Un conto saldato nella rada di Bougie

Un conto saldato nella rada di Bougie Un conto saldato nella rada di Bougie La brillante azione di un sommergibile italiano - Un grande cacciatorpediniere nemico colato a picco (Dal nostro inviato speciale) ]vGruppo sommergibili Y, ir2 eennaio I /gennaio. | Anche un comandante torinese cdi sommergibile, il tenente di 1*1- ascello Mario Priggione, ha vismi- to un avventura straordinaria]^stasi pan a quella- del coman--Mdante Forni Aneli egli, cioè, pres-\dsapoco lo stesso giorno che gli in- Vglesi bombardavano la sua citta e ,colpivano case del suo quartiere e mgli uccidevano o ferivano amiciA dcompagni della prima giovinezza,] qcompi™ col sito sommergitele una■■ssene di puntate offensive e, »f-: ^taccata I ccon laboriosa manosa n^formazione nemica, con tre ,Siluri colava a picco un grosso i fcacciatorpediniere. Cosi. La sua vittoria, che il Boi-; lettino 9Ui ha citato assieme ai quella del sommergibile del co-' mandante Cinti, fu la conclusione nspettacolare e brillante di una dmissione ricca di incontri, di ri- cognizioni, d'attacchi condotti e psubiti. \ Io lo rìdi partire ima sera, per cuna base lontana, il comandante Priggione. Doveva coprire una Vrotta insidiata da sommergibili nemici, ed era quasi all'inizio del suo comando. Eppure non era tlemozionato, affatto: sapeva per- ,fettamente clic stava per condurre gil suo sommergibile verso un im- ',piego intenso, verso una sfida di *«tutte le ore alla morte e una rorsn cdi tutte le ore alla vittoria: ma il asuo chiaro sorriso, la sua misura-, ta allegria, quel suo conversare tfrizzante e scherzoso qui, sull'orlo fdella banchina, a un metro dalla mpasserella, mentre i suoi uomini stmbarcavano le ultime cassette di sviveri e le ultime granate per il dcannone di bordo, davano a vede- re quale pace ci fosse nell'animo t*„nni ™itr, ad r-h* in Mmilì mrt sarebb," lettimi an simtli cosi sarebbe legittimo an- lche agli iniziati e agli eroi. rtAnche durante il racconto della Tsua missione vittoriosa egli non si iiurba. E' accaduto questo, è acca- Zduto quest'altro, e perchè non do-,mvtma accaderef ha l'arra di do- umandare, anche quando all'Inter- tlocutorejyien fatto di esclamare:!gI Po.« straordinario! ». Un Incontro emozionante occidentale, incominciò con una ffi«*nIn»™W« offensiva nella rada s^atì'^n^^l'«n»f^T«ÌC.rnfh»« ZZ^Z'di v^t^Tn^fna «nomTS che vITJn^iVcLh-n Z coita ar c-JÈKrt%,^À«n trJ?* f„ U"^tì^* «Srt»4 £ Pina corica tTJìaJ2^1?^et:ìnÌ?iZ,.sgentata me in' ino.. Una siero di quella nuvola e parve che CS^?r«fl*1tóffiSé^*?tóhV£J?tn„,?hiiì defpi%^J,turà] ramento mobile dell imboccatura Bdella rada, e il comandante Prig- m£Zltl°^J'Vrìn?rZo ZTnro" accorta che tenne conto, con prò- Bàininvn temnpitività di calcolo o*>Zl«i,JJJn*d^ ^&^S^Ì^rSSS^^,^*n ,IZrFl ?%ma h no\tro lda una vsibilità ottima, il nostro ,fvedeZnlbUÈ teSTto^X^SlnS t£tte tener* eSco^ll ^manfonte Dvi^SJ^I^-S^-t^^^^S\cato^JdA&e™' àt !brinandosi il fosco è massiccio «$£*^,W*U% VonTcZ gle banchine deserte la città con le case bianche, i lungomare al buio ma così dolcemente argenta- cJU rtl\ìiTn^ioBcVanacé< f tm ì^tH^VX'Ae^iufo cZi »bardine semplice, il comandante j^TtrAf^^ìKi^'ZI Sna°vetd — Fondate? — domanda. Fondale* — domanda — Fondale venti, diciotto... allindici y r!'„.„„„ t*„,,*„ „,,i~ji~i ~-*-i di fondale'otILÌÌZmI? éMZ^rSS**rSSU^SSi acqiia sotto. E poi la ricognizione era finita. Altro da vedere non c'era. . M? nnoTu tLe?anrone,nme da. ^«S«.^l«T^2vlT^ no scoperti; forse II avevano sol- tanto indovinati: e allora con tut- ti gli ^<<™^< f^''^ le armi, addosso a qi eli ombra che scivolava nel mai e, e non fu nmne- . . -, — Quota P^lscoptca 8u! Su, che sóle! Umpida.l'acmm,6 ferma, pareva una lastra di vetro azzurro che il periscopio, come un diamante, tannasse. Giornata vuota, del resto. Fu la] notte, aitando il sommergibile ri-] tornò su che gli uomini della tor-1 retta ebbero un colpo al cuore. — Laggiù una sagoma. Laggiù una sagoma. Sì, la vede- va anche lui, il comandante. Bas-so sul mare, lenta, un sommergi- bile, senza dubbio. Qualche istan'e di silenzio. — Fermi termini, ingrana elet- trici. Cessò anche il minore dei mo-.tori. Il sommergibile scivolava si- lenzioso sul mare; appesantito da tina gran parte- delle casse zavar- ra allagate, pronto alla rapida ini- mersione, alle manovre fulminee. E quella sagoma si avvicinava; si avvicinava, fra poco sarebbe sta- ta a distanza perfetta di Utncio... Ma ad un tratto da quell'ombra partorì un lampo, si distinse una serie di segni fatta con le luci a vetri policromi. — Segnale di riconoscimento.^Rispondi subito! All'ordine del comandante, Use-gnalatore manovrò a sua volta il linguaggio fulmineo luminoso. Al-la tensione che prelude ogni at-tacco segui l'euforia di un così insolito incontro. Gli uomini « sot-to », quelli che non potevano salire sulla torretta, prima indovinarono, e poi seppero da qualche parola che si trattava di un sor ■ mergibile dello stesso Gruppo; che vogli'i di vedere qualclve coni pagno. Ora le due navi subacquee V'femo così vicine! A portata di voce i due comandanti si salutarono. — chi ae<? Priggionel Priggione! Sì! Come stai? che cnsr{ avete fatto, che cosa avefe p^fo' priggione scambiò con ti «ito ^^ „ofi~je impressioni, previMonj. rapidamente. Intanto le vedette scrutavano il mare, ScnttaV(lno rielo Intantn < sotto*, in ,utti e due { sommergibili, ali uomini penaavano che avevano amid C(,£ compagni assidui delle qUìrna1e a terra, coM vicjni che ■sarehhe hastat„ „„a voce per ri ^.^^ 7v™f„ „„~ La « tripletta ì a sepo conoscersi. Trenta metri, anzi ncmmeno. venti, dieci mefri pìfl ,„ u hUM m un-invohwro id$„. f jC0 Fu l'altro sommergibile che ma novrò per primo onde distaccarsi dalla zona: — Buona notte, in booea al lai- po, Priggione! — In bocca al lupo! Arriveder- ci a... — Si. Andremo a bere la solita Vernaccia insieme da... — D'accordo! Buona notte! Qualche altro saluto da torretta tl torretta. Le parole cominciarono ,t disperdersi nella distanza. Png gione ascoltò che il suo compagno ',/ij. ripeteva l'appuntamento da X, *«; rientro, da X, per blindare con certa nobile Vernaccia stravecchia alte vittorie. «...Se le vittorie ci fossero sta te ». Se... Ma su questo se tton fermò il pensiero. Non pensò nem meno quel che io invece penso scrivendo la cronaca della sua mis sione. E quello era un ben straor dinario appuntamento, Giornate di cielo sereno. Pun tate offensive al largo, verso la mvtrreaccnggmvqspF ~-, -'-é,~ ì .-.-*-> --■--.7 -. Rico gniztant, agguati! boi- lettini intanto avevano dato no-l r„in a», f„mM h,,mhnr^mP„H hi'tizia dei temei ìvìmbardamentì j, i T„nnZ? la radio di boi do avei a j intercettato altre notizie: distru Zi0n{ gravi, cumuli di macerie, morti, feriti... il centro della città, u centro della città specialmente tormentato. E i suoi, tutti i suoi, grano a Torino. Il comandante Priggione pensò a tutte le volte ohe gli avevano detto che essi ffi «f» P*™ che ah stringeva il cuore. nri'^^^r^o, no! Loro noi ver carità! Perchè proprio Joro | vroprio la sua casaScii accadde come a Forni; che quell'incubo, an-ìUich* accasciarlo, lo sferzò, gli P» * tai^* tl oli "H'^si, oltre a tutto, aves- sero acceso un conto personale] CQn ^ yo?era h«Wto? margine possibile. Ì Quella stessa notte che udì il ! B*flttin del maqgior bombarda- mento di Torino, col suo somm.sr- Sftto /^"tt"%BS^toro^"Ìl| Bou(IJJ Prua vers<J terra, a tutta\ oougie. rruu, vvrsu iciiu, u unni ia<lUo lar0° dell'ìmboc- ^*r^ manovrò per riconoscere la costa, navigò sicuro nell'inse-ì ,.„.._, ' J I Era'ancora serena, la notte, DMa torretta distinse il monte c^n>^ incombere sulla cittàj !>» ag-rnmeU la vegetazione l„s,\ «ureggiante delle coltivazioni di ggrtfc ^Lucid^nVe^e ^V'wAMht- nella cittTaual /"~"r- °2f„fc^ foranee del cJle. h,me- Le d'9,,e J°>anee ael ì^omscM.tmprovvUamente,chis »* aa ouale fento soffiati. E im jnSETStó%vàite?zadet ^ ™^è!"un°rpyóscat:E 700 V vSS. S nell atmosfera opaca distinse un nelt'atmostera opaca distinse "" f/rande cacciatorpediniere, con due cannoni scudati a prora, un fuma- ioo inclinato. Mise la prua sul ber- ™j>lio- Ca,™<ò rapidissimamente. Sdegnò,cautele. Pensò .che dove- va colpire, colpire, gridò: Aveva lanciato una « tripletta ». E mentre si immergeva, a distan- ^ di quaranta secóndi udì le tre esplosioni fori, e prolungate, lace '. ■ > a caccia nemi- rant ;. ;f f f° ™° « c"ccm nenn' è per Torino _ m*nmr0 e cnn lo s/ ,do< „ pem sceso'in camera di mano- vra cercò i due guardiamarina c) , u ^ f j torretta dtirante l'azione. Fu un attimo. „ ... u _ Dove sonof 3uf gutt ] Porrintl a ritrnuati ] rBIUUll C llllUYdll 1 pn un attimo. Guai a perdere ;a cai„m. Gridò: — A-ja tutta! Quei due ragazzi erano rimasti «su». Su in mare. ji portello della torretta s'era riu chiuso troppo precipitosamente; nei i,uio, li per li, nessuno s'era accorto che i due guardiamarina non avevano fatto" a tempo a scendere per la scaletta. Chissà .come erano disperati, adesso, soli Sl,i mare, e — nella migliore del ie ipolesi — destinati alla cut tu ra au„ prigionia... ^0 sciacquio caratteristico,E jj sibilo delle pompe. Il cornali dl,„tc Priggione fu il primo a- US(-i,e (pil portello, a gridare quei due „„mj... cv,e f/,„in.' Rispondevano. Ria sponderano tutti e due. a — Siamo qui comandante, tilt to bene! ^ Cari ragazzi. Tutto bene, sì. Ec '.coli a bórdo, Giù svelti, svelti-\Prima die la caccia nemica possa l .accorrere. Erano fradici d'acqua-Ìun poco pallidi. S'intende, con quel -1 po' po' di emozione! Ma, come ì i avevano detto loro, tutto era an-1 dato bene. E tutto andrà bene. La mano-e ■ ; e i vra per riuscire dalla baia, dopol'af fondamento della nave da guerra nemica. L'allontanamento dalla zona pericolosa. La navigazione di rientro alla base... E quando, imboccato U portodirigendo verso ti posto di meggio, ti oomandamte Priggione vide sulla banchina il comandante del Gruppo, gli ufficiali e marinai che salutavano, e udì la loro voce, e gli applausi, e vide che erano tutti sorridenti, pensò che a quell'ora se a Torino fosse successo qualcosa ai suoi, alla sua casa, questa gtmte l'avrebbe saputo e il postino non aiTebbe sventolato il pacco della posta così come una bandiera di festa. Poi. a terra, trovò che il comandante X, quello incontrato di notte in mezzo al Mediterraneo, era già arrivato col suo sommergibile, e che lo aspettava a bere la- Vernaccia da... sotto una pergola, ch-e l'autunno ha spogliato, ma che era stata tanto dolce rievocare in quell'ora, quella notte, quando tutti e due non sapevano se avrebbero potuto rivederla mai più. Attilio Crepa»

Persone citate: Forni, Mario Priggione

Luoghi citati: Torino