Sul Don, nel territorio dei Calmucchi a Velikie Luki gli attacchi sovietici sono stati respinti da Divisioni germaniche di fanteria e corazzate Si combatte sul ghiaccio - 56 apparecchi abbattuti contro uno perduto di Guido Tonella

Sul Don, nel territorio dei Calmucchi a Velikie Luki gli attacchi sovietici sono stati respinti da Divisioni germaniche di fanteria e corazzate Si combatte sul ghiaccio - 56 apparecchi abbattuti contro uno perduto Sul Don, nel territorio dei Calmucchi a Velikie Luki gli attacchi sovietici sono stati respinti da Divisioni germaniche di fanteria e corazzate Si combatte sul ghiaccio - 56 apparecchi abbattuti contro uno perduto Berlino, 7 gennaio. Il nuovo repentino abbassamento della temperutura susseguente ad una breve parentesi di disgelo, ha portato in tutta la zona del Don alla formazione di una spessa crosta di ghiaccio lucido, il cosidetto « vetrato », che ostacola considerevolmente i movimenti di entrambe le partì combattenti, soprattutto per quanto riguarda l'impiego dèi mezzi motorizzati. Azioni in controffensiva Malgrado queste inasprite condizioni ambientali, l'attività combattiva si è mantenuta anche ieri estremamente vivace in tutto il settore della vallata del Don, come pure più a sud, nella steppa dei Calmucchi,' attraverso la quale, come si sa, il comando «omerico NNOVA ha analogamente sviluppati, una\ poderosa manovra offensiva. Nel supplemento al Bollettino diffuso stasera dal Comando tedesco, si precisa che i diversi capisaldi dove ai sono concentrate le forze dello schieramento avanzato antibolscevico hanno tutti validamente tenuto test/a, anche nella giornata di ieri, alla spinta della massa nemica. Oltre a respingere gli attacchi sovietici, i gruppi avanzati germanici hanno sviluppato delle proprie azioni in controffensiva. Nel corso di questi contrattacchi, a cui partecipano importanti formazioni di « panzer », il nemico ha sttbìto di nuo vo perdite rilevanti: in più dei venti carri armati che, come precisa l'odierno Bollettino, sono stati distrutti in un solo punto della regione del Don, si apprende stasera dal supplemento al Bollettino che un intero gruppo motorizzato nemico è stato disfatto e praticamente tagliato a pezzi. Chi segue le cronache di guerra del fronte orientale ha cosi modo di convincersi, giorno per giorno, che l'equazione: battaglia di difesa da parte delle forze antibolsceviche = logoramento di forze russe, corrisponde anche quest'anno alta realtà, nonostante- Sa constatata diversità del fine strategico a cui si ispira l'attuale offensiva sovietica. Per rendersi conto della importanza di questa sistematica azione dì logoramento ci si può riferire al vittorioso bilancio stabilito da un Corpo corazzato tedesco che, operando con appoggio di fanterie motorizzate, è riuscito, nello spazio di appena quattro settimane, a distruggere, come ufficialmente ci si comunica stasera, 451 carri armati, 209 cannoni e lanciagranate ed un quantitntivo proporzionatamente ingente di altre armi pesanti e leggere. In base alla ripartizione numerica degli eserciti moderni si deve dedurre che praticamente, con la distruzione di questo imponente armamentario, sono stati posti fuori combattimento circa duecento mila soldati sovietici. Come giustamente rileva il D. a. D. « non è necessario essere versati nell'arte bellica per capire che il perdere una intera armata per conquistare un territorio di alcune centinaia di chilometri rappresenta un prezzo talmente elevato da superare assoluta/mente ogni concetto di propor zione ». II materiale corazzato nemico Le forti percentuali quotidiane di carri armati che i sovietici continuano a perdere nella battaglia del Don (oggi, ad esempio, oltre ai venti carri di cui sopra distrutti per opera dei « panzer », si annunzia l'annientamento di altri diciassette carri sovietici per intervento della Luftwaffe) rendono di attualità il quesito circa la provenienza e la qualità dell'attuale materiale corazzato sovietico. Come si sa la propaganda americana ha fatto accenno a più riprese a dei grandi quantitativi di carri annoti che sarebbero stati scaricati a Vladivostok, e di lì trasportati per mezzo della Transiberiana alla volta della Russia Europea. Certo è che sul fronte orientale di questi carri non si è vista finora traccia. I totali di annientamento annunziati da parte tedesca hanno infatti per oggetto | j pressoché unicamente del materia- le di origine sovietica, « L'eventuale comparsa di carri americani — si aggiunge qui non mancherebbe di essere immediatamente registrata da parte del Comando tedesco come indizio di una nuova fase... nel senso che, come insegnano le esperienze fatte su altri fronti, il materiale corazzato di produzione americana è considerevolmente inferiore a quello sovietico... ». In questi ambienti militari non si esita, in proposito, a dichiarare che il carro armato di gran lunga migliore immesso nella lotta dal blocco nemico, è il sovietico « T. 34 », Circa il tratto nord del fronte centrale, le informazioni dell'ultima ora confermano il già constatato declino dell'attività offensiva nemica a sud e a est del lago Ilmen, dove è in corso l'annientamento del gruppo sovietico accer chiato da diversi giorni, mentre annunziano un accentuarsi della pressione contro Veliki Luki, ciò che è dovuto soprattutto al concentramento di importanti contingenti d'artiglieria pesante. I/epica resistenza del caposaldo germanico non accenna tuttavia a diminuire, malgrado l'intenso cannoneggiamento sovietico. OH assalti concentrici delle masse nemiche, che in alcuni punti operano alle porte stesse dell'agglomerato, sono stati tutti respinti in una successione di accaniti combatitmenti. Guido Tonella

Luoghi citati: Berlino, Russia Europea