LA SITUAZIONE

LA SITUAZIONE LA SITUAZIONE • Nella Sirtica il maltempo impone una sosta alle operazioni. In Tunisia l'Asse ha consolidato i successi conseguiti nei giorni scorsi, e proceduto alla occupazione di nuove posizioni, migliorando il proprio schieramento per il prossimo urto. In Russia l'offensiva sovietica continua a cozzare contro le lìnee difensive delie forze antibolsceviche, senza conseguire alcun apprezzabile successo, non ostante i gravi sacrifìci di uomini e di materiali impiegati ne,gli incessanti attacchi. Siamo al 5 gennaio, e nessuna delle speranze nemiche si è ancora realizzata. • L'Asse è in Libia, l'Asse è in Tunisia, i russi sono ancora lontani da Rostov, la guerra del controblocco continua implacabile. La propaganda avversaria è costretta ad allungare il tiro: l'anno decisivo non sarà più il 1943 ma il 1944. Nell'attesa, si faceva affidamento sull'offensiva aerea contro l'Europa: ma anche su questo terreno l'anno si è iniziato sotto pessimi auspici. La Luftwaffe ha ripreso ì bombardamenti au larga scala degli obiettivi inglesi; e la Raf ha lasciato le penne in un tentativo diurno contro le coste settentrionali del continente: sedici grossi quadrimotori risultano abbattuti. • Sono noti i termini della polemica anglo-americana sulla organizzazione dell'impero inglese. Washington sostiene che irrigidendosi nella « difesa di un colonialismo vecchio stile », la Gran Bretagna nuoce alla causa alleata, dimostrando che la « Carta atlantica », annunciatrice di libertà e di indipendenza ai popoli d'ogni razza e colore, e una sterile enunciazione di principi, senza nessuna rispondenza all'effettiva politica degli anglo-sassoni. Di questo punto di vista s'è reso interprete, con estrema vivacità, Wendell Willkie, in una serie di discorsi che ebbero una sgradevole eco a Londra. Nella rivista Life il tema fu ripreso e svolto in un articolo rimasto memorabile. Gli inglesi reagirono. Churchill dichiarò che l'Inghilterra non aveva da rendere conto a nessuno delle sue azioni. Cranborne inneggiò all'organizzazione dell'impero britannico proclamato non perfettibile ma perfettissimo, quasi un condensato di ogni saggezza umana e politica, intesa a realizzare la felicità dei popoli associati e soggetti. Si aspettò che Roosevelt sconfessasse ogni critica, e mettesse a tacere i suoi turbolenti amici. Invano. Oggi Londra si arrende; e accetta di discutere con i suoi invadenti alleati d'oltre Atlantico tutta l'organizzazione del « Commonwealth ». Bisogna dunque ere dere che un'era nuova stia per dischiudersi per i popoli soggetti alla dominazione britannica? Sarebbe ingenuo il supporlo. La « Carta atlantica » non è, nelle mani degli americani, che una formidabile leva, per scalzare le posizioni fondamentali dell'Impero britannico. Roosevelt la manovra con tenacia diabolica. • La manovra britannica per reinserirsi, dopo l'uccisione di Darlan, nel giuoco nord-ameri cano nel Nord-Africa, è fallita in pieno. Washington è ormai abituata a piegare Londra ai suoi voleri senza contropartita di accomodaménti e di concessioni. E' noto il progetto caldeggiato da Churchill. Si trat tava di costituire un comitato provvisorio, che avrebbe dovu to esser riconosciuto come la espressione della volontà del po> polo francese, e costituito da un triumvirato Giraud-Catroux-De Gaulle, in cui il primo avrebbe assunto la figura di semplice esecutore militare, lasciando al terzo le redini degli affari politici. Ma Washington prima ha nicchiato, poi ha parlato chiaro. La Casa Bianca non riconoscerà alcun governo provvisorio francese per tutta la durata della guerra. Ciò significa che nel Nord-Africa gli americani continueranno a comandare attraverso il loro uomo,-Giraud, e gli inglesi staranno a guardare. slmdpIiqadspsslsp

Persone citate: Churchill, De Gaulle, Giraud, Giraud-catroux, Raf, Roosevelt, Wendell Willkie