Una uilleggiatura carducciana nel paese di Giotto nel filugello

Una uilleggiatura carducciana nel paese di Giotto nel filugello Una uilleggiatura carducciana nel paese di Giotto nel filugello A Vicchio nel Mugello c'è, in ile sue passioni fiorentine e Si fa t Gittt d t Ttt il M pparte da se stesso. Tutto il Mu gello è pieno di memorie italiane tutta l'Italia storica e ideale era presente a tutto il pensiero del Carducci; ina nella sua opera il Mugello, come ispiratore diretto, non figura. Eppure per quella lapidetta inattesa fra un'aia gorgogliante di utacchini e una stalla sulla quale è scritto: stazione di monta sul-1 na;jl luogo, che mi aveva nega-!to ogni meditazione giottesca, mi parve fortemente carducciano. Mi ; parve interessante sorprenderlo nel Mugello, cioè in quella parte i della Toscana che tocca la Roma-1 gna, e alla lontana ne risente, ve- stibolo naturale quand'egli da Bo-'logna ritornava, esule dalla sua giovinezza fiorentina, a Firenze.tA Pilarciano, sul luogo, nessu- no probabilmente mi avrebbe sa- puto dire di più del poco che può;rammentare la lapide. La villetta del dottor Billi è chiusa e chi sa di chi è dopo quarantanni. Anche 1 biografi del Carducci, dal Chia-|rini al Saponaro, fanno appena questo nome di Pilarciano. Ma mi sovveniva quello che di questa sosta del Poeta scrisse, mentre egli era ancora tra i vivi, su una rivista fiorentina del tempo, uno che si trovò ospite dei Billi, insieme con il poeta: uno spirito delicato un ele|ante scrittore morto gio |vane che ai chiam0 Faiiero Bar tollni. Anche di questo ritrovavo, |inattesa la memoria gentile a Pii]arcjano p i ti» j iconvalescenza Squallida ! gpiazza, un monumento a Giotto. La critica non è più .sicura che proprio a Vicchio sia nato, contemporaneo a Dante, il Dante della pittura. Sarà nato un po' più in là, a Vespignano, o non sarà nato nel contado mugelle.se ma anche lui in città, a Firenze. A .Vicchio rimarrebbe sempre la gloria, incontestata, di aver dato alla pittura l'Angelico: ma l'orgoglio domestico del borgo antico assai rimodernato — rahtichltà nella linea che presenta a distanza e in qualche superstite porta — è tutto giottesco. Pecora cercasi Oli occhi cercano una pecora che sia modello al disegno del fanciullo ispirato. In Mugello le pecore son risalite dalla valle alla montagna; a Vicchio, nella piazza delle bestie — il mercato del bestiame — oggi sono soltanto da una parte i bovini, dall'altra i suini. Le scrofe con i lattonzoli si comportano assai bene con i grifi bassi sul prato; i vitelli e le vitelle, a guinzaglio, aspettano tranquillamente il loro incerto destino: soltanto i maialini più giovani, chiusi nelle ceste coperte — fa freddo — starnazzano e guaisco- lh t li b gcon il poeta: uno spirito delicato no se qualche assaggiatore li ab- un ele|ante scrittore morto gio b,r,anca„ e /tiracchia con le teste |vane che ai chiam0 Faiiero Baralll/!9.u-. ì itó9r\ 1 mediatorl 1 tollni. Anche di questo ritrovavo, contadini fanno il loro mercato se-|inattesa la memoria gentile a Picondo ì riti secolari di esso;i]arcjano le occhiate sospette, gli approcci, i bisbigli all'orecchio, le mani riluttanti accostate a forza dal sensale e la stretta finale impegnativa. Il mercato è piuttosto fiacco: le pretese dell'offerta sono altissime e la domanda è trattenuta dal timore di non avere, quest'in p i ti» j iconvalescenza Squallida ! Dai suol carissimi Billi 11 Car- ducci villeggiò un autunno, con-ivalescente del primo colpo che a isessantatre anni guastò ogni sua verno, abbastanza mangime per le gagliardia. Pareva rimesso quel- ; bestie. l'autunno. Il medico fraterno qui In tutto questo Giotto non c'en- lo curava riposandolo. Alla mat-l tra e nemmeno io ci penso più. tina il Professore lavorava all'ul-lLa nebbia confondendo 11 paesag- timo volume del Rerum italico- gio non invita a considerare se;rum scriptores che si ripubblicac'è da scoprirci una linea giotte- j vano sotto la sua direzione non nosca: quando si apre un poco, siiminale: polche aveva avuto la mascorge una campagna quasi pia-,no impedita la signora Marianna na, bianca di brina, fra due spai- glie la rieducava alla scrittura e ti di alture, Appennino e contrap-1 scriveva sotto la sua dettatura. A pennino, brizzolate di neve. Ne fargli compagnia, con i Billi, c'e- scende una melanconia fredda, e, rano i suoi fedelissimi Guido Maz- quando i piedi sono ghiacciati an-lzoni e Michele Barbi; a volte coniche i pensieri della testa s'intiriz-1 pariva anche Severino, il Ferrari, ziscono. già ammalato, poeta vero sopraf- Poco più in su di Vicchio, an-1 fatto dalla sua umile devozione al dando per 11 pianoro in direzione'Maestro. dell'Appennino, è Pilarciano: un| Un bell'autunno sereno: si fagruppo di case sparse, aie, stalle, icevano buone passeggiate per la qualche villa senza pretese. Sul i campagna vendemmiata, arata per Imuro di una di queste — una ca-'la semina. Anche 11 se, incontran-,aa civile in campagna — c'è unaIdosi in un paio di buoi, si ferma-!lapide di marmo, incisa di cai ut- va ad accarezzarli, qualche foto ter! che hanno perduto l'inchio- i grafo lo coglieva nella posa obblistratura; ma ci si legge il ricor- ] gatoria dopo il sonetto al bove. Da do che in questa casa Giosuè Carqueste parti non inonta i i p, va ad accarezzarli, qualche foto grafo lo coglieva nella posa obbli gatoria dopo il sonetto al bove. Da queste parti non incontrava i gran- tl di h di buoi maremmani dalle corna lunate, ma i romagnoli di corna brevi e zampe corte, possenti di groppa, forti al tiro. Si andava rimettendo proprio bene; aveva ilsuo robusto appetito e gustava il vino che anche nel Mugello è di buona beva. Soltanto si lagnava per l'insonnia. Il dottor Billi gli faceva* prendere un sonnifero blando; cosi blando che lo sosti- ;ggdo che in questa casa Giosuè Carducci fu ospite dei suoi amici dottor Luigi Billi e signora Marianna e che vi godette le bellezze paesistiche e storiche del Mugello. Certo, se il poeta fosse salito a San Godenzo, avrebbe incontrato l'ombra del suo Dante fuoruscito che sta per riaprirsi, con le armi dei partigiani bianchi, le porte della città odiata e adorata. Ma fallito il tentativo di San Go- denzo, Dante, ribandito, sale oltre |tul con una presa di zucchero in ;o che lo sosti voltata in un'ostia e deglutita con un sorso d'acqua la sera. Il Carducci ciedeva di prendere un farmaco e bastava la suggestione perchè passasse una notte riposata e non si svegliasse la mattina irritato. La sera, appena sparecchiato, era la partita a scopa. Il Carducci ci si appassionava: quando la fortuna delle carte gli dava il set te bello non riusciva a tenere per sè la contentezza, nè il malumo re quando perdeva: gli amici si ingegnavano a farlo vincere, sen za che se ne avvedesse perchè, se perdeva, o s'inquietava o, peggio, usciva in una frase ch'era una coltellata a quei cuori fedeli: — E' un altro segno della mia deca denza. — Il poeta della Nazione e quelli insigni uomini giocavano a scopa di lupini ch'erano poi cambiati al cambio di dieci al soldo. Alla fine della serata, anche quando si finiva con un giro di sette e mezzo, giuoco d'azzardo, i fortunati arrivavano a guadagnare fino a venti centesimi, Poeta indomito Immagine piccolo borghese di un poeta di tanto animo e cosi potenti passioni ? No, immagine della semplice vita di cui era contento un poeta in gloria. Con la faccia leonina sotto un cappello d'ampia tesa, in mano il bastone, il convalescente aveva ancora la figura, brusca e melanconica, del poeta indomito. Forse è stata l'ultlma stagione di lotta vittoriosa ! contro la decadenza ch'egli sentiva incominciata fatale, quell'au tunno a Pilarciano. L'ombra delila morte, la morte della poesia e ideila vita, pareva allontanarsi in quella pace di campi, mentre i ; contadini stavano seminando il grano. l Quante semine, quante mietitulre su queste zolle oggi strinate dal gelo! Pur quella lapidetta sopra una casa chiusa fa un richiamo di memorie meste ma forti che sollevano l'animo dal grigiore dell'inverno e dai pensieri opachi. Non so quanti la leggano per questa strada di campagna fuori mano. I contadini del luogo non ' I lare l'aia e il pollaio. Se capita , qualcuno di provincia non è per !chiedere a qualche vecchio se si si fermano a leggere le lapidi sui muri. Ora pensano al grano, al granturco che hanno ancora in casa e che deve bastare fino al nuovo raccolto, al suino che tra poco ammazzeranno e per ammazzarlo ci vuole il permesso; le massaie sfaccendano tra il foco ricorda di aver visto, quarant'an ni fa, un signore cosi e cosi che era un grande poeta, ma per ve idere se ottiene in vendita qualche coniglio e qualche uovo. " Ma i contadini sono cauti e insegnano ai cittadini che le galline, di questa stagione, non fanno ancora le iuova. Se non s'interessano di sapere chi sia stato Giosuè Carducci, san no benissimo perchè a Vicchio, in | piazza c'è il monumento a Giotto idi Bondone, nato, come loro, con tadino, Panfilo