La navicella di Ferdinando Neri
La navicella La navicella Fra i giovani studiosi italiani, Carlo Cordiè si c rivelato uno dei più attivi, ansiosi e turbinosi ; con una passione schietta, e come ingenua, e lauto più viva e stimabile, por ogni opena, ogni traccia letteraria delle età più lontane. Fra il /tuli!tu e la Certosa ili l'arma, quanta dottrina Siili li ta, e quanti problemi critici a radunato e teufato, avido di itrarne il senso, gl'intrecci, i riflessi; sì ch'è da augurargli ih 'egli abbia a posar* in uno spazio sereno, e dominare l'inquieto fervore del suo ingegno, e darne adeguata la prova. Oggi, egli presenta nella collezione « Europa » dell'editore Bianchi-Giovini un gran volume — di quelli che prediligono le officino milanesi —, il quale com prende tutte le rime del Dolce, iil novo, dall'uno all'altro Guio, a Dante, a Lapo Gianni, tiianni Alfani, Dino Freecobaldi Gino da Pistoia. Guido, i' vorrei ohe tu • I*po «wl to foafltuio presi per incantamento e messi in un vasel, ch'ad ogni Tento per mure anduASC... E par proprio, a vederli rac.ilti in questo libro, che il loro oto d'incantesimo si sia ademliuto, e che sia questa la navicella che attraversa le onde del tempo, con le loro rime e i loro sogni, con le immagini delle loro donne, in un accordo di spiriti e ii visioni e di musiche, quale orse in nessun'altra « scuola » loetica fu mai così intimo e erto. I nostri lirici primitivi, ch'era" o stati trascurati o, senz'altro, er la maggior parto, dimentiiti per cinque secoli, furono una iconquista della filologia modera. Ma si avverta come questa ggigpsdllggvcdozione di « primitivi • si sia;c«nuta mutando dai giorni della ia prima fortuna ottocentesca, "ispirava a un criterio di rivatazione, tenendo ferma la preessa storica di un'arto armena iziata e dubbiosa, priva d'una scienza, d'una saldezza che si ^tribuiva alle età di splendore di rinascimento classico. Quan■> s'era chiamato » gotico > per ispregio svelava la sua grazia e fiCadncrbdsldassecondano queste reviviscènze li cultura, promosse da una sedi novità, di rarità, di frejchezza. Ma via via che la scoperta si rassoda, ed ogni cosa riprende il suo posto e sta nella sua luce, quel senso vago e indefinito, ch'era generato dalla sorpresa, si dissolve come i vapori del mattino. Per guardare alla pittura, che conobbe gli stessi oblii e gli stessi ritorni, Giotto appare oggi assai meno « primitivo » che non 10 credessero i discepoli fedeli del Ruskin: appare, ormai, quasi un classico. E così accade dei poeti dello «stil nuovo», che ci sono 11 venuti più vicini, più familiari. Versi e rime come queste: Una giovane donna di Tolosa... a sua schiettezza nativa: con]dou.» =""t"'-" ™ ... eulte le sfumature spirituali che\vsomBsRdrdAbbusvntcmzdtbvvlccgbmbfcnnldPjtdscPtfmpzuclczUna figura, de la donna mia s'adora, Guido, a San Michele in Orto, d ancora Di donno lo vidi una gentile schiera, questo Ognissanti prossimo passito... sono d'una fermezza, d'una finitura, che esclude ogni esitazione di prova, d'inesperien/.a; tali poeti sono maestri dell'arte loro. Sono giovani maestri: e l'aura giovanile che sembra circondare e penetrare tutta l'opera loro, comò se movesse fin dalle rime del Guinizelli, in realtà è così presente, così evidente per noi in quanto è il carattere essenziale della Vita nuova, in cui Dante raduna le sue rime stilnovista e chiude la sua prima età poetica. (E dalla prosa della Vita nuova, trepida, veramente, e illuminata dalle poesie ch'essa viene evocando, sorge quasi il rimpianto di una perduta possibilità, d'una nodatura più varia e sensibile, di una prosa nostra, libera dai gravi modelli che l'irrigidirono e l'impacciarono a lungo, dopo il Boccaccio). Il Cordiè ha incluso nel volume tutta la lirica dantesca, fino alle rime della Pietra, ed oltre: e in ciò non penso che abbia fat to bene, perchè v'è un punto in cui Dante si separa dai suoi compagni e procede solo; l'unità, l'armonia dello «Stil nuovo» è tuibata da quell'inserzione di una potenza e di una violenza strettamente personale. Piuttosto, su di un tono minore, nella raffiguraziouo della- natura, degli sfondi di cielo e di paese, tersi, chiarissimi, luminosi (aria serena quand'appar l'albore, e bianca neve scender senza venti, rivera d'acqua e prato d'ogni flore) potevano trovar luogo nella raccolta i saggi d'altri rimatori toscani, che, fuor della lirica d'amore, risentono di quella stessa delicatezza e semplicità, come d'un tratto signorile e francescano (che, bene intesi, non sono poi due termini contradittorii). Un solo, limpido cielo, e sulla terra un 6olo Amore, e verrebbe spontaneo il dire una sola Donna, tanto l'espressione dei sentimenti è affine fra l'uno e l'altro poeta, e n'è uguale il congegno psicologico ch'essi mettono in moto per rappresentare la loro vita interiore e le vicende delle loro passioni: di ciò si crea quel loro mondo isolate, che sovrasta alla realtà del loro tempo (pur così abitato di fazioni e di odii, a cui *'la persona mortale de! poeta non rimaneva estranea) : un mondo Realizzato, raffinato, e nella sua] svage—dtntms ] stessa finezza impoverito: che vince il peso con la luce, e riesce a rendere diafane le ombre più gravi... Ad una tale comunanza, e concordia, nei mezzi dell'arte — fino ai più sottili, di parola e di ritmo — e della vita spirituale ch'essa ricinge ed illumina, era prescritto, anche nel tempo, un limite, oltre il quale l'ispirazione doveva cedere alla maniera; maniera, nel significa to più severo, ch'essi già rasentano nella compiacenza degli t spiriti » e degli « spiritelli » e nell'ossequio mistico verso la donna amata. Tutto era già detto dal primo Guido, qnindo al giudizio di Dio opponeva ohe la sua donna « tenea d'augel sembianza che fosse del tuo regno »; e di quest'angelo i lineamenti non 6'erano alterati, fin che Cino da Pistoia s'affidò, o si avventurò nel canto di un dolore più umano, con risonanze più energiche e fosche. Non che Cino sìa. un poeta più alto dei fiorentini ; ma egli ci manifesta come l'incanto sia rotto, e dove ancora vuol essergli avvinto ci offre le formule vacue di una poesia che sfioriva in pe-nombra, e dove attinge una sua nota nuovi è già esiliato da quel sogno. Ferdinando Neri Navigazione nel fiordi norvegeel: bisogna fare molta attenzione per ueelre nel mare aperto, poiché rimboccatura 6 II punto favorito dal sommergibili nemici. (Foto D. V. Steinmetz)
Persone citate: Alfani, Carlo Cordiè, Cordiè, Dino Freecobaldi Gino, Lapo Gianni, Quan, Ruskin
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