati anche oggi ai centro delle discussioni svoltesi in seno ai circoli politici e militari berlinesi e del commenti della stampa germanica, oltre che a fornire oggetto, tra l'altro, di una nota della Corrispondenza politico diplomatica. Oltre a rilevare che gli sviluppi della situazione militare che si è venuta così a mano a mano determinando, non potranno essere grazie alla ferrea resistenza delle truppe del Rei eh e di quelle delle Nazioni alleate che quelli previsti già da tempo in questi circoli militari, i giornali sottolineano che in questi giorni i soldati germanici stanno fornendo la prova più limpida delle proprie altissime virtù militari come raramente è avvenuto nella storia di tutti i tempi. La situazione creatasi al frante orientale, si fa tuttavia osservare, è l'indice sintomatico di un fatto di estrema importanza, il pericolo gravissimo, cioè, che la Russia, trasformata lungo venti anni in una immane fabbrica di armi, rappresenta oggi effettivamente per l'Europa e più ancora sarebbe venuta a rappresentare se i Paesi dell'Asse, ponendosi alla testa di tutte le altre Nazioni europee mediante una decisione la cui improrogabilltà risulta pertanto evidente, non avessero prevenuto le brutali intenzioni aggressive di Mosca. Le numerose riserve di uomini preparati alla guerra, contro le UN giornale svedese, il Nya Dagligt Allenartela, aveva, giorni fa, raccolto l'eco dilla richiesta di Molotof di venire consultato sulle vicende politiche dell'Africa francese e di poter esplicare la sua influenza sulle eventuali soluzioni in esame. L'Exchange Telegraph crede di sapere che al momento attuale un intenso scambio di note diplomatiche sia in corso, probabilmente con epicentro a Washington, fra le democrazie e il governo sovietico, cosi sul problema africano come sugli altri problemi in sospeso. Questa ammissione della Russia ai negoziati relativi a un imbroglio politico tanto lontano dalle preoccupazioni immediate di Kuibiscef e di carattere cosi strettamente locale, suggerisce interpretazioni complesse. Gii Btati Uniti farebbero a meno volontieri di dar la parola anche a Molotof circa una questione, nella quale considerano già indiscrete e moleste le ingerenze di Churchill. Senonchè, come notavamo l'altro giorno, i successi dell'offensiva invernale di Timoscenko vengono suscitando negli ambienti americani meno inclini ad infiammarsi di sacro zelo per l'intraprendenza bolscevica, un desiderio sempre giù intenso di non lasciare la riglia sul collo all'alleato orientale. Eden e Churchill badano a ripetere che con l'articolo 5 dell'alleanza ventennale del 2 gennaio 1942 la Russia è impegnata a non ricercare ingrandimenti territoriali esorbitanti dai confini del 22 giugno 1941 e a non ingerirsi negli affari interni degli altri Stati e di conseguenza da questo lato non &è pericolo. Ma la plutocrazia statunitense non sottoscrive all'ottimismo di maniera degli inglesi, gente fa-

Persone citate: Churchill