Carri armali e automezzi distrutti

Carri armali e automezzi distrutti Carri armali e automezzi distrutti nei combattimenti in corso in Tunisia Perdite sensibili inflitte al nemico nel Fezzan - Un deposito di carbw rante e apparecchi incendiati e distrutti dai nostri aerei nella Sinica Bollettino n. 963 Gii alpini della "Julia» Il Quartier Generale delle Forze Annate ha diramato nel pomeriggio di ieri il seguente bollettino .numero 963: Sul fronte Sinico azioni degli ©spoeti elementi esploranti. Negli scontri dei giorni scorsi nel Fezzan, il nemico ha subito perdite sensibili: abbiamo preso una cinquantina di prigionieri fra I quali due ufficiali. In Tunisia, risultano distrutti nei combattimenti tuttora in •orso 14 carri armati) due autoblinde, numerosi veicoli. Un aeroporto libico veniva bombardato e mitragliato da una formazione di nostri velivoli, che incendiavano un deposito di carburante e distruggevano a terra apparecchi ed automezzi. Altri reparti della nostra aviazione hanno agito su posizioni avanzate dello schieramento avversario nella regione tunisina. Quattro aerei sono stati abbattuti dal cacciatori dell'Asse nei duelli della giornata; due nostri apparecchi non hanno fatto ritorno. Alcune bombe sganciate sull'abitato di Boiacca (Agrigento), nel pomeriggio di ieri, causavano danni limitati: fra la popolazione civile sono segnalati 8 morti ed un ferito. In eeguito ad azioni nemiche abbiamo perduto due siluranti; gran parta degli equipaggi è salva. Berlino, 10 gennaio. Sulle operazioni in Africa, il comunicato tedesco dice: Durante I combattimenti locali ohe ancora durano in Tunisia II nemico ha perduto fino ad ora 14 carri armati, 2 autoblinda ed una grande quantità dì automezzi. Attacchi diurni e notturni dell'aviazione germanica ed Italiana sono stati diretti In Africa Settentrionale confano basi aeree fortemente presidiate e postazioni della contraerea dei nemico. Quattro aerei nemlol sono stati abbattuti. Nclia regione sirtioa Audacia e bravura cacciatori di di Undici aerri nemici distrutti Xona ài operazioni, 18 gennaio. Una giornata di vittorie è stata guelfo di lunedi per i reparti da caccia della nostra armata aerea. Con instancabile slancio offensivo partecipando alle operazioni m cono netta vasta regione sirtica, ancora una volta i piloti italiani hanno dato la misura della loro audacia e capacità, infliggendo al nemico dure perdite m terra ed in cielo, ver un complessivo di undici velivoli e varie decine di outomez» distrutti. Basendo stata accertata la presenza di apparecchi anglo-americani su uno base avanzata situata nette immediate retrovie nemiche in Sirtioa, una nostra formazione da caccia, al comando del maggiore pilota Lorenzo Viole, riceveva Verdine di portarsi sull'obiettivo per un attacco di sorpresa-. Il reparto su apparecchi Macchi C 202 lasciava la base scortato da altre due formazioni da caccia, rispettivamente al comando del tenente colonnello Tito Falconi e del maggiore Gustavo Garretto. Giunti nei pressi dell'aeroporto, i velivoli che dovevano effettuare l'incursione, radenti al suolo irrompevano sutta base nemica, bombardando e mitragliando in fulminei passaggi a bassa quota vari apparecchi che si trovavano decentrati. Quattro velivoli erano incendiati; un'altra decina variamente danneggiati. Termi/nata l'azione, i cacciatori ricomponevano la loro formazione e prendevano la via del ritorno; senonchè, avvistati vari automezzi nemici, si abbassavano nuovamente per mitragliarli, colpendone oltre sessanta, gran parte dei quali venivano messi fuori uso. Net frattempo le due formazioni da caccia di scorta si scontravano con un numero pressoché ' quadruplo di avversari; ne derivava una battaglia che vedeva contrapposti oltre cento apparecchi; da parte ita. liana i Macchi C 202, da parte anglo-americana-, i caccia Spitftre e Curttas dei modelli più recenti. Lo scontro si protraeva a lungo. Motti nostri apparecchi tenevano ingaggiati gli avversari fino alVeraurimento dette munizioni. Non ostante la disparità numerica, gli italiani una volta ancora riuscivano ad affermare la loro superiorità tattica: cinque Spitflre e due Curttas venivano abbattuti, altri otto aerei nemici mitragliati. Da questa azione tre nostri velivoli non rientravano. NEL CIELO DI NAPOLI battuto un apparecchio nemico durante una precedente Incursione nemica su Napoli, si è diretto contro velivoli avversari provenienti da sud-ovest. Ma 1 grossi bombardieri, prima di entrare nel raggio di tiro del cacciatori, invertivano la rotta allontanandosi. Una terza pattuglia da caccia raggiungeva i velivoli nemici, che a cinquanta metri di quota si di' rigevano sulla-città. Lo scontro avveniva nel cielo di Procida. Il comandante della pattuglia di intercettatori attaccava l'ultimo velivolo di sinistra e dopo la seconda raffica lo incendiava e lo vedeva precipitare in mare nei pressi di Ischia. Altri due nostri velivoli intercettavano, sulla penisola sorrentina, i superstiti bombardieri nemici costringendoli, dopo averli colpiti col tiro delle mitragliatrici, ad allontanarsi verso mezzogiorno. Infine, un cacciatore isolato attaccava audacemente i quadrimotori tra Napoli e Caserta riuscendo a mitragliare violentemente IV velivolo capo pattuglia; poi impegnava l'ultimo apparecchio di destra della formazione che, dopo alcune .raffiche di mitragliatrice, si incendiava e può considerarsi probabilmente abbattuto. Un altro apparecchio, precipitava al suolo — come è detto dal Bollettino di ieri — ad opera delle postazioni della difesa contraerea. In totale il nemico perdeva quattro velivoli poiché i quadrimotori nemici che hanno preso parte all'azione risultano complessivamente otto, divisi in pattuglie; è da presumere che talune di queste ultime, mentre evoluivano attorno alla nostra città, siano state intercettate più volte dà differenti apparecchi della difesa. Nelle vittoriose azioni si sono particolarmente distinti i piloti: tenente Formuli, ten. Monaco, ten. Mossiteli}, serg. magg. Serafini, serg. magg. Pastoretto e serg. Fornaci, NTOLONE NORDAFRICANO I duri cimenti che etti devono quotidianamente affrontare ini. Don descritti da un corritpon dente di guerra germanico ' Berlino, 13 gennaio. Occupandosi dell'azione degli pini della « Julia » un corrispondente di guerra germanico ne esalta il valore e descrive 1, duri cimenti che essi devono quotidianamente affrontare sulle alture calve della rive del Don. «Occorre proprio disporre di una tempra ferrea, meglio di un cuore di acciaio — aggiunge >1I giornalista — per difendere tanto saldamente queste centinaia di chilometri di fronte. Quale differenza fra le Alpi natie e i paesaggi del Dòn. Tuttavia gli uomini della «Julia» tengono duro, si battono come soltanto sanno dei valorosi ». Dopo avere ricordato le provi già sostenute dalla « Julia » in Albania e in Grecia, il corrispondente esalta la resistenza degli alpini contro immani formazioni di carri armati sovietici pesanti e pesantissimi, i cui conati si infransero davanti alle loro linee, dove onohe oggi giacciono insepolte in gran numero salme di rossi caduti durante l'ultimo attacco. Il Corrispondente termina descrivendo l'angustia e le scomodità che offre un piccolo villaggio russo, dietro il crinale della linea di alture, dove nelle povere capanne si devono ricoverare da 15 a 20 uomini, e afferma che sotto la corteccia rude degli alpini della « Julia » batte un cuore di soldato valoroso, fiducioso, certo della vittoria. « Ogni soldato porta nel suo cuore il suo vero mondo, per cui combatte qui con noi».

Persone citate: Di Napoli, Fornaci, Lorenzo Viole, Serafini, Tito Falconi