toma a tormentare gli inglesi La matematica di Roosevelt

toma a tormentare gli inglesi La matematica di Roosevelt toma a tormentare gli inglesi La matematica di Roosevelt è un'opinione senza fondamento Lisbona, 8 gennaio. Cummings, nel Nen>s Chronicle, scrive che è necessario istituire nel più breve tempo possibile un secondo fronte in Europa. Lo scrittore continua: «L'urgenza di questa operazione strategica si è intensificata in seguito all'inaspettato ritardo nel cacciare il nemico dal Nord Africa e occuparne le basi marittime come punto di partenza per un attacco contro l'Italia. La situazione nell'Af rlca Settentrionale non è migliorata nelle ultime settimane. L'Asse ha ricevuto grandi rinforzi ed è evidente che il peso degli armamenti alleati, terrestri e aerei, non è ancora sufficiente. Ma sia che i Paesi dell'Asse debbano essere cacciati dal Mediterraneo o dalla più breve rotta della Manica, gli eserciti anglo-americani devono avere preso piede saldamente in Europa prima che le grandi offensive russe si esauriscano e soprattutto prima che gli eserciti tedeschi abbiano avuto il tempo di ricominciare l'attacco contro i scvieti. Dobbiamo costringere il nemico a trarre dalle sue riserve almeno altre cinquanta Divisioni. La Russia infatti non vincerà e non potrà vincere la guerra terrestre da sola. Non ci illudiamo : .la creazione di un secondo fronte sarà un'operazione di grandissime proporzioni e molto costosa. Quanto più la protrarremo, tanto più costosa diverrà ». L'articolista conclude rispondendo agli ottimisti e a coloro i quali vedono nel 1943 la riproduzione del quarto anno della prima guerra mondiale e attendono quindi il collasso dei nemici, ricordando a questo proposito che a differenza dell'altra guerra, l'Italia è dalla parte della Germania e che gli alleati non hanno nessuna base nell'Europa occidentale. (Stfi) (Stefani) La portata del messaggio ridotta alle sue modeste propor' zioni dalla slampa neutrale e da quella... inglese~~-hastasi militare tunisina e la batracomiomachia dei generali francesi Berna, 8 gennaio. CS.) - Se dal messaggio di Roosevelt si tolgono le smargiassate e le false cifre di produzione, non resta altro che, al suo inizio, la ricapitolazione delle disfatte subite, e, alia fine, il vano proposito di schiacciare il mondo intero sotto il peso degli armamenti anglo-americani. Ottimismo obbligato In Svizzera il messaggio è considerato come l'espressione obbligata di un ottimismo che il Presidente ha tentato di giustificare con dati incontrollabili sullo sforzo industriale americano e con misteriosi ma inutili preannunci di future imprese belliche. Riassume bene l'impressione generale il commento della Tribune de Lausanne: « La convinzione del Presidente è basata su un ragionamento del tutto soggettivo. Egli la fonda sulle statistiche care ai Businessmen di Wall Street e afferma che le potenze dell'Asse non avendo potuto vincere la guerra nel 1942, saranno ancora più incapaci di vincerla nel 1943 e nel 1944. La ragione? E qui entrano in giuoco le cifre ». Il giornale segue poi il ragionamento presidenziale: le vittorie tedesche del 1940 e '41 sarebbero dovute al materiale e soprattutto alla superiorità aerea. Ma ora la Germania avrebbe perduto tale superiorità perchè gli Stati Uniti I coda soli costruirebbero più aero- riplani della Germania, del Giap- dfamgchsesStuticLi a e o a , i e l » , a , o. a n a e o n a idi a li o5 e n ot ozi pone e dell'Italia tutte insieme e il nemico dunque verrebbe schiacciato sotto questa valanga di materiale. « Queste sono le basi matematiche sulle quali U presidente Roosevelt fonda i suol calcoli e la sua convinzione in una prossima vittoria. Certo — conclude il giornale — la guerra attuale è soprattutto una guerra di materiale. Ma è soltanto questo? Gli elementi morali e tecnici, il valore dei soldati, il loro addestramento, il genio dei capi e la virtuosità degli Stati Maggiori, non svolgono essi pure una parte determinante nella evoluzione delle battaglie? Questi fattori non appaiono nei calcoli presidenziali. Perciò l'osservatore imparziale e obbiettivo si guarderà bene dal ripetere che « 11 risultato della lotta può essere fin d'ora stabilito su una base matematica ». La guerra è una equazione che comporta troppe incognite perchè sia possibile di risòlverla cosi perentoriamente». La situazione africana Gli stessi quotidiani Inglesi, nel commentare il messaggio, non hanno avuto da sfruttare il minimo argomento. Quasi tutti i titoli dei giornali sono fatti con la vuota frase di Roosevelt: «Colpiremo e colpiremo duro » perchè questa — come dice la Reuter — è stata la frase più impressionante di tutto il discorso. Il Daily Telegraph non trova di meglio che elogiare lo « spirito offensivo » del messaggio e il Times loda il Presidente perchè « ha dimostrato un senso elevato degli scopi da raggiungere». A sua volta il News Chronicle riesce a scoprire che «Roosevelt non ha parlato come il capo di un partito, ma come il capo di una nazione in guerra ». E infine il Daily Telegraph giunge alla constatazione che il Congresso ha applaudito il discorso e che questo discorso può essere considerato come « un augurio di cose migliori non soltanto sul fronte della guerra ma anche su tutti i fronti interni ». Ma il più bel commento alle vanterie di Roosevelt è costituito dalle descrizioni che si fanno a Londra della situazione attuale nell'Africa del Nord. Citiamo quella del corrispondente della National Zeitung: « Tutte le informazioni dall'Africa pongono in evidenza che il nemico in Tunisia si è potentemente rafforzato soprattutto con armi e tecnici della guerra corazzata e motorizzata. Dal 3 dicembre il fronte tunisino appare effettivamente stabilizzato. La posizione delle Potenze dell'Asse assicura loro ancora un importante controllo sul Mediterraneo, controllo che cesserebbe soltanto se l'Vin Armata di Montgomery e la I Armata di Anderson potessero riunirsi. Ma attualmente il fango impedisce qualsiasi azione. Nel complesso, la situazione è impenetrabile, ma... non è cattiva ». Quanto alia situazione politica la corrispondenza cita una informazione del Daily Telegraph da New York ove vengono segnalati intrighi dietro le quinte. Cosi i darlanisti, sotto la guida di Chàtel, tenterebbero di assicurarsi la massima parte possibile di posti, mentre i petenisti, sotto il comando di Noguès, ostacolerebbero la tendenza di molti ufficiali a schierarsi apertamente a fianco degli alleati. In ogni modo due soli generali francesi, Bethouard e Maste, avrebbero aiutato attivamente gli sbarchi alleati. Inoltre Noguès ha chiesto a Giraud il licenziamento di molti alti funzionari che non gli sono graditi. Nel frattempo domina tuttora l'incertezza sul contegno di De Gaulle di fronte ai circoli nordamericani come pure sul suo viaggio in America. Anche le informazioni delle Basler Nachrichten rilevano che la confusione persiste, ma che fra l'ailtro a Londra si nutre la speranza di poter reclutare l'ex Presidente Lebrun che in certo modo IcvnPtianfqs1risqèsnrfulcpthrvtuPDmvndpacAcMfmfspotrebbe risolvere 11 problema perchè fingendo che tutto quello che è successo, compresa la disfatta francese, non sia successo e che egli, che era stato eletto per 7 anni nel 1939, sia tuttora in carica, si potrebbe forse ricostituire all'estero intorno alla sua persona una repubblica di formato ridotto Caucaso ammanno per le vallate. con un Governo e un parlamenta rino di fuorusciti, Ma dove è Lebrun — ci si chiede a Londra — e perchè non si fa vivo? Da Vichy è stato affermato che si trova a Grenoble; ma gli inglesi osano ancora sperare che non sia vero, perchè qualche settimana fa i loro giornali hanno stampato che era scappato in Svizzera. In un momento in cui tutti i pretendenti si fanno avanti, sembra impossibile a Londra che non si faccia avanti anche Lebrun. o a o i l a i a e , , a a i i a i, a li e, li a o n a e dge a a eeo Il Conte di Parigi ad Algeri L'Excìiange conta gli uomini di cui si potrebbe disporre per il nuovo Governo perchè già si trovano nell'Africa del Nord: Baudoin, Pucheu, Flandin e Peyrouton, tutti ex Ministri, oltre naturalmente a De Gaulle. Anche il Conte di Parigi, il cui nome era già stato fatto tempo fa dalla stampa americana come quello di persona che potrebbe essere utile, è arrivato ad Algeri e 1' Excliange afferma che è stato ricevuto « con gli onori dovuti al suo rango ». Può essere; ma quello che proprio non si capisce è come si possano conciliare le aspirazioni del pretendente al trono di Francia con i tentativi di restaurare la repubblica nell'Africa settentrionale. C'è davvero un po' di confusione. Frattanto Giraud ha parlato alla radio di Dakar rivolgendosi ai concittadini 'e invitandoli a unirsi per liberare la Patria,. Ha scagliato fulmini contro i tedeschi che hanno avuto il torto di mettere in rotta l'esercito francese e ha pievisto una lotta difficile e dura. Ha terminato col dire di non essere un politicante, ma un militare. Perciò non ha detto una parola su De Gaulle. Gli inglesi ne sono rimasti alquanto delusi. Essi prevedono che l'incontro fra i due generali non possa aver luogo prima della fine di gennaio. Siccome il generale Catroux proveniente dalla Siria è arrivato a Londra, ove dovrà abboccarsi con De Gaulle per poi recarsi in Africa, si crede che egli abbia l'incarico di fungere da mediatore. Ma sta di fatto che De Gaulle, di fronte al silenzio che l'Alto Commissario mantiene nelle sue manifestazioni pubbliche, si è deciso a scrivergli una terza lettera. rTra Giraud e De Gaulle Secondo la «Reuter», Giraud,,_ rispondendo alle due prime lette-' re, avrebbe accettato in linea di massima di discutere, ma senza fissare nessuna data per l'incontro. De Gaulle, che invece ritiene urgentissimo un accordo perchè senza di lui la confusione in Africa non potrebbe che aumentare, ha creduto bene di insistere e gli ha mandato perciò il suo terzo messaggio. Tuttavia si teme che il fatto che ormai è stato pubblicamente annunziato il nome dell'assassino di Darlan e tutti sanno che si trattava di un gollista possa avere aggravato la situazione del generale De Gaulle e aumentato l'odio dei darlanisti contro di lui. Si nota che l'Agenzia americana Associated Press, in una informazione da Algeri, mette in evldenza il contrasto di opinioni fra i circoli di Giraud e De Gaulle e ammonisce a non fare passi prematuri perchè altrimenti si rischierebbe di aumentare la tensione che già regna nella popolazione dell'Africa del nord. In Inghilterra ha prodotto impressione anche che la censura di Orano abbia lasciato passare una corrispondenza del giornalista amerlcano Pyle, ove la situazione viene descritta in modo allarmante, soprattutto per quanto riguarda la carestia e l'agitazione popolare. Questa corrispondenza viene anzi lodata in America per la sua franchezza. Ci si domanda a Londra a che cosa miri questa politica: forse a preparare una decisione che crei un regime puramente militare e americano? Si nota anche con dispetto che a Casablanca è stato soppresso per tre giorni il giornale quotidiano La Presse Frangaise perchè manifesta tendenze golllste troppo spiccate. La lotta nel Pacifico