I russi si fanno spannare

I russi si fanno spannare I russi si fanno spannare e gl'inglesi riparlano di secondo fronte Dalle mancate promesse fatte da Churchill a Mosca all'inconcludente clamore fatto dagli anglosassoni sull'occupazione del Nord Africa Berna, 7 gennaio. (S.) - Dopo lo sbarco anglosassone nell'Africa del Nord, Churchill si vantò di aver recitato con Stalin la commedia del secondo fronte che l'uno chiedeva e l'altro negava, unicamente per Ingannare 1 nemici. Nel paesi dell'Asse si sarebbe stati cosi ingenui da credere che le polemiche anglo-russe fossero state fatte sul serio. Ora la stampa inglese incomincia a strepitare perchè sono passati due mesi e 11 secondo fronte, quello vero, non è stato ancora creato, mentre nello scorso novembre era i stato proclamato al mondo che |lloccup*;zlone deii'Africa non a vrebbe dovuto essere che un tram ipolino donde gli anglosassoni sa ' rebbero balzati In Europa come !niente fosse per non lasciare più ! soli i russi a. combattere. Si può f""^ fatare che^se, tfè del !1g1roge^|,0t non «il^ecF^Ue queua inglese che oggi protesta, !è per lo meno quella russa, ' a à r o 1 r i i Erba trastulla per i sovietici Fra i giornali che rimproverano il Governo c'è anche il Times che, secondo quanto si dice, dopo aver mutato il capo-redattore, sarebbe da annoverarsi piuttosto fra i giornali indipendenti che fra quelli ufficiosi. Lia replica ufficiosa Invece sarebbe quella data dal Daily Telegraph, il quale nota che la nuova campagna parte dal presupposto che ci sfa qualcuno in Inghilterra che si opponga all'isttuzione del secondo fronte, o per meglio dire all'aumento dei fronti già esistenti. Invece in Inghilterra non c'è nessuno che non crepi dalla voglia di alleggerire il terribile compito dei russi, sia che 11 nuovo fronte debba essere una conseguenza dell'occupazione dell'Africa sia che debba costituire un'Impresa a parte. Del resto — osserva inoltre il giornale — è curioso che si parta dall'idea che l'offensiva russa si debba arenare come quella dell'altr'anno qualora l'Inghilterra non Intervenga in Europa. Si può, al massimo, essere d'accordo con il ministro del lavoro Bevln allorquando dice che i successi russi richiedono uno sforzo massimo degli alleati In occidente, ma nel frattempo è fuori di posto abbandonarsi a ipotesi sul tempo e sul luogo in cui gli alleati quest'anno compiranno la loro impresa principale, proprio come sarebbe stato fuori di poste farlo l'anno scorso. Se si vuol partire dal presupposto che si debba riuscire a distrarre cinquanta divisioni dell'Asse, è chiavo che per raggiungere tale scopo ci vorrebbero almeno cinquanta divisioni degli alleati. Si pensi dunque (è sempre il giornale Inglese che paria) quanto tonnellaggio e quante forze aeree di protezione ci o e| -, vorrebbero per un'impresa di que i ! sto genere! Questo ragionamento, li tanto più calcolando che è fatto - da un giornale Inglese, non fa una e ~ r h; w' " o e f;rinza. Chi potrà trovarlo sbaglia o saranno però i russi, che aspettano ancora da Churchill il mantenimento delle promesse fatte a Mosca e che frattanto nelle loro Informazioni dal fronte assicurano, a torto o a ragione, di aver notato certe divisioni tedesche che sarebbero venute fresche fresche dall'occidente. I russi si ricordano certo che asprd anche lo scorso inverno, mentre si facevano massacrare, la campagna per il secondo fronte infuriava in Inghilterra a tal punto da sembrare che gli inglesi fossero tutti presi da una voglia matta di andare a farsi scannare per salvare loro la vita, e che anche allora si diceva esattamente la stessa cosa d'ora: « Non possiamo far sapere a nessuno nè quando nè dove faremo la grande impresa ». Poi l'unica impresa che gli anglosassoni abbiano fatta è il comodo sbarco in Africa, ove aspettano di avere racimolato l'esercito francese, mentre 1 russi insanguinano di nuovo le loro zolle in una spaventosa mischia. Ma che importa? Come durante la passata offensiva sovietica, anche questa volta l'istituto Gallupp ha fatto il suo bravo referendum per sapere se il popolo « ritenga che gli alleati debbano compiere uno sbarco sul continente per debellare l'esercito tedesco ». Orbene, i due terzi degli interrogati hanno risposto che l'invasione del continente è Indispensabile per ottenere la vittoria. Mentre in Inghilterra ci si gingilla con slmili votazioni, in Africa l'inglese Mac Millan e l'americano Murphy stanno tessendo ciascuno la propria rete di Intrighi, ma a Londra non si esclude che i due finiscano per mettersi d'ac cordo alle spalle dei francesi. « Se gli sforzi britannici e americani dice 11 corrispondente della Gazette de Lausanne — potranno es sere coordinati, non ci dovrebbe essere una resistenza francese locale contro la collaborazione cogli alleati e col generale De Canile. Sembra che per il momento si debbano concentrare gli sforzi per un accomodamento locale e ottenere da Giraud che accetti nella sua amministrazione certi gruppi antifascisti e certi perso nagga nordafricani la cui influenza sia effettiva. GII sforzi di Mac Millan Questi risultati certo sarebbero salutati dalla « Francia combattente * come un segno di buona volontà ». Non si può ancora dire se gli sforzi di Mac Millan per poter inserire in Africa i suoi candidati e trovare il punto di contatto con Murphy potranno sortire buon esito, oppure se il rappresentante di Roosevelt crederà più conveniente restare irremovibile sulle sue posizioni. Per il momento a Londra si afferma che egli ha trovato in Africa un terreno politico pieno di tranelli e di imboscate attraverso il quale la marcia è piuttosto pericolosa. Ma è tuttavia notevole che si cominci anche a prospettare una ipotesi che precedentemente non era stata presa In considerazione: quella che di fronte ai dissidi fra i generali francesi, l'Inghilterra e l'America finiscano per tagliare il nodo gordiano prendendo direttamente in mano l'amministrazione dell'Africa Settentrionale. Non ci sarebbe infine da meravigliarsi molto se gli emissari dei due filibustieri di Londra e di Washington finissero con maggiore o minore entusiasmo reciproco per stringersi la mano, perchè una cosa è erta: che nè Churchill nè Roosevelt (e nemmeno lo stesso De Gaulle) tengono effettivamen¬ te a che la Francia sia rappre sentata nel seno delle Nazioni Unite, come vorrebbe 11 programma del comitato nazionale gollista ipocritamente accettato da Londra, Si tratta di ladroni fra i quali in fin dei conti il più forte finirà per dominare e gli altri si adatteranno a subire le sue prepotenze purché resti loro qualche cosa in tasca. In fin dei conti cosi succede sempre nella malavita. Fra i litiganti.,. Ora pare che a Washington si sia realmente impazienti di veder mettere un po' d'ordine in Africa, e che, a quanto assicura 11 New York Times, ì circoli politici siano del parere che se la cosiddetta amministrazione francese non riuscisse in questo compito bisonerebbe sostituirla con un reggimento di occupazione degli alleati. Per dimostrare la confusione che regna in Africa un editoriale del Yorkshire Post fa notare che dal quartier generale francese e dal quartier generale degli alleati vengono diramati comunicati indipendenti l'uno dall'altro e che dopo che Radio Marocco ha trasmesso un preteso comunicato degli alleati ci si accorge che il comunicato autentico era completamente diverso. C'è anche una censura rigorosa sui telegrammi dei corrispondenti inglesi e americani, ma non si sa esattamente da chi sia diretta e aopra quali criteri si fondi (a Londra però si afferma che la censura contro gli americani non sia affatto severa). Date queste lagnanze non è quindi da escludersi che fra nuli molto Washington imponga la sua volontà e che Mac Millan dichiari di aver trovato l'accordo. Quanto a De Gaulle (al quale r,on si può per ora dire quale parte verrebbe riservata nel nuovo reggimento) vi dovrebbe comunque figurare. Nel frattempo l'America cerca di fare a meno della collaborazione di De Gaulle intimando a Giraud di compiere ogni sforzo per mettere insieme un esercito. Questo è lo scopo che ha avuto il suo viaggio a Dakar. E' vero che finora si annuncia soltanto l'arruolamento di cinquemila senegalesi, ma è evidente che se il generale francese non riuscirà nell'intento, si finirebbe per abbandonare la finzione dell'autonomia e si cercherebbe nel quadro del nuovo reggimento di occupazione di comporre con la forza e con le fucilazioni l'obbligo del servizio militare.