Il ricatto inglese
Il ricatto inglese Il ricatto inglese al Primo Ministro dell'Iraq Re Faruk ancoVEgitto dalla Ankara, 20 gennaio. Si hanno interessanti particola ri sui retroscena della dichiarazione di guerra dell'Iraq alle potenze del Tripartito. La dichiarazione fu estorta al presidente del consiglio iraqueno Nurl El Said in' occasione di un suo recente viaggio al Cairo, ove venne convocato di urgenza dal commissario britannico Lord Moyne. Quest'ultimo rivolse al Nuri El Said aperte minacce, dichiarando che se il governo iraqueno si fosse rifiutato di dichiarare la guerra la Gran Bretagna non avrebbe esitato ad adottare nei suoi confronti provvedimenti estremi. Secondo istruzioni ricevute da Londra, si sarebbe proceduto tra l'altro allo scioglimento del governo di Bagdad e tutti i poteri politici e amministrativi sarebbero «tati esercitati direttamente nell'Iraq dalle autorità di occupazione. Di fronte a tale ultimatum Nuri El Said dovette cedere. La capitale egiziana fu scelta copie sede di questa parvenza di trattative, perchè si sperava poter indurre il primo ministro egiziano a seguire l'esempio del suo collega iraqueno. Ma la manovra inglese falli in pieno. Nahaa Pascià chiese infatti ... , ., 1_ u ...... . .| quali contropartite sarebbero state offerte. Lord Moyne lo assicurò verbalmente che le aspirazioni del popolo egiziano sarebbero state prese in considerazione, ma rispose evasivamente quando gli si fece notare che una promessa del genere non poteva essere considerata valida se non fosse formulata per iscritto ed accompagnata da serie garanzie non soltanto da Sarte dell'Inghilterra, ma anche a parte degli Stati Uniti. Re Faruk, intervenuto personalmente, tagliò corto alla discussione, facendo notare che il popolo egiziano rimane fermo nella sua decisione di non partecipare alla guerra e che le aspirazioni degli egiziani non possono essere oggetto di mercanteggiamenti politici ra una volta salva trappola britannica
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