] Il mantello |

] Il mantello | ] Il mantello | i~l 111 < 11 11 111111111111111111M11111111111111111111111M1 II ICJ Un viaggiatore! di Montebrec-| coli, di quelli che alle quattro gruote della corriera preferiscono smisurare la strada maestra tra i piedi e la punta del bastone, un pomeriggio d'inverno che faceva un gelo da (spaccare la teri.ra, s'incontra al Ponte delle Quacquero con un giovano che: Spera accasciato sulla spalletta, "mezzo finito di freddo, non. più riparato che da una giacca stinta e logora e da un panciotto liso e •. ".licito. Soffiava ima tramontana a punte d'aghi, di quelle che ti tolgono il rispetto dei tabernacoli, che non s'ha manco la forza di scoprirsi davanti alle madonne e ai santi, e il giovane, tutto un ghiacciolo, gli si butta incontro e gli fa: — Son di marmo, quanto freddo ne soffro; e se casco mi spacco. Vi prego, amico, un lembo del mantello vostro, che ampio e generoso mi sembra da contener non due ma quattro spalle. Il viaggiatore che se non era avaro non si sentiva però di sposto a far penitenza, — O che? — risponde. — Tu non sei, ch'io ti veda o ti ricordi né femmina ne parente stretto che s'abbia a fare strada abbracciati e sotto la stessa cappa. Ma prossimo pure mi sei, e li dò consiglio. Da qui al primo borgo non c'è due miglia; falle di corsa, scaldati a natura, e li giunto troverai fuoco e riparo. — S'io mi muovo mi casco — fa l'altro — e s'io mi casco mi sbrecco, già ve l'ho detto: o non c'è carità nella risposta vostra né solidarietà di camminatore. L'alito mio non sente no di vino ne di graspp e ancora ho il vizio di sciacquarmi la faccia al mattino. Le mani le ho nette e stecchite, e sugli abiti non ci fanno altro nido se non i ghiaccioli e la brina. Ma se m'avete a schifo di camminarmi accanto por due miglia, un mezzo c'è per farmi il favore. — Quale? — risponde il viaggiatore di Montebreccoli ormai persuaso che pur qualcosa bisognava aiutare. — Ecco: il mantello vostro. Tagliamolo a mezzo, e ciascuno un lembo. In Paradiso divideremo la grazia o in Purgatorio vi giuro, amico, ch'io m'accollo da quest'ora metà della permanenza vostra. Dice, e intanto cava di tasca un pabno di coltello che, tao, mette fuori una lama lucida e tagliente che avrebbe cavato la dialettica di bocca a un sofista. — Uhm ! — brontola il viaggiatore già rassegnato a togliersi il mantello. — Io dubito sì, che mezza cappa riscaldi due ciocchi, e son convinto che se voi ascoltavate il consiglio mio, ci scaldavamo meglio conservando il mantello sano. — Bravo, e come? — risponde il giovanotto del Ponte delle Quacquero il quale, sgarra e trincia, aveva già tagliato a mezzo la stoffa dal bavero all'orlo. — Andiamo — conclude il viaggiatore con un sospiro. — E se la Provvidenza e la sorto m'assistono, ti dimostrerò che un • mantello solo ne scalda diversi,, mezzo mantello non scalda nessuno, e la ragione mia ha magari un occhio solo, ma la prepotenza tua è cicca. Asserpata alla meglio intorno alle spalle ciascuno la sua striscia continuarono la strada di' pari passo mentre già per il velo bigio di neve che copriva il cielo s'era fatto quasi buio e notte. Le miglia non erano due, ma tre e quattro e arrivarono al borgo che squillavano due tocchi passata l'Ave Maria. Cominciavano a turbinare cortine di nevischio, e il viaggiatore di Montebreccoli e il giovanotto del Ponte delle Quacquero così rattrappiti e gobbi, mal coperti dal mezzo mantello che non gli arrivava al filo delle reni, la faccia nascosta tra i lembi della stoffa e la tesa del cappellaccio di fol tro, avevano meglio l'aspetto di due briganti e gente di mano franca che di onesti massari. Al più con quella gualdrappetta 6iil la schiena e il resto scoperto e misero, facevano le viste di duo compari cenciosi e vagabondi, di quelli che ci si spaventa i ragazzi chiamandoli rubagalline, ma temi pur anche che s'aggirino intorno alle case per studiarne il sito eppoi la notte appresso far© il colpo dritto. Bussa a quel portone, picchia a quella finestra, guarda e ri guarda se c'era intorno un buco di taverna da ripararsi, tutto chiuso come la porta di Sesamo ; e se qualcuno, lanterna alla mano, si faceva sull'uscio o pressoi i vetri, nel vederli così mal fidi; e mal coperti, ombre difformi che spiccavano sul chiarore della, neve, subito accennava colla mano: «Girate, girate, che qui noiij c'è fuoco per ceppi di questo taglio nè vino per simili fusti iu-i crostati di tartaro e di feccia»; e per quanto si raccomandasseroi e si stringessero addosso quelle:1 cappette rimediate dal cui lembo-I inferiore sventolavano le sfilacciature e gli sbrendoli, morti di freddo, nessuno li volle dentro, anzi, parecchi di quei borghigiani si fecero subito il nominepatiris sbattendogli la porta in faccia, mentre altri davano il chiamo al cane che incominciava ad abbaiare e a smuovere la catena. Boi:go maledetto, si deve attraversa-re senza un po' di sosta e riprendere la strada maestra all'albore gelato riflesso dalla neve. nsQcr—ecdsccrtdpeetmcsbdvsddudzplrlqvfi 11 II 11M1111111111111111 II 111 i II 111 li 1111111 II 1 1111 ttl Camminarono tutta la notte gobbi, controvento, a tosta bas sa, puntando i piedi conio bren- i ; i , j i i :1 -I i s , l o e e ne da tiro, finche sull'alba giunsero in vista del più vicino paese. Qui il viaggiatore di Montebreccoli, tirato un sospirane elio pareva un ruggito, si fermò e disse: — Amico, ho trovato l'idea per entrare in paese col decoro che ci consenta un po' di fiducia e d'ospizio ; e maledette siano queste falde di mantello sbrindellate che ci danno vista più sinistra che non sia vero. Ho deciso di ricucire il mantello e di lasciartelo tutt'a te sulle spalle. — E nel dire intanto s'era accosciato sopra un cippetto cimato di neve e aveva tirato dalla bisaccia ago e filo, aiuto inseparabile del battitore di strada. — Dammi il tuo mezzo, e mentre ricucio ballami carole e fandanghi, che tu ti scaldi. — Ma che voi fare? — balbettò il giovanotto del Ponte delle Quacqucre preoccupato il vento freddissimo non gli gelasse lingua e favella. — Voglio darti aspetto e modi decenti e dimostrarli, appena in paese, che un mantello solo scalda più di due mezzi tabarri. Già, e pazienza, ballerino, (l'altro, cacciate a precipizio le mani in tasca, ballonzolava sulla neve come un birillo spiritato) pazienza, che una lama a sgarrare ci inette un requie, ma un ago a ricucire ci vuole almeno un credo. Intagliati sfilacci e sfrangiature, ricucito il mantello a punì fitti, il viaggiatore di Monte lo buttò sullo spalle al compagno dicendo: — Monsignore, io sono l'umilissimo servitor vostro e v'accompagno in gita di negozi fino al paese laggiù. Eccovi un uomo di questo mondo e io vi .vo. Ma battiamo gambe, che tira una diamantina da crinare i ghiacci di Settentrione. Via tutt'e due di passo lesto; passo che fu trattenuto e trasformato in camminata a caden dza appena giunti alla porta de paese. Infilarono la via principale dove già s'affacciava qualcuno sonnolento e giunsero ìli piazza, il giovanotto del Ponte che sembrava un barone, avvolto e incappato com'era nel mantello, e appresso il viaggiatore di Monte tutto rattrappito e abbrividito peggio d'un mendico. Scesero alla migliore locanda e il barone ordinò subito per sè pane vino e una mezza pollanca ; e che accendessero un po' di ciocchi da riscaldare il famiglio che intanto s'era slanciato avidamente e a mani tese verso il camino ancora spento. Acchiocciolato presso l'alare, il viaggiatore di Monte s'ebbe dal suo padrone la testa e il collo della pollanca che scarnificò tra "ingua e denti mentre si rivoltoava al tepore della fiamma come San Lorenzo che disse : — Voltatemi, che qui son cotto. Vado a fare un giro in paese — disse il barone al servitore. E tu paga intanto e riscaldati, che c'è strada da fare assai. — Uscì, e il locandiere e la moglie e il cuoco e la serva si fecero intorno al viaggiatore, commiscrandolo, così nudo e crudo con quel gelo senza uno straccio di mantello, mentre il barone se la passava in panni e aveva un tabar ro da starci in caldaia. — Ava raccio I che lascia chi l'accompa glia e lo serve alla tramontana Cuore di ghiaccio ! che se la gode a veder gli altri nudi per 6en tirsi lui meglio coperto. E chi lielo procura a questo meschino!n po' di oencio da ripararsi le' spalle? E chi ce l'ha un mantello vecchio da regalargli a quest'ossa intirizzite? C'è carità a lasciarlo così all'insulto dell'intemperie? E avete inteso? La strada è lunga e manco le bestie la fanno senza una coperta sulla groppa. Ma ora ci pensiamo noi, che un po' di pietà salva l'anima da tanti peccati ; ora ci pensiamo noi a dar ristoro a questo fratello nostro miserello. Quando il barone tornò vide il viaggiatore di Montebreccoli ravvoltolato in un mantello di panno lungo alle caviglie e un bavero d'un palmo e una sopracappa a pieghettoni magari stinta ma pesante da far invidia al tabarro del postiglione. Il locandiere e la sua gente accolsero il barone a muso duro ma in atto rispettoso, contenti di leggergli in faccia la sorpresa. Il barone noti degnò di domande nessuno, volse uno sguardo al servitore per dirgli: — Pagato? — e gli accennò che lo seguisse. Uscirono, e di passo franco raggiunsero via maestra poi via per la campagna. Giunti a uno svolto, nascosti ormai dal paese, subito i giovanotto del Ponte delle Quacquero si gettò in ginocchio davanti al viaggiatore di Montebreccoli o quasi piangendo gli disse: — Signor duca, e chi vi lascia più? E chi vi può rimeritare di tanto ingegno? Io, io sono il servitor vostro per sempre, e mai m'accada di rimbeccarvi un consiglio che vale tant'oro quanto il peso di questo mantello che avete indosso che non mi sbaglio passa le dieci libbre. Tenetemi accanto, e vi do pegno che vi seguo in capo al mondo, magari col mantello ricucito. Il viaggiatore sorrise, l'aiutò a rialzarsi e gli fece: — Amico, hai visto sì che un mantello solo ne .ricopre più di due mezzi ? E ini-