Lo storico discorso del 3 gennaio solennemente rievocato

Lo storico discorso del 3 gennaio solennemente rievocato Lo storico discorso del 3 gennaio solennemente rievocato // Segretario del Partito assiste alla fervida manifestazione dell'Urbe Roma, 4 gennaio. Per incarico del Direttorio del P.N.F. il cons. naz. Ezio Maria Gray ha commemorato al Teatro Adriano lo storico discorso pronunciato dal Duce il 3 gennaio 1925. Il teatro era affollatissimo in ogni ordine di posti dalle camicie nere romane e dalle gerarchie al completo della Federazione dell'Urbe, del Fascio romano e del gruppi rionali. Erano presenti numerosi membri del Governo, il Capo di Stato Maggiore della M.V.S.N., le maggiori autorità militari del Presidio, nonché il Prefetto e il Governatore di Roma, mentre in alcuni settori della pla,tea avevano preso posto i rappresentanti delle organizzazioni nazionalsocialiste in Italia ed a Roma, ed una folta schiera di mutilati dell'attuale guerra. Calorosi applausi hanno salutato l'ingresso nella sala del Ministro Segretario del P.N.F., Ecc. Vidussoni, il quale, ricevuto dal Federale del- e l e a e i i o a e i i a e i l'Urbe, ha aperto la manifestazione ordinando 11 saluto al Duce. Il cons. Ezio Maria Gray ha cominciato la sua commemorazione ricordando la situazione nella quale si trovava l'Italia all'inizio del 1925, assalita da ogni lato dalle forze disgregatrici che ambivano a trionfare sulla Rivoluzione e sul Partito. Rilevando, quindi, che su di esso il Duce, seguito costantemente e fedelmente dal Suo popolo, riportava la più schiacciante vittoria con quel discorso che segna la fine della battaglia dell'Aventino, l'oratore tratteggia efficacemente, il parallelismo tra la situazione interna italiana di allora, conclusasi con la vittoria delle forze migliori della Nazione, e la situazione che sul piano internazionale, si è venuta sviluppando dall'avvento del Fascismo. All'identità delle forze che oggi sul piano internazionale, cosi come allora su quello nazionale, si oppongono alla marcia dell'Italia, fa riscontro, ha rilevato l'oratore, il fatto che oggi i nostri nemici esterni, cosi come allora gli ultimi residui di una società nazionale in disfacimento, facciano ricor»so alla stessa formula: tentare di staccare 11 popolo dal suo Duce e, quindi, abbattere la Nazione approfittando del suo inevitabile collasso. Ma, come allora il Duce ed il Suo popolo furono 1 maggiori artefici della lotta e della vittoria contro le forze disgregatrici nazionali, cosi oggi il Duce e il popolo in una unione indissolubile, ha concluso E. M. Gray, lotteranno sino al conseguimento della Vittoria, la quale segnerà l'annientamento totale del nemico. A BOLOGNA L'annuale dello storico discorso . pronunciato dal Duce il 3 gennaio dell'anno terzo è stato rievocato oggi al popolo bolognese dal Direttore generale della stampa italiana, Fernando Mezzasoma. La manifestazione ha avuto lt'ogo al teatro « Medica » con l'interveht" del Prefetto, del Segretario Fe derale, del dottor Lessing, capo del Grup.po nazionalsocialista germanico di Bologna, e di tutte le autorità e gerarchie cittadine. L'oratore, ha ricordato la situazione politica del 1924 rifacendo la storia delle varie tappe superate dal Fascismo contro i partiti di opposizione, che culminò nella secessione dell'Aventino. Si giunse così al 3 gennaio 1925 quando Mussolini col Suo storico discorso tagliò 1 ponti con il passato e con ogni forma di compromesso dimostrando l'inflessibilità del suo Governo e la solidità del Regime. Mezzasoma ha fatto quindi il bilancio delle poderose realizzazioni del Governo fascista e dei successi ottenuti, sia all'interno come nel campo internazionale, fino al nostro ingresso in questa guerra rivoluzionaria che 1 Italia di Mussolini combatte per affermare la civiltà espressa dal Fascismo e per conquistare il suo destino di grandezza e di potenza. L'oratore ha concluso che Mussolini ed il Suo popolo, come nel 1925 al tempo dell'Aventino, sono oggi più che mai un blocco formidabile di energia e di volontà che nessun evento e nessuna forza potranno mai dividere. A MILANO Il presidente della Confederazione dei professionisti ed artisti, Cornelio Di Marzio, ha rievocato ieri al Teatro Odeon lo storico discorso del Duce del 3 gennaio. Cornelio Di Marzio con stringente e suasiva parola, ha idealmente riallacciato il discorso del 3 gennaio 1925, che defini le direttive mussoliniane dei riguardi della politica interna del Paese, a quello pronunciato recentemente dal Duce, che additò le Sue direttive di politica estera alla Patria in guerra.