Il messaggio 11 Roosevelt

Il messaggio 11 Roosevelt Il messaggio 11 Roosevelt Esaltazione della potenza ma preannuncio di giornvitù dei popoli del Tripart Buenos Aires, 7 gennaio. Il Presidente Roosevelt ha pronunciato un discorso alla brava, «V.coto ™u* npTn in tono mae-pio- questa.volta però iritone» maggio |re e che pertanto ha tradito nell'oratore acute preoccupazioni di carattere parlamentare. Il Presidente ha Iniziato il suo dire presentando all'assemblea, in una cornice di minacce all'indirizzo delle Potenze del Tripartito, un quadro di previsioni ultra ottimistiche prive tuttavia di qualsiasi basilare documentazione. Passando all'enunciazione dei fatti egli ha detto che grandi piog- aerea e militare degli S. U., i duri per ÌM943 - La schiartito nel programma di pace ge, un orribile fango e limitatissime comunicazioni ritardano la battaglia in Tunisia, il che per- mette all'Asse di rafforzare potenU posizlom davanti alle quali so,. no da attendersi duri combatti-* e a o H e i i o e , , i e o menti. L'oratore, parlando quindi dei combattimenti alleati, della Russia, della Gran Bretagna e della Cina di Cian Kal Scek, accenna ai plaid di alta strategia che si stanno elaborando per lo sbarco in Europa, sbarco che potrà avvenire . chi sa quando in un punto qualsiasi o in vari punti contemporaneamente. A proposito della produzione bellica Roosevelt si è dichiarato orgoglioso dei successi ottenuti dicendo che occorre apportare modifiche al sistemi di tale produzione. Egli ha inoltre affermato che In tale settore è necessario procedere ad alcune addizioni è ad alcune sottrazioni e che a quelli che mettono in dubbio la qualità della aviazione nord-americana si può rispondere che, tutto sommato, le cose in complesso non vanno male. Egli ha poi passato in esame la necessità di nuovi regolamenti governativi e a questo riguardo ha detto: « Noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciare le cose in uno stato tale da favorire situazioni di cui approfitterebbero 1 disonesti, i profittatori e gli speculatori. Vi sono soltanto pochi americani i quali prepongono l'appetito al patriottismo; occorre rendersi conto che 1 viveri e i materiali che noi mandiamo oltre mare servono essenzialmente per scopi militari». Parlando delie quattro libertà promesse da lui al mondo Roosevelt ha detto: « La gente nel paese e al fronte si chiede che cosa Intendiamo precisamente dire con la terza libertà, la « libertà del bisogno ». Tutti vogliono che l'America nel dopo-guerra non abbia più a soffrire ì mail del passato: alimentazione insufficiente, abitazioni malsane e sussidi ai disoccupati. Ma la gente non vuole anche un periodo di benessere apparente, d'inflazione, di ricchezze fittizie dopo le quali si va a finire a vendere le mele agli angoli delle strade, come è successo dopo il periodo dell'euforia economica terminato con la catastrofe del 1929. Io spero — ha aggiunto — che il postulato della « liberazione dal bisogno » non verrà considerato come un punto controverso dal partiti. Noi dobbiamo tenere presente che la sicurezza economica dell'America sarebbe minacciata senza che nel resto del mondo regni una maggiore stabilità economica. Noi non possiamo trasformare l'America in un'Isola nè militarmente nè economicamente. Ciò significa fare tutti gli sforzi per aumentare la sicurezza degli uomini in questo paese e in tutto il mondo». « E' chiaro che se la Germania, l'Italia e il Giappone rimangono armati dopo la fine di questa guerra o si permette a queste nazioni di riarmarsi, esse inevitabilmente si lanceranno alla conquista del mondo, ed è per questa ragione che esse debbono essere disarmate. Noi abbiamo imparato che non si può mantenere la pace conservandola soltanto in «scatole di latta». Le nazioni unite possono e debbono rimanere unite per impedire qualsiasi riarmo sia della Germania che del Giappone » dell'Italia. Io non voglio fare profezie su quando finirà la guerra, ma io credo che quest'anno le nazioni unite conseguiranno delle avanzate sostanziali lungo le strade che conducono a Berlino, a Roma e a Tokio». (Stefani)

Persone citate: Cian, Roosevelt