L'Eco. Kase si esprime

L'Eco. Kase si esprime L'Eco. Kase si esprime sulla convenzione italo-nipponica Roma, 21 gennaio. La convenzione economica italo-giapponese è stata firmata ieri da parte nipponica dall'incaricato d'affari signor Kase. Dalla partenza dell'Ambasciatore Orikiri, in attesa dell'arrivo del nuovo alto rappresentante già nominato dal Governo di Tokio, l'Ambasciata è retta dall'Eoe. Kase per l'appunto, il quale ha il grado di Ministro plenipotenziario. Li'Ecc. Shunichi Kase è entrato in carriera nel 1920 ed ha incominciato a servire il suo Paese con una missione a Canton, da dove è passato a Berlino e poi a Ginevra. Dopo una permanenza a Varsavia, è stato trasferito a Mosca. Andò poi a Washington come secondo segretario e poi consigliere; tornò quindi a Berlino. Inviato dal suo Governo a Roma circa sei mesi fa, egli ha subito iniziato un attivo lavoro diretto ad avvicinare sempre meglio il nostro Paese al suo. L'Ecc. Kase, a proposito della Convenzione ieri firmata a Palazzo Chigi, ha dichiarato: «Zia Convenzione fra l'Italia e il Giappone, firmata ieri, deve essere considerata come uno svolgimento, nello spirito del Patto Tripartito, delle relazioni italogiapponesi nel campo economico. < Èssa rende ancora più chiara l'incrollabile decisione ai condurre la guerra comune con tutte le forze economiche delle tre Nazioni. « Quando la tecnica enormemente sviluppata e la potenza produttiva industriale dell'Europa e le vaste riserve di materie prime della grande Asia Orientale si completeranno reciprocamente in seguito ai risultati della Convenzione, l'egemonia anglo-sassone che dominò il mondo per tanti se- coli, crollerà miseramente e gli eMèLtivi del Tripartito per la creazione del nuovo ordine in Oc- cìdente e in Oriente, avranno an cara più completa realizzazione. In questo senso auguro il massimo sviluppo alla Convenzione fra i nostri due Paesi ». La stampa neutrale nota non senza stupore anzi con una punta di malessere che all'imponenza dello sforzo militare russo contro il fronte dell'Asse non risponde in misura adeguata la soddisfazione delle democrazie, sarebbe assai facile spiegare la. cosa col carattere troppo spesso discutibile dei successi quotidianamente strombazzati dall'agenzia Tass. Ma la stampa in questione coltiva in proposito un'idea dive-rsa. Dalla Svezia alla Svizzera, passando per la Turchia, si fa strada al contrario per la prima volta il sospetto che sia proprio l'irruenza degli assalti di Timoscenko e il lusso asiatico di mezzi umani e meccanici che li accompagnano a non suscitare a Londra e a Washington l'entusiasmo che se ne attendeva. La Gazette de Lausanne constata che le Borse delle due capitali alleate danno segni sempre più evidenti di depressione e si domanda quale possa essere la causa di uno stato d'animo così poco in rapporto con la gagliardia inesauribile di cui sembrano animati gli eserciti di Stalin. Fin qui si credeva dover attribuire il malumore in questione all'andamento della guerra sottomarina, all'imbroglio algero-marocchmo, ai problemi posti dalle materie prime, alla difficoltà di ristabilire la situazione nel Pacifico. A conti fatti, gli ambienti informati propenderebbero ad attribuirlo prevalentemente alle vicende del fronte orientale. Da un pezzo, si dice, le sfere militari inglesi e americane manifestano un crescente desiderio di vedere stabilirsi fra i Comandi alleati e il Comando sovietico l'intimità di rapporti e la

Persone citate: Eco, Stalin