Gli eroici cacciatori di Mario Bassi

Gli eroici cacciatori Gli eroici cacciatori che affrontarono le fortezze volanti (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Aeroporto di,.., 20 gennaio. Cacciatori aerei, a difeso, immediata del cielo nazionale, ai levano su allarme dai campi dove sono distribuiti, specialmente nei contorni dei maggiori centri abitati e sfrecciano fulminei incontro ai bombardieri nemici nellatto • che quelli portano le loro offese sulle nostre città. Questo speciale compito di protezione territoriale contro lé incursioni aeree nemiche, in questa difesa più efficiente di tutte si distinguono la caccia diurna e la caccia notturna, ciascuna con curatteristich'e proprie, e propri modi di impiego che non è qui il caso di esaminare particolarmente. Sempre, come si sa, i cacciatori nella toro azione sono guidati da terra dal comando centrale della difesa che comunica con ciascuno di loro per mezzo della radiofonìa e trasmette loro informazioni e ordini e coordina la loro azione con quella della difesa contraerea terrestre, con l'azione di fuoco di questa, sjechè l'una non intralci l'altra ma si integrino a vicenda, alternandosi e combinandosi a seconda dell'opportunità del combattimento. Li trovate sul campo, questi nostri cacciatori, pronti a turno presso i loro apparecchi. Un solo segnale e rombano i motoii e l'apparecchio rulla sul campo. E' m volo, volteggia già in alto. E da terra la centrale di comando ifli parla sulle onde della radio. La vecchia gloriosa 371" o In questo aeroporto di... ritrovo una squadriglia che ha più attivamente partecipato alla difesa di Napoli durante le ultime incursioni nemiche e quelle specialmente delVii dicembre scorso e dell'U corr. gennaio. E' una vecchia squadriglia famosa — la 371* — che io ricordo dalla Spagna quando faceva parte del Gruppo della Cucaracia. Poi, nell'attuale guerra, fu al fronte occidentale e in Albania e in Grecia. Poi in Russia fece ponte del Gruppo degli Spaventapasseri. Jn Russia, nell'inverno dal '41 al '42 si sostenne lungo tempo isolata in condizioni terribilmente avverse: per citare solo quelle climatiche fra il gelo, le bufere di neve, il freddo polare che toccò perfino i 47 gradi sotto zero. Ed ecco qua il sergente maggiore pilota Fausto Fornaci, umbro, che sul fronte a nord di Slaviansha il 24 marzo del 1942 abbatteva in combattimento H celebre « asso » dell'aviazione sovietica, capitano Vassiii Pscegnieniko>f, insignito della più alta decorazione militare sovietica. Ancora in quel combattimento il Fornaci abbatteva un altro cacciatore russo; poi era abbattuto lui atesso; ma buttandosi col'paracadute riusciva a raggiungere le nostre linee; dove si incontrava col suo vinto avversario il cavitano Pscegnienikof che anche lui si era salvato col paracadute ed era stato preso prigioniero dai nostri. Durante il '42 la squadriglia fu trasferita dalla Russia nuovamen- te in Albania e in Grecia; poi destinata qua alila difesa di Napoli. Lll dicembre, come accennavo quando il nemico arrivò su Napoli I con tre successive formazioni delle americane fortezze volanti, forma1 stoni di cinque apparecchi ciascuna, i piloti di questa squadriglia gettatisi al contrattacco e all'inseguimento - abbattevano tre di quei colossali avversari. La prima vittoria fu del tenente pilota Orazio Ferlin che è di complemento e da borghese faceva U capostazione a Mandela presso Roma; capostazione di terza classe, dichiara non senza orgoglio. Un altro pilota della squadriglia il tenente Lanfranco Baschiera di famiglia triestina e nativo di Verona, già volontario in Spagna poi in questa guerra, combattente sulla Manica col corpo aereo italiano poi in Libia dove partecipò a oltre 200 azioni e abbattè 14 apparecchi nemici in collaborazione con i compagni, è protagonista di una drammatica avventura che racconterò altra volta: il tenente Ba¬ schiera quell'll dicembre affrontò una intera formazione di cinque bombardieri avversari; e uno ne abbatteva, un'altra fortezza volante, e gli altri fugava. Ma il suo velivolo essendo stato colpito gravemente dal fuoco nemico e avendo perduto la guida e sul punto di precipitar*, egli, invece che salvarsi col paracadute, tentava di portare a. terra l'apparecchio perchè non andasse perduto; è nell'atterraggio di fortuna urtava contro un ostacolo al suolo, l'apparecchio si rovesciava ed egli restava ucciso. Quando racconterò la sua avventura libica riferirò anche l'elogio che di lui dissero gli stessi suoi avversari. VII di questo gennaio le vittorie di questa squadriglia comandate da un veterano di guerra che ha combattuto su tutti i fronti, più volte decorato al valore e nella campagna di Russia decorato della tedesca croce dì ferro; VII gennaio, dunque, durante quell'incursione delle fortezze volanti su Napoli le vittorie culminano con l'impiesa del tenente pilota Riccardo Monaco. Plebiscito di ammirazione Ci sono dei curiosi tipi in questa squadriglia, tipi del tutto fuori del comune. Il Ferlin faceva il capostazione, il Monaco, anche lui di complemento, da borghese faceva il medico, precisamente l'ostetrico. Che rapporto ci possa essere tra l'ostetricia e la caccia aerea io non sono riuscito a intendere. Ma è così. Il Monaco nato a Napoli SO anni fa studiava alVuniversità medicina e chirurgia; ma anche fu preso dalia passione del volo; e conseguì il brevetto di pilota alla scuola della Runa. Fece poi, 0 servizio di prima nomina a Ciampino nella specialità reparti aerei d'assalto. Volontario alla guerra di Spagna dove si guadagnò una medaglia di bronzo al valore. Richiamato nel maggio 19k0 è trasferito alla caccia terrestre. Passato in Albania si guadagna- va sul fronte greco una medaglia d'argento. Poi sul fronte russo, vicino a Stahno, abbattè un bimotore sovietico. Altra medaglia di bronzo. Ed ecco questo 11 gennaio, U Monaco levatosi a volo da questo aeroporto insegue una formazione di 4 fortezze volanti, che nel tardo pomeriggio, quasi verso il tramonto, avevano sganciato il loro carico di bombe su Napoli. Le raggiunge, attacca l'ultimo apparecchio della formazione, lo mitraglia replicata-mente e quello si incendia perde quota e cadendo esplode in aria con una immane fiammata e uno scoppio tonante. Egli riesce ancora a raggiungere un altro dei tre apparecchi fug- nchi; e lo attacca lo colpisce e . i precipitare. I resti incendiati di questo secondo apparecchio abbattuto sono stati ritrovati presso Acerno in Irpinia. Contemporaneamente il tenente pilota Orfeo Mozzitela da Salerno anche lui di complemento laureando ingegnere affrontava una altra formazione delle fortezze volanti; e colpiva e abbatteva una di queste che precipitava e scom pariva in mare presso I'iso]a di Ischia. E finalmente il sergente maggiore pilota Fausto Fornaci quello erte sul fronte russo avevi, abbattuto l'asso sovietico capitano Pscegnienikor, inseguendo e attaccando sulla rotta di allontanamento un'altra formazione nemica, mitragliava da vicino e probabilmente abbatteva ancora una altra fortezza volante. Il tenente ' Monaco, acclamato protagonista di quella giornata 11 gennaio, continua ora a ricevere fasci di lettere di gente che ha assistito da terra ai suoi combattimenti avvampanti nel cielo soffuso della tenera luce crepuscolare. E' un vero plebiscito di ammirazione di gratitudine e di entusiasmo, • dalla Campania ali'Irpinia, per le gesta di questo dottore ostetrico fattosi cacciatore aereo; colui che ha lasciato tanto fortunosamente il forcipe per la mitragliatrice. Mario Bassi

Persone citate: Cacciatori, Fausto Fornaci, Ferlin, Lanfranco Baschiera, Orazio Ferlin, Orfeo Mozzitela, Riccardo Monaco, Vassiii Pscegnieniko>